Il Monte Tobbio
I miei monti........ ho una vera venerazione per le montagne. Un giorno parlerò solo di questo... comunque adesso ho voglia di parlare di uno dei monti a cui sono più affezionato, il Monte Tobbio.
Questa piccola montagna è una vera e propria montagna sacra. Tantissimi sono i suoi estimatori che la considerano come un'amica o un amico. Basta cercare su internet quanti siti le sono stati dedicati. Il Tobbio ha una forza particolare, mistica, non so perchè, ma chi sale una volta sulla sua cima poi ci deve tornare. Egli ha qualcosa di mistico che non solo io avverto così fortemente. Anche in questo caso sulla cima è stata edificata una chiesetta...
Il Tobbio è un monte di 1092 m, dalla forma appuntita che si trova sull'appennino ligure al confine tra Piemonte e Liguria, in provincia di Alessandria ma a poco più di 10 km in linea d'aria da Genova. Quando lo si vede, ma soprattutto quando lo si sale si mostra forte, forse perchè si staglia solitario verso il cielo, e da esso è visibile gran parte dell'arco alpino, la pianura alessandrina e anche uno spicchio di mare verso sud.
Il suo nome sembra derivi dall'antico Ligure "togisonus" (luogo impervio), da cui anticamente "Toggio" e poi Tobbio. Il Tobbio è una divinità reale, la si può vedere e toccare, la sua grandezza anche. Io a volte gli porto delle offerte: pietre che vengono da lontano, legnetti intagliati e le lascio tra le pietre. Oppure gli offro i miei pensieri. Lui in cambio mi regala tranquillità, mi fa sentire bene e a volte mi ha anche aiutato quando sono stato capace di chiederglielo! Grazie Tobbio!
PERCORSO SACRO
Oggi durante l'escursione per raggiungere la cima ci si può imbattere in un vero percorso sacro di cui parlo qui: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2013/08/percorso-sacro-sul-monte-tobbio.html
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Aggiornamento - febbraio 2008
INCISIONE RUPESTRE DEL MONTE TOBBIO
Durante i miei giri fuori dai sentieri mi sono imbattutto in vari luoghi, animali e piante. Come si capisce dalla parte di qui sopra ho sempre sentito una certa forza in questo luogo e anche per la sua forma e collocazione ho sempre pensato che in passato abbia avuto qualche importanza per gli Antichi. La cima è coperta dalla chiesetta e dal piccolo rifugio e quindi se qulcosa avesse potuto esserci è stato coperto. L'estate scorsa (2008) scendendo dalla cima verso sud, sulla piccola cresta mi sono imbattuto in una strana incisione circolare. Purtroppo le pietre del monte sono molto erose e fragili quindi non sono riuscito a notare nient'altro. Io ho pensato subito ad una macina, ma il l'incisione è incavata. In più il luogo non è facile da essere raggiunto e rocce come questa sono facili da trovare più in basso. Quindi per me e per altri a cui ho presentato le foto, rimane un mistero. Forse un simbolo solare?
Quest'incisione su T.M.A. - LINK
Alcuni links per conoscere meglio il Tobbio:
http://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Tobbio
http://differentgreen.altervista.org/tobbio/monte_tobbio.html
http://www.issbarletti.it/Viandanti/index.htm
http://www.regione.piemonte.it/parchi/riv_archivio/speciali/montagne/masso.htm
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mercoledì 28 maggio 2008
martedì 13 maggio 2008
Divinità: Cernunnos
Di Andrea
Oggi inizio a parlare di alcune divinità a cui tengo particolarmente. In generale io sono quasi ateo, ma ho sempre sentito la forza di alcuni elemnti naturali. Di solito non parlo di queste cose, perchè le considero personali (e non è mia intenzione imporle a nessuno) se non quando bevo veramente tanto e magari mi trovo in luoghi particolari. Molti dei miei amici mi considerano pazzo. Mi risulta "strano" quindi parlare di divinità ma lo faccio per due motivi principalmente:
1) Sono appassionato di antropologia, mitologia, storie e quindi sono sempre stato affascinato da questi antichi miti, fina da quando da piccolo sentivo parlare di Ulisse e degli dei greci per esmpio, ma specialmente da quelli più sconosciuti e misteriosi...
2) Molti di questi miti non sono altro che una antropomorfizzazione delle forze naturali, ovvero un modo più semplice per rappresentarle che gli uomini, che fanno fatica a comprendere concetti più "astratti" hanno trovato nei secoli.
Divinità a cui tengo molto è sicuramente il dio CERNUNNOS. Il dio dalle corna di cervo, di cui come per la maggior parte delle divinità antiche europee non classiche, si sa molto poco.
La rappresentazione più antica è probabilmente quella trovata in Val Camonica che risale, sembra, al quarto secolo avanti cristo, mentre la più conosciuta si trova sul famoso calderone di Gundstrup della Danimarca pregermanica e risalente al primo secolo a.c. una zono mai interessata dalla presenza della cultura celtica quindi? Oggi sappiamo infatti che il calderone rituale venne costruito da artigiani in quella che oggi è la bulgaria per via dello stile e dei confronti con manufatti simili, non sappiamo se la manodopera fosse celtica o lo fosse solo la committenza e non sappiamo esattamente dove si trovasse quando venne preso come bottino di guerra dalle tribù germaniche che lo portarono appunto in Danimarca.
Un'altra rappresentazione è quella del Pilier des nautes ("Pilastro dei barcaioli") a Parigi in cui si legge il nome Cernunnos, rilievo grazie al quale oggi sappiamo come venisse chiamato in ambito gallo-romano.
Altre rappresentazioni praticamente certe sono invece giunte a noi molto rovinate, ad esempio quella della coppa di Lione, sempre di fattura gallo-romana a cui però manca completamente la testa.
Esistono molte alte rappresentazioni del Dio Cornuto, ma sono in poche quelle di cui siamo sicuri ad esempio quella che si presuppone venga da Cirencester in Inghilterra. Al riguardo bisogna dire che tutte le rappresentazioni di Cernunnos che provengono dal Regno Unito sono incerte.
Altre rappresentazioni vengono da altre parti d'Europa, interessante il fatto che la sua figura (vedi sotto) si confonda spesso non solo con quella di Pan e di Dioniso classici, ma anche con quella dello Shiva indiano (con cui probabilmente condivide un'origine pre-indoeuropea) e addirittura con quella del Buddha per vie più che mai complesse che infatti ritroviamo nel tempio celto-ligure di Roquepertuse vicino a Marsiglia e addiritture in epoche successive su di una nave vichinga.
In Italia oltre alla rappresentazione più antica del mondo trovata in Valcamonica (sopra) troviamo un mascherone celtico (forse del II sec. a.C.) di Vogogna nei pressi di Novara che a volte viene attribuito al Cornuto, ma probabilmente è riferibile a Verkos o Belenos o altra divinità celtica assimilabile ad Apollo (Gambari).
Sempre in Piemonte è documentata la presenza di un rilievo che chiaramente rappresenta Cernunnos (Corna, torques, posizione del braccio) ritrovato in località San Damiano a Villa del Foro (AL) ma di cui unica testimonianza sembra essere un rilievo apparso su una rivista del primo dopo guerra.
Cernunnos era la divinità naturale dei boschi, degli animali e degli istinti primordiali dell'uomo, rappresentato con le corna di cervo di solito con un torques al collo, uno in una mano ed un serpente nell'altra circondato da animali. Era sicuramente adorato dalle popolazioni celtiche delle gallie ma si pensa che il suo culto sia anteriore, il famoso "dio cornuto" indoeuropeo simile a Pan e sicuramente connesso con Dioniso in grecia e con Shiva in India. Da notare la fortissima somiglianza con la rappresentazione di Pashupati "proto-shiva" trovata a Mohenjo Daro in India, civiltà della valle dell'Indo, 2000 a.c. circa, che presenta tantissime similitudini con la cultura celtica e precristiana dell'Europa. (vedi: melusina-e-naga-kanya-e-sheela-na-gig)
Libro interessantissimo che consiglio a questo punto è "Shiva e Dioniso" di A.Daniélou (Ubaldini Editore, Roma, 1980). Nel periodo Gallo-Romano questa divinità venne poi a volte identificata con il dio Pan (anch'esso legato a dioniso) e poi entrambi identificati durante la cristianizzazione dell'Europa con il Diavolo. Ancora adorato ai tempi della stregoneria durante i sabba in cui si conseravavano ancora elementi pagani e oggi da alcune correnti neo-pagane.
lunedì 12 maggio 2008
Menhir di Paroldo
Menhir di Paroldo
Ho trovato un altro esempio di menhir mal tenuto, ma visitabile in questa pagina: LINK. Si trova a Paroldo, sempre in provincia di Cuneo e anche qui spero di riuscire ad andarci al più presto... ecco la foto che c'è su questo sito.
Zona di Masche per eccellenza, le leggende parlano proprio di una masca in questo paese e la legano però a certe altre pietre erette che si troverebbero nei boschi a Deversi verso il confine con la Liguria.
Ho trovato un altro esempio di menhir mal tenuto, ma visitabile in questa pagina: LINK. Si trova a Paroldo, sempre in provincia di Cuneo e anche qui spero di riuscire ad andarci al più presto... ecco la foto che c'è su questo sito.
Zona di Masche per eccellenza, le leggende parlano proprio di una masca in questo paese e la legano però a certe altre pietre erette che si troverebbero nei boschi a Deversi verso il confine con la Liguria.
Visitato poi nell'inverno 2009, la stele si trova vicino al cimitero del paese salendo alla chiesetta. La forma, veramente particolare ne spiega in parte il culto antico e le leggende che ancora la interessano. Per chi avesse dei dubbi sull'autenticità, una croce incisa sulla pietra ne testimonia la cristianizzazione forzata di un culto popolare precedente. Evidentemente doveva avere una certa importanza per gli abitanti del luogo.
domenica 11 maggio 2008
I Megaliti di Briaglia
I Megaliti di Briaglia
Briaglia è un piccolo comune piemontese in provincia di Cuneo in cui nel 1971 l'archeologo J anigro D'Aquino si trasferì dall'alessandrino durante le sue ricerche sui Celto-Liguri in Piemonte. Egli scoprì una grande serie di menhir, alcune statue stele e, forse la cosa più importante più importante, un "dolmen" ancora interrato (come si sa infatti la caratteristica forma dei dolmen è dovuta alle sole pietre portanti sopravvissute ai tumuli costituiti da pietre più piccole spazzate via dal tempo, ma questo sembrerebbe proprio una galleria)! Purtroppo la sovrintendenza bocciò i ritrovamenti. Negli anni '80 gran parte dei reperti megalitici scoperti erano ancora visibili, ma già in degrado. Purtroppo poi molti menhir sono spariti o utilizzati per la costruzione di muretti a secco come pietre qualsiasi.
L'ipogeo sotterraneo, con galleria di oltre 15 metri, è stata impossibile da visitare a causa di frane, e praticamente tutto il lavoro e le scoperte svolte del Prof. D'Aquino sono andate dimenticate tra in più totale disinteresse, fino al 2004, in cui qualcosa si è mosso. Il professore però purtroppo è scomparso nel 2005.
Tutte le informazioni sono prese da questo bellissimo sito:
http://www.ars2000.it/briaglia.htm
Aggiornamento del dicembre 2017.
Ci sono novità: Il comune briagliese, grazie ad un contributo di una fondazione bancaria, in collaborazione con gli speleologi del “Mus Muris” di Torino, l’associazione Nazionale degli Ingegneri Minerari, il Museo Geologico Sperimentale di Giaveno, il Gruppo Culturale “Filosofare” e la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, ha riaperto ufficialmente il “caso-Briaglia”. I lavori hanno avuto inizio il 9 giugno del 2012 e dalle ricerche multidisciplinari condotte nel sito della Casnea sono emersi una considerevole mole di dati che sono stati presentati nel mese di maggio 2013 in due conferenze presso i locali della Confraternita di San Giovanni in Briaglia S.Croce, dal titolo: “L’Ipogeo della Casnea” Sulla via del recupero e “Solis Invictvs” Luce e tenebre nell’ipogeo della Casnea.
Qui se ne parla approfonditamente: http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/item/137-briaglia-e-il-sol-invictus e qui: http://www.operaipogea.it/mondo-di-pietra-si-riapre-il-caso-briaglia-un-progetto-multidisciplinare-torna-ad-indagare-il-sottosuolo-cuneese/ anche se faccio sempre fatica a capire perchè si vada a cercare il Sol Invictus per un sito che dovrebbe essere pre-romano. Comunque la cosa più sensazionale sembra proprio essere che quella che ai miei occhi sembra più una tomba a corridoio o comunque una costruzione a galleria, sia perfettamente orientata con il sorgere del sole al solstizio d'inverno cosa che lo ricollega ai culti megalitici dei morti e a posti come New Grange.
LINKS:
http://www.operaipogea.it/mondo-di-pietra-si-riapre-il-caso-briaglia-un-progetto-multidisciplinare-torna-ad-indagare-il-sottosuolo-cuneese/
http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/item/137-briaglia-e-il-sol-invictus
http://landande.altervista.org/briaglia-la-stonehenge-in-piemonte/
Briaglia è un piccolo comune piemontese in provincia di Cuneo in cui nel 1971 l'archeologo J anigro D'Aquino si trasferì dall'alessandrino durante le sue ricerche sui Celto-Liguri in Piemonte. Egli scoprì una grande serie di menhir, alcune statue stele e, forse la cosa più importante più importante, un "dolmen" ancora interrato (come si sa infatti la caratteristica forma dei dolmen è dovuta alle sole pietre portanti sopravvissute ai tumuli costituiti da pietre più piccole spazzate via dal tempo, ma questo sembrerebbe proprio una galleria)! Purtroppo la sovrintendenza bocciò i ritrovamenti. Negli anni '80 gran parte dei reperti megalitici scoperti erano ancora visibili, ma già in degrado. Purtroppo poi molti menhir sono spariti o utilizzati per la costruzione di muretti a secco come pietre qualsiasi.
L'ipogeo sotterraneo, con galleria di oltre 15 metri, è stata impossibile da visitare a causa di frane, e praticamente tutto il lavoro e le scoperte svolte del Prof. D'Aquino sono andate dimenticate tra in più totale disinteresse, fino al 2004, in cui qualcosa si è mosso. Il professore però purtroppo è scomparso nel 2005.
Tutte le informazioni sono prese da questo bellissimo sito:
http://www.ars2000.it/briaglia.htm
Aggiornamento del dicembre 2017.
Ci sono novità: Il comune briagliese, grazie ad un contributo di una fondazione bancaria, in collaborazione con gli speleologi del “Mus Muris” di Torino, l’associazione Nazionale degli Ingegneri Minerari, il Museo Geologico Sperimentale di Giaveno, il Gruppo Culturale “Filosofare” e la supervisione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, ha riaperto ufficialmente il “caso-Briaglia”. I lavori hanno avuto inizio il 9 giugno del 2012 e dalle ricerche multidisciplinari condotte nel sito della Casnea sono emersi una considerevole mole di dati che sono stati presentati nel mese di maggio 2013 in due conferenze presso i locali della Confraternita di San Giovanni in Briaglia S.Croce, dal titolo: “L’Ipogeo della Casnea” Sulla via del recupero e “Solis Invictvs” Luce e tenebre nell’ipogeo della Casnea.
Qui se ne parla approfonditamente: http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/item/137-briaglia-e-il-sol-invictus e qui: http://www.operaipogea.it/mondo-di-pietra-si-riapre-il-caso-briaglia-un-progetto-multidisciplinare-torna-ad-indagare-il-sottosuolo-cuneese/ anche se faccio sempre fatica a capire perchè si vada a cercare il Sol Invictus per un sito che dovrebbe essere pre-romano. Comunque la cosa più sensazionale sembra proprio essere che quella che ai miei occhi sembra più una tomba a corridoio o comunque una costruzione a galleria, sia perfettamente orientata con il sorgere del sole al solstizio d'inverno cosa che lo ricollega ai culti megalitici dei morti e a posti come New Grange.
LINKS:
http://www.operaipogea.it/mondo-di-pietra-si-riapre-il-caso-briaglia-un-progetto-multidisciplinare-torna-ad-indagare-il-sottosuolo-cuneese/
http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/item/137-briaglia-e-il-sol-invictus
http://landande.altervista.org/briaglia-la-stonehenge-in-piemonte/