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giovedì 21 luglio 2011

La Quercia di Novi.

Evidentemente la zona di Novi è una zona di grandi querce (Vedi la quercia di Tassarolo). La settimana scorsa in libreria ho trovato questo nuovo fantastico libro di Tiziano Fratus: "Le bocche di legno" guida arborea del Piemonte (edizioni Marco Valerio). Leggendolo, tra i vari alberi che conoscevo e tra i moltissimi di cui non avevo notizia, mi sono imbattuto in questa quercia proprio a pochi metri dalla statale Novi-Serravalle, su cui passo così spesso. La più grande quercia del Piemonte a due passi e io non lo sapevo! Vergogna! Oggi dovevo proprio passare di li e visto che pensavo di tornare presto mi sono portato macchina fotografica e libro per le indicazioni.



Per visitare la quercia arrivando da Novi ligure seguite per Serravalle sulla strada che porta all'Outlet. Prima della prima delle due rotonde, sulla destra c'è una piccila stradina che indica Cascina Perpetua. La seguite per poche centinaia di metri fino ad arrivare ad un'altra stradina. Girate a destra e vi fermate in uno slargo di fronte ad un grande cancello a pochi metri dal bivio. La vedrete sulla destra in mezzo a un prato. La quercia dovrebbe avere circa 400 anni e sembra proprio essere la più grande del Piemonte. E' bellissima! I rami si allargano a pochi metri dal suolo formando forme incredibili. Un vero e proprio monumento naturale, un essere sacro delle nostre terre!


Per una descrizione più accurata e altre foto seguite il link alla pagina di Tiziano Fratus: http://homoradix.wordpress.com/2011/01/14/400-anni-per-la-quercia-di-novi-ligure/

Foto aggiornamento autunnale:


giovedì 14 luglio 2011

Arte megalitica, simboli megalitici.

Un post leggermente polemico su di un argomento che mi interessa molto e che mi ha profondamente influenzato fin da piccolo. Spero perdonerete errori grammaticali vari, causati dalla fretta. Temi come questo sono molto affascinanti e complicati, infatti vanno a finire in epoche troppo remote in cui è difficile fare qualsiasi supposizione e nel subconscio nostro e degli autori di questa arte antichissima. Anche se è molto difficile trovare qualcosa al riguardo, specialmente se stiamo cercando qualcosa di serio, sono stati scritti molti libri e saggi spesso ormai introvabili. Negli ultimi decenni infatti l'interesse per i periodi più antichi e per i lati più incomprensibili della storia mi sembra sia un pò calato. Gli studi accademici si occupano molto di rado di questi argomenti, e alcuni studiosi cercano addirittura di nasconderli per il fatto che non riescono a dare una spiegazione e quindi sono causa di imbarazzo. D'altronde l'ambiente accademico è sempre stato un ambiente reazionario e a parte alcuni periodi, ad esempio durante la rivoluzione psichedelica degli anni '70 è difficile trovare ricercatori che abbiano voglia di esplorare nuove teorie. In Italia, ancora una volta, questo carattere è accentuato. Bisogna anche dire che non è solo per il carattere reazionario tipico di questo paese e il carattere romano-centrico della nostra "cultura nazionale", ma anche per le condizioni in cui i ricercatori devono lavorare, mancanza di fondi e nepotismo aggravano ogni giorno la situazione. Lasciando stare noiose polemiche mi preme scrivere di quello che è secondo me il problema numero uno per quanto riguarda lo studio dell'arte antica e di conseguenza della storia antica. Quando ad occuparsi di questi studi sono gli antropologi infatti siamo firtunati, o almeno sappiamo che gli incompetenti sono presenti ovunque, ma... molte volte gli studiosi sono storici, tecnici. Gente che non va oltre alla datazione al carbonio o al tipo di resti animali per individuare il cibo di un popolo. Questi studiosi quindi non prendono in considerazioni il lato spirituale, trascendentale e soprattutto puramente artistico di un manufatto. Diciamo che è molto simile a quello che succede con i critici d'arte. I critici d'arte cercano di trovare fantasiosi motivazioni e significati nelle opere degli artisti, sbagliando nella maggior parte dei casi, visto che loro cercano solo di portarsi a casa uno stipendio e che non sono loro stessi artisti. La stessa cosa succede con l'archeologia antica. Ho letto di studiosi che davano alle raffigurazioni astratte motivazioni utilitaristiche, alle spirali il significato di serpenti e a coppelle ed anelli il significato di occhi. Per carità sono ipotesi e tutto è possibile, il fatto che uno studioso dovrebbe come prima cosa pensare a chi tracciò queste raffigurazioni, e cercare il più possibile di entrare nel suo ambiente e nella sua testa. In effetti mi chiedo perchè dovrei prendermela tanto... è perchè come dicevo all'inizio ci tengo molto a questo argomento. E anche perchè è a causa di questa situazione per cui moltissimi siti sono andati distrutti o dimenticati. E poi si tratta disinformazione sulle nostre origini e sulla nostra storia. Ora mi concentrerò su due punti.

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Incisioni all'interno del dolmen del tumulo dell'isola di Gavrinis in Francia.

Lo studioso che si dedica a questo tipo di ricerca come dicevo, dovrebbe tenere presente diverse cose:
Questo tipo di arte si trova di solito all'interno di monumenti funerari, su steli funerarie o in siti cultuali come ad esempio altari sacri. Nella maggior parte dei casi questo collegamento è inconfutabile. Altre volte mancano prove chiare, ma ho letto teorie che per cercare di avere maggiore credibilità agli occhi dei seri accademici risultavano ancora più fantasiose di quelle che si rifanno ai dischi volanti. Perchè uno dovrebbe andare a incidere rocce a 2000 metri di altitudine su speroni rocciosi a strapiombo con vista sconfinata? A me pare così ovvio che un sito del genere non possa avere nessuna funzione utilitaristica! E' certo legata alla magia, alla forza che luoghi del genere trasmettevano ai nostri antenati.
Bisognerebbe anche sempre non dimenticare che nelle società primitive ogni cosa aveva un significato magico e legato al divino. Del resto non bisogna andare così lontano nel tempo, basti pensare al medioevo o ale usanze che si possono ancora oggi osservare in alcune comunità rurali nel bel mezzo dell'Europa. L'animismo e lo sciamanismo erano un tipo di religiosità praticato ovunque, per lo meno in territorio euroasiatico, questo si può ancora vedere in alcuni remoti villaggi sparsi per il continente. Bene, se non ci bastano i reperti di cui disponiamo, basta andare a vedere alcune di queste comunità per convincerci. Rituali che a noi sembrano incomprensibili fanno parte di ogni momento della vita comune di queste genti. Ogni famiglia possiede un piccolo altare ona parte di terreno sacro e pratica rituali. Ogni piccolo villaggio ha il proprio sciamano. La maggior parte dei manufatti artistici e delle decorazioni non ha un utilità fine a se stessa. A questo punto bisogna pensare a che cosa è uno sciamano: è un tramite con gli spiriti, con le divinità e con l'universo. Con le forze che noi non riusciamo a capire. Lo sciamano usa un tamburo, un canto ripetitivo e molte volte delle figure per entrare in trance. Io credo che chiunque si occupi di antropologia e di arte vedendo "decorazioni" come quelle di Gavrinis o di Newgrange, capisca subito che ci troviamo di fronte a qualche cosa del genere, arte psichedelica.


Il masso posto all'entrata del tumulo di New Grange in Irlanda.

Le arti figurative, la musica, la danza, le arti in generale comunque sono state fin dall'alba della storia dell'uomo discipline magiche. E nell'artista in età moderna sopravvivono alcuni dei caratteri tipici dello sciamano antico. L'arte astratta è ricomparsa nei primi del '900 dopo che per millenni era stata, almeno in occidente, relegata ad arte decorativa popolare. Malevich si rifaceva alle uova che le donne delle campagne ucraine decoravano per le festività, Klee guardava i tessuti e le maschere degli stregoni africani. Gli studiosi di arte preistorica dovrebbero essere un pò più competenti al riguardo, oppure evitare accuratamente di fare ipotesi al riguardo. Nessuno si chiede perchè ci piacciano le texture astratte che adornano costosi vestiti, ci piacciono e basta. Oppure perchè artisti abbiano passato la loro vita a disegnare figure geometriche o campiture di colore? E' un bisogno innato nell'uomo. Un estetica fine a se stessa con significati spirituali che si perdono nel nostro subconscio. Malevich diede al suo quadrato nero la posizione che nelle case russe dell'epoca aveva l'icona di Gesù. Basta pensare alla svastica, simbolo solare astratto universale, che fin dalle origini della civiltà si trova ovunque e che fece trionfale ritorno durante la più grande tragedia del XX secolo. E' ovvio che spirali e composizioni di linee e figure geometriche varie siano state fatte da artisti dell'epoca guidati dalla loro ispirazione per trasportare le gente dell'epoca in altri livelli di realtà. Questi artisti furono così bravi e così universali che il loro lavoro funziona ancora oggi, affascinandoci e colpendoci direttamente all'interno del nostro subconscio.


Le spirali ai piedi del Roccia Melone, Val Susa in Piemonte.

(in questo testo non ho parlato delle pietre coppellate, di canaletti e di altri tipi di incisioni che essendo tra i miei interessi più grandi mi avrebbero impegnato per giorni. Proseguirò in un futuro molto prossimo spero!)

testo di Guido 108