Il Santuario di Crea si trova sulla cima di un'alta collina del Monferrato, nei pressi di Serralunga a pochi chilometri da Casale in provincia di Alessandria. E' uno dei principali Monti Sacri di Piemonte e Lombardia, uno dei più visitati, specialmente in passato, ed è un posto molto bello, in quanto si trova in un parco naturale. Come Oropa (
LINK) questo Sacro Monte è dedicato ad una Madonna (gemella di quella di Cagliari e di Oropa) e come per quello di Oropa la leggenda tramanda, sia stato Sant'Eusebio (Vedi
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Sant'Eusebio e la cristianizzazione del Piemonte) a iniziare la cristianizzazione di questo posto, in cui all'epoca ancora si praticava una forma di paganesimo animista di stampo celtico (1). Sant'Eusebio infatti portò la statua della madonna di legno in un piccolo Eremo dal quale poi si è sviluppato l'intero santuario.
Vista delle valli monferrine dal Sacro Monte di Crea in piena estate.
Per maggiori informazioni sulla storia e sulle opere artistiche vi rimando alla pagina del Santuario su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacro_Monte_di_Crea . Per quello che interessa a noi, posso iniziare con il dire che, come in altri casi (citiamo ancora una volta Oropa) la cristianizzazione partì dai luoghi in cui erano più radicate le credenze precristiane. A Crea ci sono 23 cappelle che costituiscono il percorso sacro. Solo due di queste però sono situate al di fuori del Santuario vero e proprio, infatti quando mi ci sono recato la prima volta non riuscii a trovarle. Esse sono le uniche ad essere dedicate espressamente ad Eusebio. Esse si trovano più in basso, sul sentiero che da Forneglio porta al Santuario. Ho trovato tutte queste preziosissime informazioni sul prezioso libro: "Le grandi pietre magiche" (2) di R. Gremmo. La prima Cappella è dedicata al martirio di Eusebio ed è costruita su una fonte. La seconda si trova a metà del ripido sentiero all'inizio di un boschetto.
La seconda cappella, di fronte alla parete di roccia e l'inquitante dipinto in una delle nicchie della roccia.
La seconda cappella si trova di fronte ad una parete di roccia imponente lunga diverse decine di metri e alta diversi. Proprio su questa roccia si trova un'antica seduta ed è proprio quella che le popolazioni chiamano "
La pietra che guardisce". In oltre ci sono alcune misteriose nicchie e fori di cui ignoro l'origine. In questo punto in oltre si continua a sentire il rumore dell'acqua che scorre, forse una fonte, che però non ho potuto trovare. Per poter avere dei benefici da questa antica roccia è necesserio, come per la Pietra di Santa Varena (
LINK) nei pressi di Alessandria, appoggiare la schiena o un'altra parte del corpo malata. La cosa che più colpisce è che qualcuno, qualche decennio fa, ha dipinto in una di queste nicchie un volto umano un pò inquietante, a dimostrazione di quanto questa pietra abbia ancora una qualche importanza per le genti locali.
La seduta nella roccia, la PIETRA CHE GUARISCE di Crea, di fronte alla seconda Cappella.
Proseguendo la salita si arriva al santuario vero e proprio da una scala ormai quasi abbandonata, capisco che questo santuario doveva essere molto più popolare alcuni decenni orsono. Da qui si vedono le due chiese sulla piazza e un piccolo nucleo di case con bar, souvenir e camere in cui poter pernottare. Il luogo devo ammettere è molto bello, anche perché si trova, come dicevo prima in un bel parco. Da qui si sale ancora completando il percorso che porta alla Cappella del Paradiso. Questa è l'ultima sulla cima del monte e sembra sia stata costruita su una torre di origini romane chiamata "torre del diavolo". Un'ultima cosa di cui tenere conto è il nome CREA che per alcuni sarebbe collegato a Kern-Cern-cervo e che farebbe pensare ad un luogo di culto legato al dio Cernunnos. Cosa non così improbabile vista la sua popolarità nel periodo celtico anche in Cisalpina. Cosa curiosa che si ricollega a questo è la presenza di alcune scritte dedicate a San Cornelio presenti nel santuario. Cornelio è infatti uno dei santi in cui il culto del dio cervo si trasformò in periodo cristiano, come avvenne per esempio a Carnac.
La cappella del Paradiso e la biscia che ho incontrato durante il mio pellegrinaggio.
Considerazioni personali della visita. Nonostante io non sia cristiano (per lo meno, forse una piccola parte viste le influenze culturali), ho deciso di fare questa escursione pensando in qualche modo ad un piccolo pellegrinaggio. Penso che questi luoghi in cui la sacralità originaria è sopravvissuta fino a noi abbiano un grande fascino e forse anche tipo di qualche forza particolare. Sono partito da casa in uno dei pochi giorni di sole di questa piovosa estate (2014) in bicicletta e ho attraversato gran parte del Monferrato: quasi 50 km all'andata e altrettanti al ritorno di salite e discese. Panorami incredibili che quando si viaggia in macchina non hanno lo stessa forza. Arrivato al santuario dopo una salita interminabile e sotto il sole di Agosto nelle ore centrali della giornata ho iniziato ad esplorare il Santuario. Quanto ho scritto è il resoconto: il posto è molto bello anche solo per passare una giornata tra alberi e brevi passeggiate. Come sempre però, ho trovato molto di magico: la cosa più bella è stata l'incontro con un una grossa biscia (foto sopra) mentre facevo il giro esterno del monte e scambiavo due parole con alcune persone. La biscia cercava un varco nel muretto per allontanarsi da noi e rientrare nel bosco e non trovandolo si è alzata in piedi appoggiandosi tra le pietre più alte. Il serpente, non dimentichiamolo, simboleggia il paganesimo nel linguaggio visivo cristiano. Non dimentichiamo i serpenti schiacciati dai piedi di santi e madonne che hanno sconfitto il male e il paganesimo dall'Europa! In questo caso per me è stato come un piccolo messaggio: Anche se non è facile vederlo qui, lo spirito originario di questi luoghi è ancora presente!
Articoli correlati:
La pietra di Santa Varena: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2008/08/la-pietra-guaritrice-di-santa-varena_08.html
La pietra di Oropa: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2008/04/la-pietra-della-vita-oropa_1308.html
Sant'Eusebio e la cristianizzazione del Piemonte:
http://leradicideglialberi.blogspot.it/2014/07/santeusebio-e-la-cristianizzazione-del.html
Bibliografia:
1) -
Mario Trompetto, S. Eusebio di Vercelli, Biella 1961, pp. 9-10.
2) - Roberto Gremmo, Le Grandi Pietre Magiche, Storia Ribelle Biella 1995 - 2da edizione 2009, pp 31-33.