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martedì 30 dicembre 2014

La pietra magica di Camagna!

Oggi in una freddissima, ma limpida giornata di fineanno sono tornato a Camagna, bellissimo paese che si trova in cima ad uno dei colli del Monferrato in provincia di Alessandria. Niente neve, ma ghiaccio ovunque anche al sole e temperatura costantemente sotto lo zero hanno complicato un pò la mia gita in bici. Come sempre ho trovato notizie del "magico sasso" sul solito libro "Le grandi pietre magiche" di Roberto Gremmo. Sono stato numerose volte in questo paese famoso anche per la mitica banda di partigiani e per i suoi ristoranti, e conoscevo bene il murales che rappresenta "La Culiëta" ossia il sasso che prediceva il tempo. Quello che avevo sempre ignorato era il suo originale posizionamente e soprattutto che la chiesa sotto la quale si trovava era dedicata al solito Sant'Eusebio!!! (Vedi LINK: Sant'Eusebio e la cristianizzazione del Piemonte).

Particolare del murales eseguito da Silvana Berra, Giovanni Cappa, Renzo Rossino che rappresenta la pietra magica!

Ma andiamo con ordine: la pietra era una grosso masso che quando stava per arrivare il maltempo cominciava a bagnarsi predicendo così il tempo come un'antico servizio meteo. Un altra testimonianza dei culti litici pagani precristiani così radicati in questa zona. Non so quando ma un giorno il sasso venne fatto sparire e sostituito con una madonnina. Roberto Gremmo dice nel suo libro che la pietra è stata distrutta, ma oggi ho scoperto che non è esattamente così. Mentre cercavo qualcuno a cui chiedere informazioni sulla madonnina mi sono imbattuto in alcuni abitanti locali che conoscevano la storia della pietra ma non dove si trovasse, così mi hanno mandato a trovare un altra madonna su di un bivio tra i vicoli del centro del paese che ho trovato ma ho capito che non si trattasse di quella indicata da R.Gremmo. Mentre cercavo di tornare ho girato per sbaglio in un vicolo cieco in cui ho incontrato un signore che conosceva bene la storia. La pietra si trovava proprio al di sotto del piazzale laterale della chiesa principale e un bel giorno venne fatta murare (ma non si sa esattamente quando) e sostituita come spesso accade con una madonnina. 

Il muro di mattoni sotto la chiesa di Sant'Eusebio, dietro al quale è stata murata la Culiëta.

 La statua della Madonnina ricorda molto una matrona gallo-romana.

Mi rendo conto che questa somiglianza è forse un pò forzata ma è innegabile che come fa notare R. Gremmo, la modonnina che oggi sostituisce la pietra ricordi molto più una Matrona celtica precristiana di una Madonna, ma forse non sono la stessa cosa? Quello che è sicuro è che ancora una volta ho trovato Pietre magiche, Madonne e Sant'eusebio in un paese piemontese! (Vedi LINKS: Pietra e Santuario di Oropa, Pietra e Santuario di Crea).

Vista dei colli monferrini tra cui quello di Camagna e delle vette alpine da Cuccaro Monferrato in una giornata di inizio Inverno.

Articoli correlati:
Bibliografia:
S. Eusebio di Vercelli, di Mario Trompetto. Tipolitografia MAULA, Biella.
Le Grandi Pietre Magiche, di Roberto Gremmo. Ed. Storia Ribelle.

venerdì 26 dicembre 2014

La Pietra Guaritrice del Santuario di Crea.

Il Santuario di Crea si trova sulla cima di un'alta collina del Monferrato, nei pressi di Serralunga a pochi chilometri da Casale in provincia di Alessandria. E' uno dei principali Monti Sacri di Piemonte e Lombardia, uno dei più visitati, specialmente in passato, ed è un posto molto bello, in quanto si trova in un parco naturale. Come Oropa (LINK) questo Sacro Monte è dedicato ad una Madonna (gemella di quella di Cagliari e di Oropa) e come per quello di Oropa la leggenda tramanda, sia stato Sant'Eusebio (Vedi LINK: Sant'Eusebio e la cristianizzazione del Piemonte) a iniziare la cristianizzazione di questo posto, in cui all'epoca ancora si praticava una forma di paganesimo animista di stampo celtico (1). Sant'Eusebio infatti portò la statua della madonna di legno in un piccolo Eremo dal quale poi si è sviluppato l'intero santuario.

Vista delle valli monferrine dal Sacro Monte di Crea in piena estate.

Per maggiori informazioni sulla storia e sulle opere artistiche vi rimando alla pagina del Santuario su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sacro_Monte_di_Crea . Per quello che interessa a noi, posso iniziare con il dire che, come in altri casi (citiamo ancora una volta Oropa) la cristianizzazione partì dai luoghi in cui erano più radicate le credenze precristiane. A Crea ci sono 23 cappelle che costituiscono il percorso sacro. Solo due di queste però sono situate al di fuori del Santuario vero e proprio, infatti quando mi ci sono recato la prima volta non riuscii a trovarle. Esse sono le uniche ad essere dedicate espressamente ad Eusebio. Esse si trovano più in basso, sul sentiero che da Forneglio porta al Santuario. Ho trovato tutte queste preziosissime informazioni sul prezioso libro: "Le grandi pietre magiche" (2) di R. Gremmo. La prima Cappella è dedicata al martirio di Eusebio ed è costruita su una fonte. La seconda si trova a metà del ripido sentiero all'inizio di un boschetto.

 La seconda cappella, di fronte alla parete di roccia e l'inquitante dipinto in una delle nicchie della roccia.

La seconda cappella si trova di fronte ad una parete di roccia imponente lunga diverse decine di metri e alta diversi. Proprio su questa roccia si trova un'antica seduta ed è proprio quella che le popolazioni chiamano "La pietra che guardisce". In oltre ci sono alcune misteriose nicchie e fori di cui ignoro l'origine. In questo punto in oltre si continua a sentire il rumore dell'acqua che scorre, forse una fonte, che però non ho potuto trovare. Per poter avere dei benefici da questa antica roccia è necesserio, come per la Pietra di Santa Varena (LINK) nei pressi di Alessandria, appoggiare la schiena o un'altra parte del corpo malata. La cosa che più colpisce è che qualcuno, qualche decennio fa, ha dipinto in una di queste nicchie un volto umano un pò inquietante, a dimostrazione di quanto questa pietra abbia ancora una qualche importanza per le genti locali.

La seduta nella roccia, la PIETRA CHE GUARISCE di Crea, di fronte alla seconda Cappella.

Proseguendo la salita si arriva al santuario vero e proprio da una scala ormai quasi abbandonata, capisco che questo santuario doveva essere molto più popolare alcuni decenni orsono. Da qui si vedono le due chiese sulla piazza e un piccolo nucleo di case con bar, souvenir e camere in cui poter pernottare. Il luogo devo ammettere è molto bello, anche perché si trova, come dicevo prima in un bel parco. Da qui si sale ancora completando il percorso che porta alla Cappella del Paradiso. Questa è l'ultima sulla cima del monte e sembra sia stata costruita su una torre di origini romane chiamata "torre del diavolo". Un'ultima cosa di cui tenere conto è il nome CREA che per alcuni sarebbe collegato a Kern-Cern-cervo e che farebbe pensare ad un luogo di culto legato al dio Cernunnos. Cosa non così improbabile vista la sua popolarità nel periodo celtico anche in Cisalpina. Cosa curiosa che si ricollega a questo è la presenza di alcune scritte dedicate a San Cornelio presenti nel santuario. Cornelio è infatti uno dei santi in cui il culto del dio cervo si trasformò in periodo cristiano, come avvenne per esempio a Carnac.

 La cappella del Paradiso e la biscia che ho incontrato durante il mio pellegrinaggio.

Considerazioni personali della visita. Nonostante io non sia cristiano (per lo meno, forse una piccola parte viste le influenze culturali), ho deciso di fare questa escursione pensando in qualche modo ad un piccolo pellegrinaggio. Penso che questi luoghi in cui la sacralità originaria è sopravvissuta fino a noi abbiano un grande fascino e forse anche tipo di qualche forza particolare. Sono partito da casa in uno dei pochi giorni di sole di questa piovosa estate (2014) in bicicletta e ho attraversato gran parte del Monferrato: quasi 50 km all'andata e altrettanti al ritorno di salite e discese. Panorami incredibili che quando si viaggia in macchina non hanno lo stessa forza. Arrivato al santuario dopo una salita interminabile e sotto il sole di Agosto nelle ore centrali della giornata ho iniziato ad esplorare il Santuario. Quanto ho scritto è il resoconto: il posto è molto bello anche solo per passare una giornata tra alberi e brevi passeggiate. Come sempre però, ho trovato molto di magico: la cosa più bella è stata l'incontro con un una grossa biscia (foto sopra) mentre facevo il giro esterno del monte e scambiavo due parole con alcune persone. La biscia cercava un varco nel muretto per allontanarsi da noi e rientrare nel bosco e non trovandolo si è alzata in piedi appoggiandosi tra le pietre più alte. Il serpente, non dimentichiamolo, simboleggia il paganesimo nel linguaggio visivo cristiano. Non dimentichiamo i serpenti schiacciati dai piedi di santi e madonne che hanno sconfitto il male e il paganesimo dall'Europa! In questo caso per me è stato come un piccolo messaggio: Anche se non è facile vederlo qui, lo spirito originario di questi luoghi è ancora presente!

Articoli correlati:

La pietra di Santa Varena: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2008/08/la-pietra-guaritrice-di-santa-varena_08.html

La pietra di Oropa: http://leradicideglialberi.blogspot.it/2008/04/la-pietra-della-vita-oropa_1308.html


Sant'Eusebio e la cristianizzazione del Piemonte:
http://leradicideglialberi.blogspot.it/2014/07/santeusebio-e-la-cristianizzazione-del.html

Bibliografia:
1) - Mario Trompetto, S. Eusebio di Vercelli, Biella 1961, pp. 9-10.
2) - Roberto Gremmo, Le Grandi Pietre Magiche, Storia Ribelle Biella 1995 - 2da edizione 2009, pp 31-33.