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martedì 28 novembre 2017
mercoledì 8 novembre 2017
MASCHE E MASCONI: 1) chi è la masca?
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Masca è un termine ancora in uso in territorio piemontese e che, grossolanamente identifica la Strega, con alcune importanti peculiarità però. Questo termine è di uso comunque soprattutto in camapgna dalle alpi Biellesi fino alle Langhe al confine con la Liguria e al Monferrato astigiano e alessandrino, mentre si perde nel Novarese e nel vercellese man mano che l'influenza Lombarda diventa più forte. Si possono rintracciare storie nel folklore, nella mitologia locale e a volte anche nomi di luoghi (Bric d'le masche, Mascatagliata, ecc...). Esistono le Masche ma anche i Masconi (In piemontese Mascon), ovvero gli individui di sesso maschile. Prima di passare ad approfondire questa figura in particolare vorrei analizzare il termine, con cui nei vari paesi e regioni, venivano chiamate le Streghe. E' fatto veramente interessante e curioso pensare che in ogni lingua, esiste un termine diverso, il più delle volte senza nessuna origine comune per indicare questa figura che non esiste solo in Europa, ma praticamente in un tutte le culture del mondo. Witch in inglese, Sorcière in francese, Bruja in Spagna, Hexe in tedesco, Carovnica in molte lingue slave, ma basti vedere soltanto le differenze nel territorio italiano dove il nome Strega che deriva dal latino Stryx (uccello notturno, barbagianni) trova differenti sinonimi regionali: oltre alla variante Stria rintracciabile in gran parte del nord, abbiamo Masca appunto, in Piemonte, Basura in Liguria, Janara in Irpinia e poi Magara, Magga ecc... (derivante da Mago) nel sud, per nominare solo i più conosciuti. Questo è un punto su cui anche gli antropologi si interrogano. Non esiste per esempio un comune termine originario per questa figura nelle lingue Indoeuropee, sembra che ogni zona abbia le sue particolari streghe legate a quel territorio in particolare, fin dai periodi più antichi, legati alle tribù e all'epoca pre-indoeuropea.
"The wilder man" in Francia - Charles FrégerIl termine MASCA ha un'origine incerta, probabilmente longobarda, le teorie più accreditate lo accostano al termine "maschera" per quanto riguarda l'origine. La prima volta di cui ne abbiamo notizia è nell'editto di Rotari del 643 d.c. in cui leggiamo: "Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit" col significato di strega appunto. Un termine usato dai longobardi quindi per indicare le "fattucchiere" ma anche gli spiriti di diverse origini, purtroppo però non sappiamo se fosse arrivato con loro dalle aree germaniche o se fosse già esistente prima in zona, in quanto Liguri e Celti non ci hanno lasciato documenti scritti. Nell'antico provenzale "Mascar" vorrebbe dire borbottare, nel senso di sussurrare incantesimi. In ogni caso questo termine in epoca medievale in alcuni scritti tardo latini del nord ovest, diventa sinonimo di "Larvae" e quindi di fantasma, anima dei morti, spirito oscuro. Possiamo vedere questo termine come tipico dell'area piemontese, una parola che si perde nelle origini liguri, galliche, latine e germaniche delle sue genti. Non mi dilungherei oltre sull'origine del termine visto che sia in rete che su carta è stato scritto molto sull'argomento.
Torniamo ora alla figura della Masca (e del Mascone). Gran parte delle storie non cambierebbero se usassimo il termine "strega"; donne vecchie e dall'aspetto sgradevole che vivono ai limiti della società, che facevano malefici, provocavano tempeste e si trasformavano in animali. Questo è vero specialmente quando si legge qualche libro di quelli che sono spuntati come funghi sui banchetti negli ultimi anni con la riscoperta della masca e il suo sfruttamente da parte del turismo enogastronomico, specialmente langarolo, in cui a volte vengono scritte storie scritte puramente inventate o addirittura adattate da altre zone per motivi prettamente commerciali (io sono uno di quelli che a prescindere dalla qualità del libro non riesce a trattenersi dal comprare quasi tutto per poi restare molte volte deluso).
A parte questo, si vede subito che nei racconti di Masche c'è un rapporto più forte con gli elementi della natura:
i casi in cui queste ricorrono alla "rugiada" per guarire, sono legate agli alberi, provocano gli agenti atmosferici per creare problemi ai paesani sono più numerosi di quelli che si riscontrano negli altri racconti di streghe. Anche le trasformazioni in animali, principalmente gatti, volpi, bisce e rospi (ma non solo) sono frequentissime, ma restiamo comunque nello stereotipo classico di un certo tipo di strega. C'è una caratteristica chiave però di questa figura che affascina lo studioso della storia della stregoneria e che affascina gli antropologi:
I richiami all'animismo precristiano, allo sciamanesimo sono molto più chiari:
La Masca non è sempre cattiva, anzi molte volte si tratta di un personaggio, femminile o maschile, a cui la gente del villaggio o della valle si appella per farsi guarire. Addirittura questi personaggi sono così frequenti e popolari che quando vengono denunciati e processati vengono puniti con penitenze davvero leggere, come recitare preghiere o stare sulla soglia della chiesa per tempi variabili. Alcune zone del Piemonte come certe vallate alpine, le Langhe e il Monferrato sono fino all'anno 1000 ancora coperte da fitte foreste in cui la gente lontana dai pochi e piccoli centri urbani vive in villaggi costituiti da case di legno e che in parte pratica ancora forme religiose arcaiche che non sono cambiate per migliaia di anni. Per farsene un'idea basta pensare alle piccole pievi romaniche, dei secoli XI-XIII dai tratti rozzi e barbari che si ergono solitarie in mezzo a campi o boschi ancora oggi perchè i piccoli villaggi di legno che le circondavano sono spariti a causa dei materiali deperibili. Un'esempio lampante è la chiesa di San Secondo a Cortazzone (Asti), costruita attorno all'anno 1000 da monaci provenienti dal Piacentino, mandati a cristianizzare le popolazioni di queste terre. Su queste piccole chiese sono chiare le simbologie pagane, i riti della fertilità che i missionari cercavano di unire al culto di Cristo per avvicinare queste popolazioni alla "vera fede" ancora oltre un millennio dopo la nascita di Cristo.
Accoppiamento raffigurato sulla chiesa di San Secondo a CortazzoneIL CONTESTO SOCIALE, IL PIEMONTE RURALE
Tutto questo discorso mi viene necessario per dare l'idea di quale fosse la situazione in molte aree del Piemonte medievale in cui vivevano i nostri avi, ben diverso da quell'Italia classica e cristiana a cui pensiamo normalmente, simile solo ad altre zone appenniniche e alpine particolarmente isolate. Probabilmente questa tipo di società rurale primitiva sparì con molta difficoltà dall'anno mille in poi e alcuni frammenti erano ancora vivi nel folclore e nella religiosità popolare fino al secolo scorso. E' qui che possiamo inserire le molte "Pietre delle Masche" e come le molte "Pietre Guaritrici" rintracciabili in tutto il Piemonte che con qualche croce aggiunta e qualche esorcismo sono arrivate fino a noi. E possiamo anche inserire la figura dei vari "Frate masca" o "Prete masca" sicuramente più accettabili rispetto alle "suore o monache" masca che a causa del sesso erano più a rischio. Non solo nel folklore, ma anche nelle storie di paese è infatti facile imbattersi in queste figure, frati o preti cristiani che però si intendevano anche di magia, o meglio facevano o battevano "la fisica" e che probabilmente andavano a sostituire i vecchi "guaritori" e "guaritrici", druidi e druidesse (LINK), maghi e sciamane che probabilmente davano alle popolazioni rurali quello che i rappresentanti della nuova fede non erano in grado di dare: un aiuto pratico contro malattie, siccità, e cose del genere. Di questo tipo di racconti è pieno il territorio piemontese e sono pieni i documenti processuali dei tribunali dell'inquisizione locale e man mano vedremo di riportare i più significativi e interessanti su queste pagine.
L'apparizione di una Masca in una faggeta, interpretazione artistica contemporanea.Bibliografia selezionata:
"MASCHE" di Donato Bosca e Bruno Murialdo
"Streghe in Piemonte" di Massimo Centini
"I Benandanti" e "Storia notturna" di Carlo Ginzburg
(da finire)
LINK interessanti:
https://axismundi.blog/2018/10/28/frammenti-di-uno-sciamanesimo-dimenticato-le-masche-piemontesi