Di Guido
Alcune rappresentazioni della divinità conservate al museo gallo romano di Lione. |
In honor(em) /
d(omus) d(ivinae) deo Su/ cello Silv(ano) /
Spart(us) l(ocus) d(atus) d(ecreto) d(ecurionum)
Nel suo nome troviamo la radice gallica "Cellos" colpitore, attacante, derivante dal proto indoeuropeo "Keldos" da cui anche il latino "Cellere", ecc... che ci da una traduzione come "Il buon battitore" Un etimologia alternativa ci viene dallastudiosa Bianca Maria Pròsper, la quale fa derivare il nome della divinità da "Kel" - proteggere e quindi "su-kel-mó(n)" traducibile come "colui che protegge bene".
Le rappresentazioni di Sucellus vanno dalle più primitive e popolari in pietra a quelle molto più raffinate e classicheggianti in metallo. Quella qui sopra proviene dai Lari di una casa gallo romana della Francia del primo secolo A.C. e risulta molto simile al Silvano classico. Un altro attributo molto importante di Succello è la sua "compagna" Nantosuelta. Anche in questo caso lo sappiamo per un'iscrizioni in latino arrivata fino a noi sull'altare di Sarrebourg rinvenuto nel 1895 che dice:
Deo Svcello /
Nantosvelte /
Bellavsvs Mas /
se filivs v(otum) s(olvit)
l(ibens) m(erito)
trad. "Al Dio Sucellos e a Nantosuelta, Bellausus, figlio di Massa che felicemente e meritatamente ha adempiuto al suo voto."
Bellausus e sua madre Massa hanno dei nomi celtici e probabilmente era pellegrini.
Nantosuelta da Speyer, l'altare di Sarrebourg, l'altare di Karlsruhe |
Sucellos/Silvano da Torino e da Nimes |
Il "Maometto" di Borgone di Susa |
La seconda riguarda la sopravvivenza dei culti antichi nella religiosità popolare, argomento che mi affascina sempre più. A volte andiamo a cercare le teorie più fantasiose su libri scritti negli Stati Uniti o cose del genere. Vicino a casa mia c'è una chiesa dedicata a San Rocco, santo molto amato da queste parti per cui devo ammettere ho sempre avuto una certa simpatia per via della sua rappresentazione: un personaggio barbuto con un saio trasandato, un cane e il suo bastone da viandante. San Rocco è famoso per essere un taumaturgo, per essere vissuto tra il sud della Francia e il Nord Italia tra il 1346/50 e il 1376/79, nacque a Montpellier e morì a Voghera. La rappresentazione di cui parlo non sembra antichissima ma sicuramente è li da parecchi decenni e riprende altre rappresentazioni popolari del Santo, che evidentemente è andato nei secoli a sostituire un culto rurale che non andava sparendo. In un epoca in cui internet non poteva nemmeno essere immaginato è impressionante come l'immagine di un dio gallico legato alla foresta si sia tramandata fino ai giorni nostri nell'immagine di un santo legato alla campagna e che sia ancora oggi aggetto di culto per migliaia di cattolici che a livello razionale ne sono probabilmente ignari, ma che a livello simbolico ne mantengono vivo il culto nella società cattolico-materialista contemporanea.
La chiesa di San Rocco di Alessandria, la rappresentazione del Santo sulla facciata e il rilievo si Sucellos da Nimes |
Bibliografia:
Dizionario di mitologia celtica (Italiano) di Miranda Green
Links:
http://www.treccani.it/enciclopedia/nantosuelta_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/
https://earthandstarryheaven.com/2018/11/28/sucellos/