Iniziamo con quello che ha detto Alessandro Barbero qualche tempo fa (LINK - minuto 6:35) nella conferenza sulla sua "Storia del Piemonte": "I Liguri non sono per niente una popolazione misteriosa, una volta non si sapeva che lingua parlavano, poi si sono trovate delle cose... ora sappiamo che i Liguri erano dei Celti, dei Galli..." queste "cose" sono da attribuire principalmente agli studi di Filippo Maria Gambari (Archeologo, direttore del Museo delle Civiltà di Roma e dirigente dei Beni Culturali), il quale ha definitivamente all'interno delle lingue celtiche e più precisamente tra il Celtico del primo periodo e Lepontico e Celtiberico. Quello che credo abbia sempre messo in imbarazzo molti accademici italiani è quindi la non "Italicità" dei liguri, che è una cosa insensata, visto che più di 2000 anni fa l'Italia non esisteva e in gran parte della penisola le popolazioni non erano "Italiche" nel vero senso della parola, basti pensare alla Magna Grecia. Questo modo di pensare ha influenzato tutti e allo stesso tempo anche gli studiosi d'oltralpe tranne forse in Francia dove in effetti i Liguri sono sempre stati considerati abbastanza tranquillamente Galli, probabilmente per gli stessi motivi nazionalistici. In effetti a questo punto bisogna ricordare un fatto abbastanza notevole: Il nome Celti (che deriverebbe da Kala, "Roccia", dai Kaletu e quindi stesse per "i duri", "gli eroi", nome con il quale si autodefinivano le confraternite guerriere galliche - cit: Filippo Maria Gambari) venne per la prima volta usato dai greci che vennero in contatto con queste popolazioni per la prima volta con le popolazioni che vivevano nei dintorni della colonia di Marsiglia. Queste popolazioni erano i Liguri Salluvi che ci hanno lasciato alcune delle più importanti testimonianze scultoree di tutta l'Europa preromana nel santuario di Roquepertuse. In questo santuario sono presenti dei portali dedicati al culto della testa e soprattutto due statue assise nella posizione "del loto" detti "i guerrieri" o per via della posizione "buddha celtici" (LINK al post qui). Quindi il termine stesso Celti potrebbe derivare da popolazioni normalmente considerate "Liguri".
Sui liguri si è comunque scritto molto, lo hanno fatto sia gli storici accademici, sia gli appassionati più o meno seri. Chi segue il mio blog sa che sono aperto a tutto, anche se poi, a livello storico, mi piace andare a vedere cosa è credibile ed ha basi fondate e cosa invece è da prendere un pò meno seriamente. In questo caso, devo ammettere che certi testi "accademici" continuano ad essere molto superficiali, ancorati a teorie vecchie di secoli e a volte veramente poco credibili, a volte per i motivi "nazionalistici di cui parlavo sopra, a volte semplicemente per una evidente superficialità per quanto riguarda un argomento che poco interessa. In molti libri sull'Italia antica infatti i Liguri vengo semplicemente etichettati come "popolo italico" come se un territorio geografico dovesse per forza influenzare gli aspetti culturali di popolazioni antichissime. C'è da domandarsi se ci sono voluti anni ad accettare e studiare approfonditamente gli Etruschi e si continua a mettere da parte altre popolazioni italiche, quale potrebbe essere l'interesse per delle popolazioni "barbariche" che tanto impensierirono i romani.
LA STORIA:
Detto questo quando si parla di Liguri bisogna considerare due fattori importantissimi: l'epoca storica di cui si sta parlando e i confini territoriali che nelle epoche che ci interessano non erano per niente definiti e molto diversi dagli attuali. Per esempio molte volte si parla alla stesso modo di Liguri neolitici o addirittura paleolitici e di celto-liguri dell'età del ferro. Un errore tipico degli appassionati è di confondere l'epoca megalitica con l'epoca celtica. Oppure si fa l'errore esattamente opposto, considerare le culture che si sono succedute nei secoli come completamente differenti, con un taglio netto. Ancora oggi possiamo leggere il passato celtico del Piemonte o della Liguria dai molti toponimi ad esempio.
Ricostruzione di donna ligure, zona di viverone.
Ricostruzione di donna ligure, zona di viverone.
Per semplificare in epoca remota prenderò ad esempio alcuni ritrovamenti in territorio ligure propriamente detto. Andando a scavare nei tempi più remoti si finisce nel paleolitico inferiore, ovvero circa 400 mila anni fa nel sito di Terra Amata presso Nizza. In questo luogo sono stati ritrovati ben 21 livelli di abitati successivi e alcuni manufatti. Si parla di uomini pre-neanderthaliani. Si passa poi ai ritrovamenti Neanderthaliani di cui è notevole l'impronta visibile all'interno delle grotte di Toirano, per arrivare, facendo un salto di centinaia di migliaia di anni alle grotte dei Balzi Rossi (presso Ventimiglia) con i ritrovamenti di sepolture di uomini di Cro-Magnon alti mediamente più di 1,80 m e di alcune bellissime statuine femminili (veneri). Arturo Issel, uno dei più importanti studiosi dei liguri (vedi La Pietra D'Issel), geologo e paleontologo genovese, li considerava infatti diretti discendenti dell'Uomo di Cro-Magnon, e qualcun altro si spinge a dire che essi si diffusero da qui in tutta la Gallia costituendo la base preindoeuropea che con le successive stratificazioni indoeropee provenienti da oriente formarono i Celti propriamente detti. Queste ipotesi non possono essere provate in nessun modo. La storia dal mio punto di vista incomincia a diventare ancora più interessante nel periodo del neolitico e dell'età del rame. Dell'epoca megalitica ci giungono molti siti sparsi in tutta europa. Questo è il periodo storico più affascinante ed interessante per la storia non solo locale ma europea in generale, che purtroppo sia per difficoltà obbiettive che per disinteresse è ancora avvolta nella nebbia. Simili raggruppamenti di Menhir, tumuli e incisioni sono state ritrovate dal medio oriente fino alla scandinavia, sempre in territori non troppo distanti dalle coste, facendo pensare a prime migrazioni di popoli che utilizzavano il mare per muoversi. Ma non vorrei andare fuori tema, e mi limiterò a dire che alcune incisioni e menhir e statue menhir accomunano il fenomeno megalitico dell'areale ligure e piemontese a quello francese e svizzero dandoci una prima idea di quello che era il territorio ligure propriamente detto. Bisogna aprire una parentesi: con il ritrovamento dell'uomo di Similaun (LINK) si sono riprese in considerazione molte teorie, si è visto ad esempio che nel 3000 a.c. i collegamenti tra nord e sud delle Alpi erano molto più importanti di quanto non si credesse. Il tipo di pugnali ad esempio o di alcune asce, era lo stesso raffigurato sulle statue stele in Lunigiana (territorio ligure) e su altre statue stele a nord delle Alpi (vedi post apposta). Quando si parla di culture preistoriche delle età dei metalli in area alpina e subalpina si è parlato di popolazioni protoceltiche, ma a complicare tutto è arrivata la recente scoperta che il DNA di Oetzi (la mummia di Similaun) non era simile a nessun gruppo europeo se non a quello dei Sardi! I Sardi quindi sono probabilmente quello che resta dei vecchi europei prima delle numerose e stratificate invasioni da est. La storia è davvero affascinante e complicatissima- Ma torniamo ai Liguri dell'ultimo millenio prima di Cristo: alcuni studiosi dicono che nella loro massima espansione questo popolo occupava gran parte della pianura padana fino al veneto a est, il sud della Francia e parte della Svizzera fino ad arrivare alla Spagna. Ci sono molte prove al riguardo, numerosi ritrovamenti, toponimi (basti pensare a Genova e Ginevra ad esempio). Alcuni scavi effettuati nella zona del Lago di Viverone hanno portato alla luce i resti di un importante villaggio su palafitte e alcuni manufatti, tra cui urne, vasi, spade e stampi per le spade (tutto conservato al museo di Antichità di Torino), molto simile ai villaggi dei laghi della Svizzera dello stesso periodo. A questo popolo dobbiamo probabilmente anche gli allineamenti di pietre erette che si trovavano nei pressi di Cavaglià e dei quali oggi resta solo qualche testimonianza (LINK).
Tuttavia i ritrovamenti non sono sufficienti per definire la storia di questo popolo che non usava la scrittura fino al contatto con gli Etruschi prima e con i Romani poi e bisogna riferirsi ad alcuni autori classici. Esiodo (VI sec. a.C.) definisce i Liguri come uno dei tre grandi popoli barbari: Sciti (Asia), Aetiopi (Africa) e Liguri (Europa). Nell'Eneide i Liguri sono una delle pochissime popolazioni che combattono al fianco di Enea nella guerra contro i Rutuli. Virgilio nomina anche i loro due re, Cunaro e il giovane Cupavone, il figlio e successore di Cicno, figura già nota nella mitologia greca. Cicno o cicnu significa Cigno, animale sacro. Purtroppo mi sto dilungando troppo e per informarsi, alla fine del post elenco una piccola biografia in cui se qualcuno è interessato, potrà trovare testi utili ad approfondire. Direi che siamo giunti al periodo più interessante, quello che ha fin dai tempi più antichi creato più problemi e dibattiti.
Il periodo celtico.
"Citati per la prima volta dallo storico greco Erodoto attorno al 450 a.C., i Celti occupavano in origine un'area compresa tra l'alto Reno e le sorgenti del Danubio, tra la Germania meridionale, la Francia orientale e la Svizzera settentrionale.
Attorno all'VIII-VII sec. a.C. raggiunsero le coste atlantiche dell'attuale Francia e la penisola iberica. Più tardi raggiunsero la Germania nord-occidentale, le isole britanniche, la Boemia, l'Ungheria, l'Austria e l'Italia centro-settentrionale.
Nel IV-III sec. a.C. la lingua e la cultura celtica erano dominanti in Europa. Se le popolazioni celtiche costituivano un'unità dal punto di vista culturale, mancavano tuttavia completamente di coesione dal punto di vista politico. Questo le rese particolarmente vulnerabili alla pressione di Germani a est e dei Romani da sud.
Nell'Europa occidentale i Celti furono completamente latinizzati, nelle isole britanniche e in Ungheria presero il sopravvento elementi germanici. Una parziale ripresa della cultura celtica si ebbe nelle isole britanniche tra il VI e il X sec. d.C., grazie alle missioni dei monaci irlandesi che avevano integrato l'eredità celtica con nuovi elementi di matrice cristiana."
da https://www.swissinfo.ch/ita/cultura/lo-splendore-ignoto-dell-arte-celtica/1074900
Dedicherò ai celti in generale un post, in futuro. Si inizia a parlare propriamente di questo popolo con la cultura di La Tène, così chiamata dalla località svizzera in cui vennero fatti i principali ritrovamenti. Del resto anche l'origine dei popoli gallici è ancora oggetto di dibattito e non bisogna dimenticare che i popoli celtici vengono identificati esclusivamente per mezzo delle loro lingue e delle loro culture. E' probabile che si trattasse di gruppi di guerrieri eterogenei che poi si raggrupparono in tribù. La terra stessa occupata dai Liguri venne nominata dai Romani "Gallia Cisalpina" ovvero l'Italia Settentrionale. I contemporanei erano molto incerti se considerare questo popolo una etnia celtica locale (come lo erano ad esempio i Belgi che avevano caratteristiche molto vicine ai Germani e che furono i più noti colonizzatori della Britannia) o un popolo a se stante con cultura affine a quella celtica. Come dicevamo la lingua parlata in "Liguria" in questo periodo era di tipo celtico come ci dicono gli scrittori classici e alcuni ritrovamenti (l’iscrizione “Mi Nemeties” sicuramente celtica che significa di me, Nemetie, risalente al VI sec. a.c. e ritrovata a Genova in caratteri etruschi), le divinità principali erano le stesse adorate in Gallia transalpina (Belenus, Lug, Bormo, Belisama, Pen...) e anche l'utilizzo di Torques e altri oggetti in stile sicuramente celtico. Sembra però che i Liguri fossero rimasti più arretrati, forse perchè abitavano sui monti e per certi autori classici è proprio questa la grande differenza: i Celti abitavano la pianura mentre i Liguri la montagna. Questo ci viene riportato da Diodoro Siculo che però è chiaramente di parte e presenta alcune contraddizioni palesi dovute alla volontà denigratoria da parte romana nei confronti di avversari che resistettero secoli. D'altra parte è successo lo stesso in altre parti d'Europa: inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc... continuano, anche se in misura minore, a esaltare quello che la civiltà romana ha lasciato alla loro cultura. Che si vogliano considerare i Liguri di questo periodo propriamente celti o una variante locale, essi vennero celtizzati dai galli d'oltralpe nel periodo subito successivo (del resto i galli francesi vennero a loro volta celtizzati da quelli orientali...) che probabilmente penetrarono in Gallia Cisalpina nel V secolo a.c.. Questo ingresso non fu sempre traumatico, infatti nonostante le battaglie essi si integrarono con le popolazioni locali per via delle somiglianze culturali dando origine a un periodo definito celto-ligure in quelle che oggi sono le regioni della Liguria, del Piemonte e della Lombardia e del sud della Francia. I veneti erano anch'essi affini ai celti ma con una lingua propria e la loro celtizzazione fu molto meno accentuata. Comunque attorno al 474 a.c. le popolazioni galliche sconfissero gli etruschi presso il Ticino riprendendosi tutta la pianura padana, e arrivarono fino a roma, depredandola. Questo periodo durò ancora fino al II secolo avanti cristo, quando dopo molte guerre (...) i romani decisero di sconfiggere definitivamente le pericolose popolazioni dell'Italia settentrionale. Nel 181 a.c. venne fondata la colonia di Aquileia nell'odierno Friuli. Ma ad ovest le popolazioni con maggiori caratteristiche liguri erano ancora da sottomettere. Gli Apuani, o Liguri Montani, che arrivavano ad occupare le terre della toscana settentrionale vennero sconfitti nel 179 a.c. Gli Statielli che occupavano i territori che ora fanno parte delle province di Savona, Cuneo e Alessandria (L'odierna Acqui terme era il centro più importante: Aquae Statiellae) vennero sconfitti nel 173 senza opporre resistenza ma il console Marco Pompilio Renate li ridusse in schiavitù gli e cominciò a organizzare la vendita di schiavi provenienti da questa popolazione che venne fermata un anno dopo dal senato di Roma. Lo storico greco Polibio testimonia che pochi decenni dopo i celti erano ormai confinati in poche zone subalpine o espulsi dalla regione, tuttavia questa affermazione era ancora una volta di parte. I Romani disponevano ormai dei grandi centri e delle vie di comunicazione e oltre a compiere un vero e proprio genocidio delle popolazioni locali portavano migliaia di cittadini romani a colonizzare la regione, ma molti dei territori montagnosi e collinari erano ancora a celti e liguri. I Salassi che occupavano l'attuale zona del Canavese in Piemonte si scontrarono la prima volta nel 141 a.c. con i romani sotto il consolato di Appio Claudio Pulcro, che venne sconfitto subendo gravi perdite, tanto che nel 100 a.c. Roma istituì la colonia di Eporedia (Ivrea) insediando molti coloni. I salassi si rifugiarono sulle montagne fino a quando nel 25 a.c. con la fondazione di Augusta Praetoria, l'attuale Aosta e con la concessione del diritto romano a tutti gli abitanti cessarono le ultime resistenze. In ogni caso non è ben chiaro quando la Gallia Cisalpina divenne Provincia Romana. Nell'89 a.c. Mediolanum (Milano) ricevette la dignità di cologna, nel 49 a.c. cesare concesse la cittadinanza romana agli abitanti della provincia e nel 42 a.c. la regione divenne parte integrante dell'Italia romana. Tuttavia la lingua e molte usanze rimasero ancora influenzate dal passato ligure e celtico per secoli e in parte lo sono ancora oggi. Uno studio di qualche anno fa, effettuato su abitanti che da generazioni abitano il territorio cisalpino ha dimostrato che ancora fino a qualche decennio fa almeno i geni erano quelli celto liguri.
Bibliografia:
"I cacciatori paleolitici" a cura di Santo Tinè, Sagep Editrice, 1990.
"I primi agricoltori" a cura di Santo Tinè, Sagep Editrice, 1983.
"Paesaggio e architettura delle regioni padano-alpine dalle origini alla fine del primo millennio" di Gilberto Oneto, Priuli e Verlucca,2002.
"I Liguri - Un antico popolo europeo tra Alpi e Mediterraneo", Skira, 2004.
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