Pagine

domenica 8 ottobre 2023

La pieve romanica di Rubbiano

 

Rubbiano è un paese che si trova nella valle del torrente Dolo, appennino Modenese e più precisamente nel territorio del comune di Montefiorino. La località viene nominata la prima volta nel 728 quando i Longobardi aprirono la Via Bibulca chiamata in questo modo perché permetteva il transito di due buoi appaiati e ancora oggi percorribile. Il nome Rubbiano deriva probabilmente da Fundus Rubbianus che a sua volta potrebbe derivare dal nome proprio Rubbiano o da un'erba il cui nome latino è Rubia (o grana rossa) usata per tingere lane e pellami. 

La Pieve è forse la più antica del modenese, fondata nel VII e dedicata a Maria Assunta sull'importantissima via longobarda che collegava la Valle Secchia con la Toscana attraversando la Selva Romanesca, che, come già detto veniva detta Bibulca. Alla pieve era connesso un'Ospizio per pellegrini e viandanti e i testi più antichi che la riguardano risalgono al 882 e al 902 firmate dai parroci per riparazioni della chiesa e per l'istruzione di ragazzi e si trovano all'Archivio Capitolare di Modena. La pieve era officiata da un capitolo di canonici che vivevano in comune con l'Arciprete ma il suo prestigio subì un duro colpo a causa della fondazione dell'Abbazia di Frassinoro, per questo nacquero diverse controversie tra le due istituzioni e si dovette ricorrere addirittura al Papa callisto II.


L'architettura attuale è in stile romanico e risale al periodo compreso tra i secoli X e XII seguendo il modello cluniacense, ha 3 navate con transetto e 3 absidi. Nel 1662 la chiesa venne accorciata (un'arcata) per motivi statici e quindi venne demolita la facciata originale. Per la nuova vennero utilizzate le stesse pietre ma purtroppo si persero lo zoccolo e numerose decorazioni. Nel corso del 1800 vennero restaurate le absidi. L'interno, con colonne e capitelli decorati con animali fantastici non ho potuto visitarlo in quanto purtroppo la chiesa era chiusa e il paese deserto in una uggiosa domenica di inizio autunno che comunque ha accentuato il fascino del luogo. In particolare è notevole un'acquasantiera decorata con sirene ed arpie romaniche e fu scolpito dalla stesso maestro delle metope che lavorò al Duomo di Modena attorno al 1300.

In ogni caso, oltre allo stile architettonico romanico che amo, la parte più affascinante delle pievi di campagne è la decorazione che nella maggior parte dei casi si discosta da quella delle cattedrali urbane dello stesso periodo per uno stile più primitivo e bizzarro. Queste decorazioni rappresentano motivi astratti e floreali che uniscono influenze bizantine, celtiche e longobarde, tipicamente medievali, ma anche personaggi in atteggiamenti a volte a dir poco equivoci, animali e esseri di fantasia: Sirene bicaudate (Melusine LINK) arpie, centauri, ecc... che riescono in un attimo a rimandarci alla mentalità e all'immaginario dell'Europa rurale di quel periodo che purtroppo in parte è andato perduto.


Quello che però mi ha colpito di più è il gatto scolpito sotto ad uno dei tipici archetti romanici di una delle absidi e che si vede nella foto qui sopra a sinistra e sul quale ho scritto un post a parte di cui metto il LINK: "Uno stregatto rubbiano?"

Qui sotto aggiungo qualche foto della meravigliosa chiesa:



Nessun commento:

Posta un commento