venerdì 25 aprile 2008

Il Platano di Napoleone

(in questa foto si nota la grandezza del tronco alla base, circa 8 metri alla base, non so quanto ad altezza uomo)

Anche conosciuto come "albero (o pianta) di Napoleone" o, soprattutto fuori zona, come "Platano di Alessandria", è uno degli alberi più grandiosi d'Italia. La leggenda dice sia stato piantato da Napoleone dopo la famosa battaglia di Marengo, la battaglia che consacrò Bonaparte vincitore e diede inizio alla sua carriera. Considerato un liberatore (all'epoca questa parte d'Italia era proprio Francia, non territori francesi) sfilò per la città e, come in molte altre città, piantò un viale di platani, che all'epoca dovevano costeggiare tutta la strada che dal centro città arriva a Marengo.

Come si diceva è uno degli alberi monumentali più grandi d'Italia: oggi circa 40 metri di altezza per quasi 8 di circonferenza alla base. Si tratta di un Platano Occidentale (Platanus Occidentalis L.) originario del mediterraneo orientale, stranamente in questo punto ha trovato il posto ideale per svilupparsi fino a raggiungere queste dimensioni. E' considerato uno degli alberi monumentali più importanti del Piemonte e d'Italia, ma...

MA...

E' una vera pena vederlo così, l'imperatore degli alberi, oggi stretto in uno svincolo, una rotonda, una statale e la tangenziale alla periferia di Alessandria. Attaccato al guardrail, assediato dalla auto 24 ore su 24: praticamente impossibile da avvicinare a chi voglia visitarlo o portargli i propri omaggi o doni. Oggi sembra quasi troppo imponente, un ostacolo per gli automobilisti che nemmeno lo vedono o lo guardano solo come un'ostacolo. Mio progetto è organizzare una festa annuale a LUI dedicata, un compleanno, in cui EGLI sia avvicinabile e venga giustamente celebrato!!!

lunedì 21 aprile 2008

La Pietra della Vita a Oropa

Inizio con "La Pietra della Vita" (Ròch d'la vita in piemontese), noto masso, oggetto di culto fin dai tempi più remoti. Si trova all'interno dell'area del Santuario di Oropa forse il più importante dei monti sacri (vedi la pagina su Wikipedia e l'articolo dedicato al Santuario di Crea e alla sua Pietra Guaritrice) sulle pendici dei monti non molto distante da Biella, a nord-est della chiesa principale, parzialmente murato all'interno di una capella costruita nel 1700 per cercare di nasconderlo. E' interessante notare che questo luogo di pellegrinaggio monumentale è uno dei maggiori d'Italia e forse il luogo di culto mariano più antico dell'occidente. Oggetto di culto una statua lignea che rappresenta una MADONNA NERA, reminescenza dei culti precristiani della Dea, simbolo femminile della Fecondità della Terra. Secondo la leggenda portata qui da S.Eusebio (che cristianizzò il piemonte) nel 369 mentre si nascondeva dalla persecuzione dei pagani che popolavano il piemonte. In realtà, la statua venerata nella basilica antica è di fattura gotica, probabilmente risalente al 1200. Sembra ovvio comunque che questo fosse già un importantissimo luogo di culto naturale precristiano. Sappiamo infatti dagli scritti di Mario Trompetto, che "in Vercelli prevaleva il politeismo romano mentre nelle valli alpine e nel Monferrato si conservava intatto il culto degli antichi celti tra i quali la venerazione di grandi massi erratici. Dove rifulse l'animo apostolico di Eusebio fu l'impegno nell'eliminare il paganesimo specialmente nei centri di antichissimo culto come ad Oropa e a Crea sostituendo il culto delle deità femminili celtiche con il culto della Madre di Dio, Maria."


Sta di fatto che le prime cappelle e poi il santuario sorsero in un luogo già sacro, tra un gruppo di massi erratici considerati magici, un bosco sacro celtico e una fonte di acqua ancora oggi considerata miracolosa dai fedeli. La Basilica antica sorge su una delle pietre, considerata così sacrà che è stata lasciata a vista anche all'interno con tanto di candele e di offerte.


Proprio qui troviamo la santissimo madonna nera e il dipinto di Sant'Eusebio che come un druido benedice le popolazioni e gli animali della valle stando in piedi sulle pietre magiche, esattamente come San Cornelio a Cranac.



LA PIETRA DELLA VITA: oggetto principale del culto pagano che mai la chiesa riusci a sconfiggere è difficile da trovare quando ci si reca sul posto per la prima volta. Il luogo boscoso è pieno di massi affioranti dalla terra, ed essa si trova parzialmente coperta dietro ad una cappella costruita nel '700 per occultarla. Questo masso era oggetto di culto naturalistico precristiano e appartiene al gruppo di Pietre Guaritrici (vedi la Pietra Guaritrice di Villa del Foro e quella di Crea) così numerose in territorio piemontese. Ad esso le donne ricorrevano per i dolori lombari ma soprattutto quando avevano difficoltà ad avere figli. Il rito originario era questo: le donne entravano nella stretta fenditura, poi giravano più volte attorno al masso e infine vi battevano contro i genitali.


LA CRISTIANIZZAZIONE (vedi LINK) Quando Sant'Eusebio in fuga arrivò qui con l'intento di evangelizzare le popolazioni locali non riuscì ad impedire questo culto perchè era troppo radicato. Le dimensioni del masso, ma non solo di questo, reserò impossibile la rimozione, così per secoli si limitarono ad incidere varie croci (oggi chiaramente visibili) su di esso per renderlo "santo". Con il tempo la sopravvivenza di questo rito restava troppo forte e la fenditura venne murata più volte. Oggi, come dicevamo, la pietra è parzialmente coperta da una cappella del 1700, che contiene la parte principale del masso, ma gran parte di esso è ancora visibile. Sappiamo dalle testimonianze di gente come Carlo Ratti e Luigi Pertusi che ancora all'inizio del '900 c'erano lunghe file di donne, talvolta a piedi nudi, che borbottavano incompresibili filastrocche, giravano in tondo e battevano con forza le loro parti intime in un punto particolare della pietra.

Ancora oggi la pietra è meta di varie persone, che a volte furtivamente, a volte meno si siedono o si coricano sul masso approfittando delle sue energie benefiche.

Oltre alla Pietra e alla Madonna nera sono altre le stranezze di questo luogo legato a culti precristiani ed energie terrestri: proseguendo per una stradina verso est si arriva ad un'altra piccola cappelletta dedicata a S.Eusebio, costruita nel '800 in cui sono presenti molti simboli non cristiani tra cui una grande svastica.






Come raggiungere la Pietra: Da Biella seguire per Oropa. Arrivati in fronte al santuario non entrate ma proseguire sulla strada che sale a sinistra. Arrivati dietro all'edificio principale. a poche decine di metri dall'angolo a Nord Est della chiesa, si trova questa cappelletta bianca costruita sul masso.

Bibliografia:
Guida ai luoghi misteriosi d'italia, di Umberto Cordier. Ed. Piemme.
Le Grandi Pietre Magiche, di Roberto Gremmo. Ed. Storia Ribelle.

Le Antiche Pietre in Piemonte


Le Antiche Pietre in Piemonte (e zone circostanti).

Pietre: Megalitismo, Menhir, Dolmen, Cromlech, incisioni rupestri, Pietre sacre o magiche: sono presenti sul territorio europeo con maggiore frequenza in zone come le isole britanniche e il nord ovest della francia ma anche in Asia, nord Africa e altri luoghi sparsi per il mondo. Pochissimo si sa al riguardo delle "Civiltà Megalitiche", non furono i druidi o i celti come si era pensato... (questo argomento verrà approfondito in altro post)

In alcune zone queste antiche testimonianze di pietra vengono seriamente catalogate e salvaguardate da anni, in altre zone non vengono quasi prese in considerazione e con il passare degli anni vengono distrutte o fatte sparire. Questo è il caso della zona che ci interessa: il Piemonte e le zone limitrofe.

Le radici preistoriche e  protostoriche di questa zona sono strettamente legate con quelle del sud est della francia, della Liguria, parte della Lombardia e della Svizzera attuali, che una volta costituivano un'area abbastanza omegenea abitata da popolazioni "Liguri" e "Celto-Liguri" (anche questo verrà approfondito).

Il gruppo di opere megalitiche di questa zona (molto spesso dimenticato) è chiamato "groupe d'alpes provence".


Perchè rispetto ad altre zone il megalitismo in Piemonte è semi sconosciuto?

Come molte altre persone ho iniziato ad interessarmi a questo argomento anni fa, leggendo dei luoghi più famosi come Stonehenge, Newgrange o Carnac, per poi arrivare alle steli della Lunigiana per esempio e a scoprire la presenza di luoghi incredibli così vicini a casa mia. La ricerca di questi luoghi non è facile, praticamente non esistono guide e se uno non conosce le zone è praticamente impossibile trovarli.

Ma come mai?

Parlando di MEGALISTISMO vero e proprio si trattava di monumenti antichissimi già al momento delle invasioni romane nella Gallia Cisalpina (200 a.c. circa). E' probabile che fino a quel momento questi luoghi fossero ancora tenuti in considerazione come luoghi sacri o come osservatori legati al ciclo stagionale. Queste furono zone in cui i romani compirono veri e propri genocidi, alcune popolazioni liguri vennero praticamente cancellate (Esempio gli Statielli) e quando si insediarono qui imporatarono il loro tipo di colture più industriali e le loro divinità, demolendo probabilmente molti dei luoghi pre-esistenti che dovevano sembrare solo mucchi di pietre. Tuttavia i romani erano pagani e nella maggior parte dei casi assimilarono alcune divinità locali o unificarono le equivalenti (Es. Penn o Pennina divenne Giove Pennino). Il disastro più grande avvenne ovviamente con la cristianizzazione: come si sa alberi e boschi sacri vennero sradicati, pietre rase al suolo (nei casi in cui questo era impossibile vennero ricoperti di croci incise o su di essi vennero erette chiese - Pietra della vita a Oropa, Pietra di Santa Varena nei pressi di Alessandria). Famose le varie condanne medioevali contro l'adorazione di Alberi, Fonti e Pietre che tuttavia non riuscirono mai ad essere del tutto cancellate. Era usanza in Svizzera fino al secolo scorso, distruggere le pietre erette o che recassero incisioni che contadini e viandanti trovavano lungo il loro cammino, perchè bruttissime e ovviamente legate al maligno. Gran parte degli allineamenti e dei cerchi di pietre o menhir vennero distrutti (alcuni continuano ad essere distrutti anche oggi tra l'indifferenza generale) per fare posto a campi, coltivazioni strade, o ricoperti da nuove costruzioni. Avevo sentito che molti di questi luoghi in Piemonte vennero distrutti ancora negli anni '70 per fare spazio a delle vigne.

Un altro fattore culturale importantissimo, è stata la "cultura di stato" considerata come ROMANA o comunque classica a tutti costi. Per molti anni e in parte ancora oggi è stato considerato vergognoso ammettere le proprie discendenze "barbare". Quindi tutto quello che non è "romano" viene ancora oggi considerato poco ineteressante... idea idiota che a fatto si che per chi abita in zone come questa (Piemonte e Nord Italia, Puglia per esempio ma anche per un romano, cosa sa dei propri avi pre-romani?) sia praticamente impossibile conoscere le proprie origini e anzi che la maggiorparte di essi sia ne sia del tutto allo scuro. Ovviamente il disastro totale venne portato a compimento durante il fascismo.

Ultimo ma forse più importante motivo è quello più semplice. Le caratteristiche geografice montuose e collinari e il tempo. In queste zone la sedimentazione in fondo valle e in pianura si forma molto velocemente o dilavamento cancella ogni tracce nelle zone più alte. E' possibile trovare le fondamenta di chiese vecchie di pochi centianaia di anni sotto alcuni metri di terra, fuguariamoci pietre difficilmente riconoscibili da pietre naturali vecchie di migliaia di anni!

Mano a mano parlerò di alcuni luoghi ancora visibili e visitabili di questa zona uno per uno. La Tag da cliccare sarà PIETRE PIEMONTE qui a destra.

giovedì 17 aprile 2008

Il Faggio

IL FAGGIO:

tutti gli alberi sono bellissimi e sarebbe sbagliato dire di preferirne uno solo, però il faggio è uno di quelli a cui sono più affezionato. Ricordo che da piccolo a metà strada percorrendo il sentiero che saliva sul Monte Pelpi (in provincia di Parma) c'era un prato con un grosso Faggio (spero ci sia ancora!) sotto cui andavo a sedermi e a giocare. Una volta presi un ramo caduto e dopo averlo sbozzato con coltellino che mi avevano regalato lo portai a casa dove cone l'aiuto di una lima e un seghetto ne feci un manico di un martello. Mio nonno ne fu molto fiero perchè era venuto benissimo e lo possiedo e lo uso ancora oggi!!!

Alcuni faggi nell'appenino delle quattro province tra Piemonte, Lombardia, Emilia e Liguria.


Il Faggio (fagus sylvatica) vive tra i 900 e i 1500 metri di quota, può raggiungere i 35 metri di altezza. E' facilmente riconoscibile per la sua corteccia grigia e liscia, le foglie sono ovali fiorisce verso aprile/maggio. I suoi frutti, le faggiole, sono simili a piccolo castagne piramidali, che grantiscono la sussistenza agli animali del bosco. Ama i versanti ombrosi. Il Faggio è una pianta tipicamente europea e genera spesso boschi puri, entrare in uno di questi boschi da veramente l'idea di entrare in un luogo sacro, è l'albero della meditazione. Bellissimo in tutte le stagioni, raggiunge il suo aspetto più imponente negli esemplari isolati. La sua presenza significa longevità, bellezza, vitalità, integrità e ricchezza del bosco.


mercoledì 16 aprile 2008

Boschi sacri, Nemeton...

Boschi sacri, Nemeton...

Visto che ho intitolato questo blog in questo modo, inizierò subito a parlare dei miei amici alberi e del rapporto che i nostri antenati hanno avuto con loro. L'albero può essere considerato il simbolo della spiritualità europea e indoeuropea (e ovviamente non solo, basti pensare che nei primi secoli uno dei simboli del buddismo era proprio l'albero e non il Buddha stesso). Esso era alla base di tutti i culti primordiali ed è restato centrale fino all'arrivo del cristianesimo, che comunque, nei momenti di peggiore intolleranza. non potendo distruggere tutti gli alberi d'Europa ne ha conservato alcuni aspetti (ma di questi aspetti parlerò in un altro momento). In effetti i boschi sacri erano presenti in tutta l'Europa antica: dalla Grecia alla Scandinavia esistevano zone in cui si poteva entrare in contatto col le divinità (ancora strettamente legate alla natura) in mezzo agli alberi.

Ancora oggi, chi non sia stato ancora completamente annientato dalla vita moderna, può, entrando in un bosco, sentire la presenza di queste forze, non saprei come definirle, che nei secoli gli uomini hanno cercato di spiegare e di antropomorfizzare per semplificarne la presenza e poi il culto.

Nemeton (boschi sacri appunto) più famosi di cui noi abbiamo notizia si trovavano a Dodona per i greci, a Nemi per i romani, quello vicino a Locronan per i Celti nel nord ovest della Francia, quello famosissimo di Uppsala per le popolazioni scandinave e germaniche. Che io sappia non si hanno notizie dei Nemeton sacri ai Liguri o della Gallia Cisalpina, data la volontà di nascondere la loro presenza dai tempi delle invasioni romane fino ai giorni nostri... ma si presume ce ne fossero molti: è mio volere informarmi sulla questione e aggiornare questa pagina in un prossimo futuro. La parte del territorio europeo in cui questi luoghi sono sopravvissuti per più tempo sono sicuramente le terre Baltiche. Esse vennero cristianizzate soltanto alla fine del 1300, anche se ovviamente i cristiani estirparono tutte le foreste in seguito. Un luogo sacro era Romowe in Nadruvia una zona nel Nord della Prussia. Esso era anche il nome della religione ufficiale della Lituania fino al 1387 (e che oggi è finalmente in fase di rinascita).

Santuario di Romowe in prussia.

Anche in India (in cui sopravvivono molte usanze simili a quelle dell'Europa pre cristiana) esistevano moltissimi boschi sacri e ne esistono ancora oggi. Essi venivano chiamati "Devarakadus" (boschi degli dei) e venivano protetti e conservati dagli abitanti della zona. Famosi i boschi e gli alberi legati alla vita del Buddha. Vari i boschi e gli alberi venerati anche in Giappone e l'importanza che essi avevano per i nativi americani e qui mi fermo.

Da ricordare la persistenza durata fino ai giorni nostri di echi legati ai culti dell'Albero rintracciabili ovunque in Europa e particolarmente viva fino a qualche secolo fa con le congreghe e i sabba delle streghe che immancabilmente si ritrovavano sotto qualche Albero "Sacro". Il più famoso è sicuramente il Noce di Benevento e io ricordo il Noce di Trisobbio in provincia di Alessandria, che ancora oggi fiorisce sempre nei giorni del Solstizio d'Estate (per questo è detto di San Giovanni). In essi il Papa e i boia del clero trovavano pane per i loro denti: adorazione della natura e donne che alzavano la testa!

Inutile ricordare quanto le "radici cristiane dell'Europa" non siano assolutamente le sole e anzi che quelle radici poggino su radici ben più profonde. Quello che purtroppo fecero i cristiani fu mettere al centro dell'universo l'uomo (o un dio a forma di uomo) che poteva disponere a suo piacimento della natura intera, e  quindi sradicare i più imponenti Alberi, radere al suolo i boschi sacri e uccidere e torturare chi li amava e li considerava amici, purtroppo. Basti pensare che per costruire San Pietro a Roma vennero disboscate intere regioni dell'Umbria.

Libro consigliatissimo: "MITOLOGIA DEGLI ALBERI" di Jacques Brosse (BUR) - [LINK]

martedì 15 aprile 2008

benvenuti!

Eccomi sul nuovo blog: utilizzerò questa pagina per registrare i miei pensieri, i miei interessi e tante altre cosine. Se vi interessano gli alberi, la terra, se fate fatica a vivere sempre in città, non vi piacciono le auto ma amate le antiche divinità e gli spiriti, tornate presto a trovarmi!