sabato 21 agosto 2021

Un ricordo della mia carissima gattina Siouxsie, quando muore un gatto.

 

A Siouxsie piacevano molto i cartoni animati. 

1 agosto 2021

Introduzione: Questa mattina verso le 10 ho ricevuto la chiamata dalla clinica veterinaria in cui il dottore mi informava che la mia carissima Siouxsie aveva avuto una crisi respiratoria e non aveva passato la notte. Speravo che mi dessero notizie di un miglioramento, ma non è stato così. Giovedì era venuta a svegliarmi come sempre con il suo entusiasmo, testate e zampate. Al pomeriggio mi sono accorto che non era venuta a mangiare e dopo averla cercata l'ho trovata in una cuccia particolarmente nascosta nel mobile Ikea. Non ci ho fatto troppo caso. La sera mi sono reso conto che aveva le orecchie calde e quando dopo pochi minuti è venuta in cucina per cercare cibo ho visto che barcollava e non si reggeva in piedi. Mi sono spaventato e dopo aver chiamato Cristina per dirgli che la nostra gattina stava male sono uscito con lei nel trasportino e sono andato alla clinica 24/24 che c'è qui ad Alessandria. Da quel momento è stata tutta una serie di lastre ed esami. La mattina stava ancora male, ritorno alla clinica che trova la causa nel cuore ingrossato, purtroppo nessuno in zona può fare un ecocardio così dopo varie telefonate la porta all'istituto di Novare, una specie di grande ospedale veterinario. Li dopo un'attenta visita vediamo che il cuore non c'entra ma Siouxsie che non mangia dal giorno prima va ricoverata. Il giorno dopo faranno gli esami. La mattina dopo mi chiamano, sembra che la febbre sia scesa da sola, ma continua a non mangiare, in giornata faranno tutti gli esami. La sera mi chiamano e sembra che la causa sia un iperglicemia che ha causato un infezione all'intestino. Bisognerà capire se è diabetica e se l'intestino è da operare. Io intanto sono 2 giorni che sono preoccupatissimo, ho recitato mantra e altro per cercare di influenzare positivamente le cose, in qualche modo questa ipotesi mi da un pochino di solievo, penso che si possa curare riesco a mangiare qualcosa e dopo altri mantra vado a dormire, crollo come un sasso, era tempo che non succedeva. Verso le 5, Loki, suo fratello mi sveglia urlando, mi alzo per dargli qualche crocchetta. Mi risveglio alle 8 e inizio con altri mantra, non riesco a mangiare niente. Alle 10 arriva la chiamata in cui, come dicevo prima, venivo in formato che la mia Siouxsie aveva lasciato il corpo. Probabilmente aveva una gravissima infezione al sistema nervoso fulminante. Non so davvero come farò, chi non ha mai avuto gatti, o magari chi ne ha avuti come se ne avevano una volta in campagna è difficile possa capire cosa vuol dire. Il 21 gennaio 2020, poco prima della grande epidemia, ci aveva lasciato anche Hela, la nostra gatta più anziana e due mesi fa Merlino, il gatto dei miei genitori, di cui magari un giorno scriverò. Oltre al Corona Virus gli ultimi due anni sono stati terribili per queste e tante altre perdite, mentre scrivo faccio davvero fatica a non essere negativo.

Una delle mie foto preferite, i suoi occhi a "bottone".

Un ricordo della mia carissima Siouxsie 

(Importante: se state passando per una situazione simile, forse è meglio andare direttamente al paragrafo successivo, queste righe sono molto personali e leggerle potrebbero fare più male che bene a voi)

Dopo questo lungo preambolo mi piacerebbe parlare un pochino di Siouxsie. Dico subito che è stata la gatta più entusiasta e soprattutto più affettuosa che abbia mai avuto, questo rende questo momento davvero difficile. Un giorno di luglio del 2013 avevamo trovato lei e suo fratello da un banco di gattare al mercatino delle pulci di Casale. L'episodio fu veramente curioso: Cristina si svegliò quella domenica mattina dopo essersi sognata un gattino tigrato che arrivava in casa nostra. Era la seconda domenica del mese e c'era il mercatino a Casale dove quasi sempre andavamo. Arrivati la abbiamo visto questo banco sotto il sole con diversi gattini, in una gabbia ce n'erano due piccoli piccoli di cui uno tigrato. Abbiamo capito subito che era quello del sogno e che sarebbe venuto a casa con noi. La tipa del banco lo ha fatto prendere in braccio a Cristina ma subito la sorellina nera si è messa sulle sbarre disperata guardando il fratello. Non c'era possibilità: dovevamo portarli a casa. Così, dopo aver firmato alcune carte li abbiamo messi in uno scatolone e siamo andati a casa. Sulla strada, a Mirabello ci fermarono anche i carbinieri, che notarono i gattini. Senti uno dei due che lo diceva all'altro sotto voce e ci fecero subito ripartire. Erano proprio piccoli, Siouxsie era la più energica e per cercare di uscire dallo scatolone calpestava Loki. Non avevano ancora un nome e non sapevamo nemmeno se fossero maschio o femmina. Il giorno dopo dal veterinario lo scoprimmo e decidemmo di chiamare Loki il tigrato (come il dio nordico del caos e di tante altre cose poco belle) e Siouxsie la nera come la famosa cantante gotica. Dopo pochi giorni scoprimmo a nostre spese che erano pieni di funghi. Io non venni particolarmente colpito, ma Cristina e addirittura mia Mamma si. Restarono chiusi in una stanza per un po' di tempo fin che non guarirono. Siouxsie in particolare era diventata tutta spelacchiata! Con il tempo però svilupparono entrambi una bellissima e foltissima pelliccia. Erano sempre insieme e lo sono stati fino a venerdì. La mattina si rincorrevano come matti, passando anche su di noi sul letto. A Siouxsie piaceva mangiare e quindi era un po' cicciotta. Era una gatta nera ma così piena di entusiasmo, non lo dico adesso per circostanza, chiunque la conoscesse un pochino lo sapeva. Mi faceva le feste addirittura quando da una stanza entravo in quella in cui si trovava lei. Rispondeva sempre quando la chiamavo, o quasi, se non era troppo comoda. Quando tornavamo a casa lei veniva sempre, ma proprio sempre alla porta a fare le feste. Delle volte addirittura si metteva su due zampe come un orsetto. Quando mi vedeva, anche se era su un cuscino o su una sedia, si rotolava sempre per la felicità di vedermi, era incredibile. Appena dicevo Siouxsie mi veniva incontro facendo mille versi, si strusciava si rotolava, penso che nessuno al mondo fosse così felice di vedermi in ogni momento. Aveva degli occhi "a bottone" che a volte erano quasi inquietanti, così grandi e tondi. Quando le tiravamo fuori il cibo era così esaltata che le vibbrava la coda fortissimo. Un'altra sua caratteristica era il dimenticarsi spesso la lingua fuori dalla bocca dopo essersi pulita, rendendosi veramente buffa. A differenza della povera Hela non era estremamente appassionata di dolci, però comunque li apprezzava. Le piaceva addirittura l'insalata scondita e cercava sempre di fregarmi il muesli, in particolar modo le uvette che cercavo attentamente di non lasciarle mangiare. le piaceva il gelato e lo yogurt di soia. Era cicciotta e il suo pelo foltissimo e morbido. Sembrava un orsetto, con quelle zampe corte e le orecchie un po' più piccole di quelle degli altri gatti anche se a punta e sopra alla testa. La cosa più incredibile era poi che guardasse con attenzione sia i documentari sugli animali sia i cartoni animati. Una giorno comprammo l'anime "Mary e il fiore della strega" in cui la streghina incontra un gattino nero e lei stette a guardare tutto il film, in alcuni momenti avvicinandosi alla tv. Come dicevo è sempre rimasta legatissima al fratello Loki che leccava e puliva in continuazione e con cui dormiva e stava spessissimo. Siouxsie comunque era molto affezionata a noi, era davvero incredibile. Quando facevamo i nostri esercizi di Yoga e di meditazione lei era sempre con noi: si sedeva sul materassino e generalmente si tranquillizzava, sembrava davvero che a volte facesse meditazione con noi. Quando avevo bisogno di allungarmi, le facevo segno di andare sul mio cuscino e lei ci andava davvero, sedendosi. Quando dipingevo veniva sempre in studio e cercava di starmi in braccio. Durante il lockdown del 2020 era praticamente sempre in braccio o sul mio tavolo e si vedeva anche in diverse dirette che feci su instagram in quei difficili momenti. Era anche soprannominata "panda" non solo per la sua forma ad orsetto, ma anche perchè cercava sempre di mangiarmi (e ci riusciva) la pianta di bamboo che avevo sul balcone. Insomma quella di oggi è stata davvero una delle più grandi perdite della mia vita. Ho fatto tutto il possibile appena mi sono accorto che non stava bene, eppure mi sento lo stesso in colpa. Mi dispiace così tanto di averla lasciata in clinica le ultime due notti, ma non avrei potuto fare altro, aveva 8 anni e speravo davvero che sarebbe tornata a casa. Io penso che tutti gli esseri non siano solo corpi fisici e in particolare negli ultimi anni e negli ultimi tempi ne sono diventato sempre più convinto e cosciente.  Tuttavia il distacco fisico e la sofferenza fisica continuano ancora ad essere aspetti che non riesco ad affrontare. O meglio non riesco a comprendere. Il pensiero di non rivederla più (almeno nel suo bel corpo, così com'era) è davvero insopportabile in questo momento. Era lo spirito felice di questa casa e la tristezza di non poterla più vedere si aggiunge al fatto di aver perso uno dei pochissimi esseri che mi amavano davvero in questo mondo, lei lo faceva in modo veramente sincero e puro, sempre. Era una vera espressione di gioia in questo mondo.

Oggi ho letto una cosa che mi è piaciuta molto:

Dicono che i gatti siano piccoli monaci meditativi, capaci di portare l’armonia in casa. Secondo l’ordine buddista del Fo Guang Shan, ad esempio, sono come persone che hanno già raggiunto l’illuminazione.
I gatti sono esseri liberi che bevono quando hanno sete, che mangiano quando hanno fame, che dormono quando hanno sonno e che fanno ciò che devono in ogni istante, senza sentire la necessità di compiacere nessuno.
Non si lasciano trasportare dall’ego e un particolare curioso di questi animali, secondo il buddismo, è che hanno imparato a comprendere gli uomini da tempi ormai remoti, al contrario, le persone ancora non imparano a comprendere i gatti.
Son leali, fedeli ed affettuosi, le loro dimostrazioni d’affetto sono intime e indirette ma, nonostante ciò, tremendamente profonde. Solo coloro in grado di scavare nel proprio Io interiore, con rispetto e dedizione, godranno del loro amore ineguagliabile; ma le persone instabili o che alzano spesso la voce non saranno mai gradite ai gatti.

e anche:

"Fu in Thailandia e in questo contesto che venne scritto “Il libro delle poesie dei gatti” o Tamra Maew, attualmente conservato nella biblioteca nazionale di Bangkok come un autentico tesoro da preservare. Negli antichi papiri che componevano questo libro poteva leggersi una meravigliosa storia che raccontava che, quando una persona raggiungeva i massimi livelli di spiritualità e poi moriva, la sua anima si univa placidamente al corpo di un gatto."

entrambi i testi li ho trovati qui:


2 agosto 2021

è passato un solo giorno e oggi è stato forse peggio di ieri. Vedo i punti dove si metteva lei e mi viene ancora da mettere a posto la copertina, terribile. Loki annusa i posti dove stava e si mette nei punti dove si mettevano vicini, è davvero difficile vederlo. Mi vengono in mente le sue abitudini, tipo mettersi in punta di zampe, alzare la nuca chiudendo gli occhi per prendersi meglio le carezze quando le facevo il gesto di toccarle la testa. Spero che con il tempo riesca a ricordare queste cose con piacere, adesso è terribilmente doloroso. So che le anime di tutti gli esseri viventi sono infinite ed eterne, ma non riesco ad accettare il fatto che non la rivedrò più qui. 

Questa mattina ho fatto stampare alcune foto, ne avevo bisogno una per fare un altarino e dire alcuni mantra (lei li ascoltava sempre) per aiutare il momento del bardo. Ne ho messa una nella cornicetta, fare la selezione (veloce, farò una bella cartella e ne farò stampare altre più avanti quando sarà meno difficile) è stato uno strazio, mi sembra impossibile che non ci sia più. 

Certe foto sono di 4 o 5 giorni fa.

4 agosto 2021

Ieri e soprattutto oggi è andata un po' meglio per me. Ieri ho ancora avuto delle crisi vedendo le sue foto e provando a fare yoga dove lo abbiamo sempre fatto (fino a qualche giorno prima) con lei. Non è facile. Oggi sono dovuto andare a Milano tutto il giorno, i ritardi e vari giri da fare mi hanno distratto molto e ci ho pensato meno. In ogni caso ho detto i mantra per lei sia al mattino che sta sera appena tornato e devo ricordare che Sophie si è messa di fianco a me seduta verso la foto di Siouxsie ed è stata con me per quasi tutto il tempo dei due giri completi di mantra (se n'è andata per un rumore arrivato dalla strada). Andando dalla finestra mi è subito venuta in mente, perché quando mi appoggiavo li a guardare la strada lei saltava su. Non posso fare a meno di ricordare il suo modo di fare per farsi sempre accarezzare la testa: sulla punta delle zampe alzando la nuca e chiudendo gli occhi vibbrando fortissimo la coda. Mi viene sempre in mente il suo culetto di pelush, è ancora troppo presto per ricordare senza starci male, dovrei riuscire a lasciarla andare. 

Due settimane dopo circa

Va molto meglio. Devo dire che quando penso a Siouxsie continuo ad avere dei veri e propri mancamenti, ma in confronto alla prima settimana sto molto meglio. In qualche modo riesco a tenere a bada i pensieri, la prima settimana è stata davvero terribile, peggio di quanto uno possa immaginare, ma il tempo aiuta, lo dico a chiunque dovesse leggere questo testo e stesse passando in questa situazione. 

Cosa fare quando muore un gatto? (O un'altro animale a cui siamo affezionati?)

Scrivo questa parte a distanza di molto tempo dalla perdita della mia gatta Siouxsie, prima ero molto più coinvolto era praticamente impossibile. Nei testi sopra parlo come fosse normale di mantra, yoga, anime ecc... bisognerebbe spiegare tutto, ma sarebbe troppo difficile partire da zero in poche righe. Ci sarebbero alcuni punti da chiarire ma so che in una situazione del genere nessuno avrebbe voglia di approfondire sul serio, quindi cercherò il più possibile di andare al punto per poi magari mettere delle note.

CAPIRE LA SITUAZIONE

Prima di tutto, perché la morte di un gatto (o di un altro animale a noi caro) è così difficile, a volte addirittura più difficile di quella di un caro "umano"? Faccio notare che, come dicevo sopra, negli ultimi anni ho perso due delle mie gatte e il gatto dei miei (a cui eravamo tutti affezionati) ma anche diversi parenti e amici, è stato un periodo terribile. Lo sottolineo perché qualcuno potrebbe deridere le mie parole dicendo che non so cosa sto dicendo: ad un anno di distanza dalla morte di Siouxsie ho perso anche mia mamma dopo sei anni di orribile malattia. Perchè quindi la perdita di un gatto può essere per certi versi terribile o anche peggiore di quella di un caro umano?

immagine

Premessa: Prima di tutto (tutto quello che scrivo è profondamente personale) io non ho mai fatto distinzione di specie, ho sempre considerato gatti, mucche, piccioni e qualsiasi altro essere senziente, alla pari di un essere umano. Siamo tutti animali: a livello fisico abbiamo tutti un sistema nervoso complesso e delle emozioni. Possiamo tutti provare dolore, paura, solitudine. In molti potranno dire che noi siamo più intelligenti, ma cosa vuol dire intelligenza? E nel caso l'intelligenza ha a che fare con il dolore? Un bambino di un anno soffre meno di una persona di quarant'anni? Io credo al massimo possa essere il contrario: i ricordi di quando ero proprio piccolo (e quindi "molto poco intelligente") sono spesso legati a paure e traumi, che sapevo gestire molto meno di adesso. Quindi, chiunque abbia un animale con cui ha un rapporto molto stretto saprà, in cuor suo, che il legame è semplicemente quello che si ha con una persona cara.

Incomprensione: quello che ho scritto sopra porta a tutta una serie di incomprensioni che rendono ogni cosa più difficile. Chi non ha mai avuto un rapporto di questo genere, di solito, non riesce proprio a capirlo. In oltre la nostra società ci porta, da un lato, a pensare che con gli animali, essendo comunemente considerati inferiori, non si possa avere un rapporto importante e profondo, personalmente, quando è morta Siouxsie, non ho avuto il conforto che avrei avuto se avessi perso un famigliare e lo dico da Piemontese abituato a minime dimostrazioni di affetto: Cristina, la mia compagna, ha sofferto quanto me e purtroppo non era a casa quando è successo. L'unica in famiglia che è stata davvero dispiaciuta è stata mia mamma, dagli altri parenti prossimi (ne ho veramente due) non ho avuto nemmeno un messaggio. Gli unici ad essere gentili sono stati alcuni amici lontani che, avendo gatti, hanno capito e mi hanno mandato cari messaggi. Tuttavia è difficile continuare a vivere normalmente nei giorni successivi al lutto come se niente fosse in mezzo a gente che non capisce. Ad aggravare la cosa c'è anche la natura machista e violenta che ancora oggi sta alla base della nostra civiltà (anzi oggi più di qualche anno fa) per cui oltre alla sofferenza personale ci sia l'istinto di nascondere e minimizzare la nostra situazione con chi magari lavoriamo. 

Quindi per questo, la cosa migliore è riuscire a trovare qualcuno che capisca e che possa magari starci vicino. Se questo non è possibile (succede spesso) il mio consiglio è quello di cercare libri o testi su internet che ci diano un po' di conforto, magari scritti da qualcuno che ci è già passato. E' proprio per questo che sto scrivendo queste righe.

E' difficile comunicare con gli animali. Questa è forse la cosa che più di ogni altra rende la sofferenza di un animale caro più difficile di quella di un umano. Una persona generalmente sa, più o meno, cosa sta passando, e questo da un certo punto di vista può essere ancora peggio, ma sa di avere bisogno di aiuto, sa che se bisogna andare all'ospedale o che se deve prendere una medicina è per il suo bene. Un caro sa anche che noi siamo preoccupati e condividiamo la sofferenza. Chiunque abbia avuto un rapporto di un certo tipo con un animale sa che si può comunicare, a volte anche in modo molto profondo, ma purtroppo resta sempre una certa distanza per quanto riguarda cose più razionali. E' terribile avere la sensazione di fare un torto al proprio gatto mentre lo si obbliga a prendere del cibo o una medicina con la siringa. Ci si sente malissimo a portare l'animale a cui si vuole bene dal veterinario quando lui vorrebbe stare solo tranquillo nella sua cuccia. Tutto questo può essere davvero straziante, avrò sempre i rimorsi per aver portato Siouxsie nell'unica clinica disponibile di notte a circa 70 km da casa e averla lasciate li per i suoi ultimi due giorni. Ma cosa potevo fare? Ho speso quasi tutti i soldi che avevo in quel momento sperando che potesse salvarsi e invece è morta da sola. E qui aggiungo un altra cosa ancora: è difficile anche trovare un bravo veterinario, che sia anche empatico e gentile e molte volte è anche un problema finanziario. 

Guardare il proprio gatto che soffre, vederlo spegnersi piano piano è terribile, magari dovere prendere anche la decisione di porre fine alle sue sofferenze, come si può trovare un senso a tutto questo orrore?

Mancanza di senso

Quello che scrivo adesso, in gran parte vale anche per le persone. La sensazione che mi ha sovrastato in quella situazione è stata la mancanza assoluta di senso. Una volta ho sentito che da sempre le società umane, da quelle primitive fino alla nostra, affrontano la morte in due modi diversi: parlandone sempre oppure non parlandone mai. La nostra civiltà odierna, veloce, basata sulla performance e sul profitto, sulla bellezza superficiale e completamente meccanicistica ha deciso di nascondere la morte. I cimiteri sono semi abbandonati, i rituali sono sempre più brevi, la morte viene vista come un contrattempo. Il problema è che noi abbiamo un bisogno fondamentale di trovare un senso e di celebrare il passaggio. Anche gli atei fino a diversi decenni fa avevano il loro rituale funebre: il funerale civile. Oggi anche quello è stato rimosso, credendo che si possa fare a meno di tutto. Lascio perdere ulteriori constatazioni sul lutto umano, ma se questo è ciò che succede per le persone per gli animali è una cosa ancora più difficile. 

Culturalmente cristiani?

Chi segue questo blog, sa che ho sempre cercato di scavare a fondo molte idee date per scontate della religiosità popolare europea. Per essere brevi il fatto è che, bene o male, il cristianesimo ha influenzato profondamente la nostra civiltà, anche dove non si vede (ad esempio le basi della scienza, ma questa è un'altra storia) ma noi, a differenza degli altri monoteisti (ebrei e musulmani) continuiamo ad essere sotto sotto "pagani". Dico questo perché è importantissimo realizzare questa cosa per capire attraverso a cosa stiamo passando. Il cristianesimo, ufficialmente, ancora oggi nega che gli animali abbiano un anima. Molte volte si dice che dio sia fatto come noi e che gli altri esseri senzienti siano inferiori e siano, praticamente, al nostro completo servizio. Tutto questo non è vero storicamente (non approfondirò qui), ma lo è per il cristianesimo così come lo conosciame. Questo causa una situazione contradditoria: gran parte della popolazione convive con animali (purtroppo non vale solo per certi animali), sa benissimo che con loro si instaura un rapporto profondo e questo succede dai tempi antichi, tuttavia la chiesa non può celebrare un funerale per un gatto. Quando quello che speriamo che mai succeda alla fine succede siamo costretti a far finta di niente o ad arrangiarci. Questo non succede in altre culture e se, abbiamo un bisogno di tipo spirituale, questo può venirci in aiuto.