Visualizzazione post con etichetta Oriente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Oriente. Mostra tutti i post

domenica 15 giugno 2025

IL SUTRA SULLA CONTEMPLAZIONE DI AMITAYUS: Tredici Contemplazioni (9-13)

Queste ultime meditazioni sono dedicate alla contemplazione del Buddha Amitayus e dei due grandi Bodhisattva che lo accompagnano, seguite dalla contemplazione dei devoti della Terra Pura.



9) Contemplazione del Bodhisattva Avalokiteshvara (Kannon / Guanyin)

[17] Il Buddha disse:
"Dopo aver contemplato la figura del Buddha, contempla il Bodhisattva Avalokiteshvara, il cui corpo è alto ottanta milioni di yojana.
Il suo corpo emana una luce dorata e splendente, simile a quella del Buddha stesso.

Dalla sua testa si irradiano raggi di luce, all’interno dei quali appaiono mille Buddha.
Ogni capello del suo corpo emette luce contenente innumerevoli Bodhisattva e Buddha.

Sulle mani tiene un loto di oro puro. I suoi piedi poggiano su fiori di loto gioiello.
Dalle sue mani e piedi fluiscono luci infinite, che si diffondono ovunque portando salvezza a tutti gli esseri.
La sua voce dolce consola ogni essere vivente e li guida verso la liberazione.

Contemplare Avalokiteshvara in questo modo è chiamato la nona contemplazione."


10) Contemplazione del Bodhisattva Mahasthamaprapta (Seishi / Daishichi)

[18] Il Buddha disse:
"Dopo Avalokiteshvara, contempla il Bodhisattva Mahasthamaprapta.
Il suo corpo è alto la stessa misura di Avalokiteshvara, e la sua luce illumina tutto l’universo.

Sulla sua testa porta una corona fatta di cinquecento fiori gioiello, da cui si diffondono innumerevoli raggi di luce.
In ogni raggio appaiono miriadi di Buddha.
Tiene nella mano destra una gemma di saggezza, che emana una luce dorata che penetra la mente degli esseri viventi, risvegliandoli.

La sua presenza trasmette una forza spirituale immensa e infonde energia, determinazione e saggezza nei praticanti sinceri.

Visualizzare Mahasthamaprapta in questo modo è chiamato la decima contemplazione."


11) Contemplazione del Buddha Amitayus insieme ai due Bodhisattva

[19] Il Buddha disse:
"Quando hai completato la visualizzazione di Amitayus, Avalokiteshvara e Mahasthamaprapta, immaginali insieme.

Amitayus siede al centro, su un loto dorato; Avalokiteshvara alla sua sinistra; Mahasthamaprapta alla sua destra.
Tutti e tre irradiano luce infinita e guardano con compassione verso tutti gli esseri nei mondi delle dieci direzioni.

Questa contemplazione genera immensa meraviglia e gioia nel cuore del devoto.
Coloro che la praticano con sincerità e costanza saranno certamente nati nella Terra Pura.

Questa è chiamata l’undicesima contemplazione."


12) Contemplazione dei devoti di grado elevato nati nella Terra Pura

[20] Il Buddha disse:
"Ora contempla i praticanti di grado superiore che rinascono nella Terra Pura.

Essi sono coloro che, nella vita terrena, hanno avuto fede profonda, hanno recitato il nome di Amitabha con cuore sincero e praticato le virtù.
Nel momento della morte, il Buddha e i due Bodhisattva appaiono davanti a loro con fiori di loto.
Essi siedono sul fiore, che si chiude e li trasporta verso la Terra Pura, dove il fiore si apre e si trovano immediatamente in presenza del Buddha.

Contemplare questa scena è chiamato la dodicesima contemplazione."


13) Contemplazione dei devoti di grado medio e inferiore

[21] Il Buddha disse:
"Esistono anche coloro di grado medio e inferiore:


Alcuni hanno commesso errori ma, nel momento della morte, pronunciano sinceramente il nome del Buddha.


Anche costoro vengono accolti dal Buddha o dai Bodhisattva, rinascono in un loto nella Terra Pura e, pur passando un tempo più lungo nel fiore, infine realizzano l’illuminazione.

Questa è chiamata la tredicesima contemplazione."





Riassunto delle Contemplazioni 9–13

9) Contemplazione di Avalokiteshvara (Kannon / Guanyin)

👉 Si visualizza il Bodhisattva della Compassione, di forma gigantesca, raggiante di luce dorata.

  • Da ogni poro del suo corpo emanano luci salvifiche e visioni di Buddha e Bodhisattva.

  • Tiene in mano un loto prezioso e si erge su un fiore di loto.

  • La sua voce consola e guida tutti gli esseri verso la liberazione.

🌀 Simbolo di compassione attiva e salvezza universale.


10) Contemplazione di Mahasthamaprapta (Seishi / Daishichi)

👉 Si contempla il Bodhisattva della Saggezza e della Forza spirituale.

  • Emette luci potenti che svegliano gli esseri all’energia del risveglio.

  • Tiene una gemma luminosa che penetra la mente e stimola la fede e la determinazione.

🌀 Simbolo di saggezza vigorosa e risoluta, che sostiene la pratica.


11) Contemplazione del Buddha con i due Bodhisattva

👉 Si visualizzano Amitayus al centro, Avalokiteshvara a sinistra e Mahasthamaprapta a destra.

  • Tutti e tre brillano di luce infinita e guardano compassionevolmente tutti gli esseri.

  • Questa visione rappresenta il trio celeste della Terra Pura, perfetta armonia di saggezza, compassione e risveglio.

🌀 Visione culminante della guida spirituale e della sicurezza del Rinascimento nella Terra Pura.


12) Contemplazione dei devoti di grado superiore

👉 Coloro che, con fede profonda e pratica costante, muoiono invocando Amitabha, vengono accolti dal Buddha e dai Bodhisattva.

  • Nascono immediatamente nella Terra Pura, su fiori di loto, e si trovano faccia a faccia con il Buddha.

🌀 Rinascita immediata e luminosa, per chi ha sviluppato piena fede e virtù.


13) Contemplazione dei devoti di grado medio e inferiore

👉 Anche chi ha condotto una vita imperfetta ma ricorda il Buddha con sincerità al momento della morte può rinascere nella Terra Pura.

  • Rinasce in un loto che si apre gradualmente, e alla fine raggiunge la liberazione.

🌀 Messaggio di speranza: nessuno è escluso se il cuore è sincero.


🧘‍♂️ Conclusione simbolica:

Le ultime cinque contemplazioni uniscono visione interiore, fede e compassione universale. Mostrano che la pratica visuale e devozionale, se fatta con cuore sincero, può condurre tutti gli esseri alla salvezza, a prescindere dalla loro condizione attuale.

martedì 27 maggio 2025

IL SUTRA SULLA CONTEMPLAZIONE DI AMITAYUS: Tredici Contemplazioni (5-8)


5) Contemplazione dei Laghi del Tesoro

[13] Il Buddha disse:
"Dopo aver visualizzato gli alberi del tesoro, contempla i laghi della Terra Pura.

Nella terra di quel Buddha vi sono laghi di acqua delle otto virtù, ciascuno largo centinaia di migliaia di yojana.
L'acqua è limpida, pura, fresca e dolce, fluente e tranquilla. La superficie dell’acqua è composta di oro liquido, e il fondo è coperto da sabbia di berillo e diamante.

Ai quattro lati dei laghi si trovano scale fatte di oro, argento, berillo e cristallo, che scendono dolcemente verso l’acqua.
Ogni lato ha il suo colore distinto, e l’acqua riflette queste luci in modo perfettamente armonioso.

Al di sopra dell'acqua galleggiano fiori di loto grandi come carri. I petali sono fatti delle sette gemme preziose e profumano di dolci fragranze.
Ogni lago emana una luce che illumina l'intero ambiente circostante, e le sue onde suonano come centinaia di migliaia di melodie.
Le onde e le brezze proclamano costantemente i suoni del Dharma, rendendo la mente pacifica e gioiosa.

Visualizzare chiaramente questi laghi è chiamato la quinta contemplazione."


6) Contemplazione delle Torri e dei Padiglioni

[14] Il Buddha disse:
"Dopo aver completato la visualizzazione dei laghi, contempla le torri e i padiglioni della Terra Pura.

In quella terra vi sono innumerevoli padiglioni e torri, fatti interamente di gemme come l’oro, l’argento, il berillo, il cristallo, la corniola, la perla e il corallo.
Queste strutture sono alte e magnifiche, decorate con stendardi, tende e reti di gemme sospese, che brillano in tutti i colori.

All’interno di ciascun padiglione vi sono troni gioiello, rivestiti di sete celesti e ricoperti di fiori.
Dai padiglioni scendono luci luminose che illuminano l’ambiente e armonizzano i suoni celestiali.
Innumerevoli esseri celesti si radunano in questi luoghi, cantando lodi al Buddha e ascoltando il Dharma.

Visualizzare chiaramente queste torri e padiglioni è chiamato la sesta contemplazione."


7) Contemplazione del Trono del Buddha Amitayus

[15] Il Buddha disse:
"Dopo aver visualizzato i padiglioni, contempla ora il trono del Buddha Amitayus.

Quel trono si trova nel centro del paese della beatitudine (la Terra Pura), sotto un albero del tesoro alto quattro milioni ottocentomila yojana.
L’albero ha un tronco d’oro, rami di berillo e foglie di smeraldo; fiori e frutti vi sbocciano in abbondanza, tutti fatti di sette gemme preziose.

Il trono è costruito con cento mila gemme, circondato da innumerevoli gioielli luminosi, come reti di luce.
Attorno a esso, ci sono otto leoni gioiello che fungono da supporto: i loro corpi sono d’oro e rilucenti, fieri ma pacifici.
Sopra il trono vi è un fiore di loto gioiello con cento mille petali; ogni petalo splende con luce infinita e irradia fragranza celestiale.

Nel cuore del fiore si trova un magnifico trono, decorato con tende di perle e stendardi d’oro.
È qui che il Buddha Amitayus siede in meditazione, risplendente, circondato da miriadi di Bodhisattva.

Visualizzare chiaramente questo trono glorioso è chiamato la settima contemplazione."


8) Contemplazione della Forma del Buddha Amitayus

[16] Il Buddha disse:
"Dopo aver visualizzato il trono, contempla ora la forma del Buddha Amitayus.

Il corpo del Buddha è alto sessantadue milioni di yojana e la sua aureola si estende in ogni direzione per innumerevoli distanze.
Il volto del Buddha è come il Monte Sumeru: maestoso, luminoso, e irradia una luce dorata più brillante di mille soli.

Gli occhi sono come laghi limpidi: compassionevoli e profondi. Le sopracciglia sono arcuate e perfette; le orecchie lunghe e adornate di gioielli.
Il corpo è coperto di vesti fatte di luce e stoffa celestiale. Ogni poro della pelle emette raggi di luce, ognuno dei quali illumina universi interi e proclama il Dharma.

La voce del Buddha è profonda, armoniosa e risuonante come una campana di saggezza; ogni parola tocca il cuore degli esseri e li libera dalla sofferenza.
I trentadue segni di un grande uomo e gli ottanta tratti eccellenti del Buddha sono tutti chiaramente visibili.

Visualizzare perfettamente questa figura è chiamato l’ottava contemplazione."


Queste due contemplazioni rappresentano un passaggio importantissimo nella pratica: dalla visione dell’ambiente della Terra Pura alla contemplazione diretta del Buddha stesso.



 

RIASSUNTO DELLE CONTEMPLAZIONI 5-8 

5) Contemplazione dei Laghi del Tesoro

👉 Si visualizzano vasti laghi sacri nella Terra Pura, riempiti d’acqua delle otto virtù (pura, dolce, fresca, chiara, ecc.).

  • Il fondo è fatto di sabbia di diamante e berillo.

  • Intorno ai laghi vi sono scale di oro, argento, cristallo e berillo.

  • Fiori di loto galleggiano sulla superficie, emettendo luci, profumi e suoni armoniosi che proclamano il Dharma.

🌀 Scopo: calmare e purificare la mente attraverso immagini di bellezza serena e armoniosa.


6) Contemplazione delle Torri e dei Padiglioni

👉 Appaiono magnifici padiglioni e torri gioiello, fatti di oro, corallo, perle e altre gemme.

  • Sono adornati con reti di luce, stendardi di gemme e campane celesti.

  • All’interno si trovano troni preziosi, dove esseri celesti cantano lodi al Buddha.

🌀 Scopo: elevare la mente, mostrando l’architettura celestiale della Terra Pura come spazio sacro di ascolto e venerazione.


7) Contemplazione del Trono del Buddha Amitayus

👉 Al centro della Terra Pura sorge un immenso trono gioiello sotto un albero del tesoro.

  • Il trono è decorato con otto leoni, un loto gigantesco, luci radiosissime e fragranze celestiali.

  • È il seggio di Amitayus, il Buddha della vita infinita, che siede in perfetta meditazione.

🌀 Scopo: creare la visione del cuore sacro della Terra Pura, preparandosi a contemplare direttamente il Buddha.


8) Contemplazione della Forma del Buddha Amitayus

👉 Si contempla la maestosa figura di Amitayus:

  • Alto milioni di yojana, luminoso come mille soli.

  • Gli occhi compassionevoli, il corpo dorato e armonioso, le vesti fatte di luce.

  • Ogni poro emana luce e Dharma.

  • I trentadue segni del Buddha e gli ottanta tratti di perfezione appaiono chiaramente.

🌀 Scopo: stabilire nella mente la presenza viva e luminosa del Buddha, centro di fede, devozione e liberazione. 


🎐 Parte bassa / Primo pianoI Laghi del Tesoro (5ª Contemplazione)

  • Grandi laghi cristallini, profondi e calmi, con scale gioiello che scendono nelle acque.

  • Giganteschi fiori di loto galleggiano, emanando fragranze celestiali e onde che diffondono suoni armoniosi.

  • L’acqua riflette luci dorate, turchesi e argentee.

🏯 Parte centraleTorri e Padiglioni (6ª Contemplazione)

  • Padiglioni eterei sospesi sopra i laghi, fatti di oro, berillo e cristallo, adornati con reti di perle e stendardi di luce.

  • All’interno, esseri celesti e Bodhisattva meditano, offrono fiori e cantano inni al Buddha.

🌳 Parte superiore / Sfondo centraleTrono del Buddha Amitayus (7ª Contemplazione)

  • Un maestoso albero del tesoro che svetta oltre ogni altra cosa, con rami di gemme e luci arcobaleno.

  • Ai suoi piedi: un immenso trono gioiello sorretto da otto leoni dorati, sormontato da un loto radiante.

👑 Parte centrale più altaIl Buddha Amitayus (8ª Contemplazione)

  • Amitayus seduto sul trono, con corpo dorato luminoso, occhi compassionevoli, mani in mudra della meditazione.

  • Un’aureola sconfinata di luce si estende in ogni direzione.

  • Da ogni poro del suo corpo partono raggi di luce che contengono infiniti mondi e che recano il suono del Dharma.


🌈 Atmosfera generale:

Un paesaggio senza tempo, completamente trasparente, luminoso, puro, immerso in suoni celestiali, fragranze e colori infiniti.
L’immagine trasmette pace assoluta, purezza mentale e una bellezza ultraterrena.



LINKS:

domenica 11 maggio 2025

IL SUTRA SULLA CONTEMPLAZIONE DI AMITAYUS: Tredici Contemplazioni (1-4)



1) Contemplazione del Sole al Tramonto

[9] Il Buddha disse a Vaidehi:
"Tu e gli altri esseri senzienti dovreste concentrarvi e, con mente unificata, rivolgere il pensiero verso occidente.
Come si contempla? Tutti gli esseri senzienti [342a], eccetto coloro che sono nati ciechi — cioè tutti quelli che possiedono la facoltà della vista — dovrebbero guardare il sole che tramonta.
Sedetevi nella postura corretta, rivolti verso ovest. Osservate chiaramente il sole, con la mente saldamente fissata su di esso; concentrate lo sguardo e non lasciatelo vagare dal sole al tramonto, che appare come un tamburo sospeso sull’orizzonte.

Dopo aver fatto ciò, dovreste essere in grado di visualizzarlo chiaramente, sia a occhi aperti che chiusi.
Questa è la visualizzazione del sole, ed è conosciuta come la prima contemplazione.
Praticare in questo modo è chiamato contemplazione corretta, mentre praticare diversamente è errato."



2) Contemplazione dell’Acqua

[10] Il Buddha disse ad Ananda e Vaidehi:
"Dopo aver completato la prima contemplazione, praticate successivamente la visualizzazione dell’acqua.
Immaginate la direzione occidentale completamente sommersa dall’acqua. Poi visualizzate l’acqua come limpida e pura, e mantenete questa visione ben distinta. Non lasciate che i pensieri si distraggano.

Dopo aver visualizzato l’acqua, immaginatela che si ghiaccia. Una volta che avete visto il ghiaccio diventare trasparente fino in profondità, visualizzatelo trasformarsi in berillo (una pietra preziosa).
Quando avete ottenuto questa visione, immaginate che il suolo di berillo brilli intensamente, dentro e fuori, e che questo suolo sia sostenuto da colonne fatte di diamanti e delle sette gemme preziose, ornate con stendardi d’oro.

Queste colonne hanno otto lati e otto angoli, ognuno decorato con cento gioielli.
Ogni gioiello emette mille raggi di luce, ognuno dei quali ha a sua volta ottantaquattromila colori.
Riflettendosi sul suolo di berillo, appaiono come migliaia di koti di soli, così abbaglianti che è impossibile distinguerli nei dettagli.

Su questo suolo di berillo, sentieri dorati si incrociano come una rete di corde. Il terreno è suddiviso in aree fatte ciascuna di una delle sette gemme preziose, così che le suddivisioni siano ben distinte.
Ogni gemma emette un flusso di luce in cinquecento colori. Questa luce appare sotto forma di fiori, stelle o lune; sospesa nel cielo, si trasforma in una piattaforma luminosa, sulla quale si trovano dieci milioni di padiglioni fatti di cento gioielli.

Entrambi i lati di questa piattaforma sono ornati con cento koti di stendardi fioriti e innumerevoli strumenti musicali.
Mentre otto brezze pure si alzano dalla luce e fanno suonare gli strumenti musicali, esse proclamano la verità della sofferenza, del vuoto, dell’impermanenza e del non-sé.
Questa è la visualizzazione dell’acqua ed è conosciuta come la seconda contemplazione."



3) Contemplazione della Terra del Buddha

[11] Il Buddha disse:
"Dopo aver completato la visualizzazione dell’acqua, procedi con la visualizzazione della terra della Terra Pura.

Immagina che questa terra sia interamente composta da pietre preziose, e che ognuna di esse sia di una brillantezza e purezza ineguagliabile, diversa da ogni cosa del mondo umano.
Questa terra è piana e liscia, come il palmo della mano, senza montagne, colline, valli o dislivelli.
Essa è costituita interamente da gemme preziose — oro, berillo, cristallo, corallo, ambra, agata, e perle — che formano un pavimento a scacchi, ognuna separata da linee dorate.

Tra i quadrati formati da queste gemme si trovano fiumi d’oro liquido, dai quali si levano onde sonore che proclamano continuamente le virtù del Buddha: la perfezione della saggezza, della compassione, della moralità e della liberazione.
Nel mezzo di questa terra pura sorgono alberi del tesoro alti cinquecento yojana, ognuno fatto di gemme diverse: radici di diamante, tronco di berillo, rami d’oro, foglie di smeraldo e fiori di perle e coralli.

Ogni albero emana una luce che illumina tutto lo spazio circostante, e ogni foglia e fiore emette melodie sottili e delicate, che spiegano gli insegnamenti profondi del Dharma.
Tra questi alberi vi sono numerose piattaforme e torri fatte anch’esse di gioielli, ciascuna abbellita da reti d’oro e drappi scintillanti, da cui pendono campanelle che risuonano dolcemente mosse da una brezza profumata.

In questo modo, tutta la terra della Terra Pura risplende di luce e armonia, priva di oscurità o impurità.
Visualizzare chiaramente questa terra è chiamato la terza contemplazione."



4) Contemplazione degli Alberi del Tesoro


[12] Il Buddha disse:
"Dopo aver visualizzato la terra della Terra Pura, successivamente contempla gli alberi del tesoro.

Ogni albero è alto ottomila yojana. I tronchi sono d’oro e risplendono con cinque colori. Le foglie sono di berillo verde, grandi come ruote di carri, e ciascuna foglia è adornata con centinaia di gioielli, brillanti come il sole e la luna.
Ogni ramo e foglia porta fiori e frutti, ognuno diverso per forma e colore, composti di sette gemme preziose.

I fiori emettono una fragranza che pervade tutto il mondo. Dai fiori e dai frutti si irradiano infinite luci colorate che si riflettono su tutto ciò che li circonda.

Ogni albero è circondato da reti d’oro finemente intrecciate, dalle quali pendono migliaia di campanelle gioiello che emettono suoni dolci e armoniosi, proclamando gli insegnamenti del Buddha.
Quando le brezze soffiano tra i rami, i suoni che ne scaturiscono sono come innumerevoli strumenti musicali che suonano insieme.
Queste melodie lodano le qualità del Buddha, la sua compassione, la saggezza e la liberazione.

Visualizzare chiaramente questi alberi è chiamato la quarta contemplazione."

______________________


Riassunto delle Prime Quattro Contemplazioni:


Contemplazione del Sole al Tramonto
Si visualizza il sole che tramonta verso occidente, fissandolo mentalmente finché l’immagine rimane stabile sia a occhi aperti che chiusi.
È l’inizio del raccoglimento e della focalizzazione mentale.


Contemplazione dell’Acqua
Si immagina la direzione ovest coperta d’acqua, che poi si trasforma in ghiaccio trasparente e infine in berillo.
Da lì si sviluppano visioni complesse di colonne, luci e piattaforme fatte di gemme. La mente entra in uno stato più raffinato.


Contemplazione della Terra del Buddha
Si visualizza il suolo della Terra Pura, fatto interamente di pietre preziose, liscio e luminoso, con fiumi d’oro e suoni che proclamano il Dharma.
Introduce un primo assaggio dell’ambiente puro e illuminato del Buddha.


Contemplazione degli Alberi del Tesoro
Si contemplano alberi enormi, fatti di metalli e gemme preziose, che emanano luce, suoni armoniosi e fragranze sacre.
Rafforza la connessione con l’armonia, la bellezza e l’insegnamento continuo della Terra Pura.

lunedì 7 ottobre 2024

Daibutsu: i grandi Buddha giapponesi.

 DAIBUTSU significa letteralmente "Grande Buddha" in giapponese e indica le grandi statue raffiguranti i vari Buddha che si trovano in giro per il paese asiatico ed rientrano sicuramente nelle meraviglie da vedere in giro per il mondo. Esse sono generalmente costruite in Bronzo o altre leghe metalliche oppure in pietra. Probabilmente la più conosciuta in occidente è quella che si trova a Kamakura, mentre i Giappone è forse quella che si trova a Nara nel tempio Todai Ji raffigurante il Buddha Vairocana e che risale addirittura al 752 da noi visitati nel 2018.

Il Daibutsu di Kamakura

Foto originale Le Radici Degli Alberi 2018

Questa statua rappresenta il Buddha Amithaba (Amida in Giapponese) il Buddha venerato nella corrente della Terra Pura (Jodo) e fu realizzato in lega di bronzo nel corso del 1200. La statua è alta 11,3 metri (13,37 con il basamento) e pesa 93 tonnellate e un tempo si trovava all'interno di un tempio di legno similmente a quella di Nara, ma nei secoli la struttura venne distrutta più volte da tsunami, terremoti e tifoni fino a quando nel 1498 venne definitivamente lasciata esposta agli agenti atmosferici. Si trova nella magnifica città costriera di Kamakura, a un'oretta di treno regionale a sud di Tokyo, visitabile in Giornata, all'interno del tempio. E' possibile entrare all'interno e salire all'interno della testa tramite una scala.

Il Daibutsu di Nara

Foto originale Le Radici Degli Alberi 2018

Similmente al daibutsu di Kamakura questa statua è relizzata in bronzo ma è molto più antica e un poco più grande. Venne infatti costruita addirittura nel 752 (per renderimi conto di quanto sia antica questa statua penso sempre alle chiese romaniche in Europa vennero innalzate attorno e dopo l'anno 1000) e misura ben 14,98 metri di altezza. Essa rappresenta il Buddha Vairocana, Buddha principale per la setta Kegon e uno dei cinque Buddha più importanti nel buddismo esoterico (tra l'altro nel primo periodo del buddismo in Giappone venne identificato con la Dea del Sole Shinto Amateratsu). Questa statua si trova all'interno del tempio Todai Ji e nella struttura in legno più grande al mondo. Nara, che fu la capitale del Giappone dal 710 al 794 è davvero un posto meraviglioso e si raggiunge in circa un'ora di treno regionale da Kyoto.

L'Ushiku Daibutsu

Il Buddha di Ushiko è il più grande Daibutsu giapponese e la terza statua più alta del mondo. Come quello di Kamakura rappresenta il Buddha Amida ma in posizione stante ed è realizzato con una struttura di cemento e acciaio coperto di bronzo. Venne completato nel 1993 per commemorare la nascita di Shinran, il fondatore della Jodo Shinshu, 浄土真宗 Vera Scuola della Terra Pura (LINK). La sua altezza raggiunge i 120 metri (100 metri la statua e 20 la base di loto.

I Daibutsu di Tokyo

Anche a Torkyo ci sono o erano presenti alcuni grandi Buddha. Il primo, quasi sconosciuto si trova nel tempio di Joren Ji (Jodo) che si trova a Itabashi nella periferia di Tokyo e rappresenta di nuovo il Buddha Amida. Esso è poco più piccolo di quello di Kamakura e misura 13 metri compresa la base, ma venne costruito solo nel 1977 in memoria del terremoto nel Kantò del 1923 e per scongiurarne dei nuovi.

Proprio durante il terremoto del 1923 venne gravemente daneggiato il Daibutsu di Ueno che rappresentava il Buddha Shakiamuni. Questa statua di bronzo venne realizzata nel 1631 e danneggiata da eventi catastrofici più volti nel corso della storia fino a quando nel 1923 perse la testa. Il resto del corpo venne poi fuso per creare armi durante la guerra del pacifico, ma finalmente la parte restante della testa, conservata nel tempio Kan'ei-ji, nel 1973 venne esposta nel Parco di Ueno dove oggi ancora si trova.

Foto originale Le Radici Degli Alberi 2018

Il Daibutsu di pietra di Nihon-ji


Si tratta della più grande rappresentazione buddista del giappone premoderno e della più grande scultura di pietra del paese. Esso venne scolpito nel 1783 e rappresenta il Buddha della Medicina (Yakushiji Nyorai). Misura ben 31 metri di altezza.

Showa Daibutsu

Anche questo grande Buddha è stato costruito in Bronzo ma, da quello che ho capito, è molto più recente. Non è facile trovare informazioni online (non lo abbiamo visitato) ma sempre sia stato completato nel 1984 e si tratta della più grande statua di un Buddha seduto di tutto il Giappone: misura infatti 21 metri di altezza che con il basamento diventano ben 27. La statua rappresenta il Buddha Cosmioco Dainichi Nyorai, Mahavairocana Buddha.

Una lista completa si può trovare su Wikipedia qui:

https://en.wikipedia.org/wiki/Daibutsu




sabato 6 luglio 2024

Il Buddismo della Terra Pura


Una foto del Daibutsu di Kamakura in Giappone nel 2018.

Il Buddismo della Terra Pura è probabilmente la forma di buddismo più praticata al mondo, specialmente a livello popolare e in estremo oriente, ma allo stesso tempo è quasi completamente sconosciuta in occidente. Essa può essere considerata la via devozionale al Buddismo ed è particolarmente popolare a livello laico in quanto non prevede un impegno costante in ore ed ore di meditazione come le scuole Chan, Seon o Zen e nemmeno uno studio accurato dei sutra o pratiche esoteriche complesse. Per questo, questa corrente è stata a volte considerata come una scorciatoia per raggiungere l'illuminazione e "snobbata" in occidente: lo vedremo dopo.

LA TERRA PURA
La devozione ad Amithabha attraverso la ripetizione di semplici mantra o del suo stesso nome porta a rinascere nella vita successiva nella Terra Pura occidentala, un "paradiso*" chiamato Sukhavati (ma ce ne sono anche altri legati ad altri Buddha e ad altre direzioni, vedi paragrafi successivi). Terra pura è la traduzione del cinese jingtu (letteralmente terra purificata) e questo concetto sembra essersi sviluppato in india durante il primo periodo Mahayana come Buddhaksetra (territorio di Buddha in sanscrito) dove un Buddha porta all'illuminazione gli esseri senzienti. Si credeva che un campo di Buddha si manifestasse spontaneamente attorno a un buddha appena illuminato, e quindi esistono tante terre pure quanti sono i Buddha. Il Sutra di Vimalakirti, risalente al ca. 100 d.C., insegna che gli esseri illuminati che percepiscono la purezza essenziale del mondo dimorano in purezza; una terra di Buddha è pura quando la mente è pura, quindi potrebbero essere non un luogo fisico, ma uno stato mentale. Una persona con una mente contaminata potrebbe trovarsi nello stesso luogo ma non vedere alcun paradiso. Le terre pure sono anche intese come luoghi felici che offrono un’opportunità insolita per l’illuminazione, e coloro che rinascono in una terra pura possono facilmente raggiungere il Nirvana.

LA STORIA 

Il Buddismo della Terra Pura ha avuto origine in India, ma si è formato come scuola strutturata solo in Cina. Il fondatore riconosciuto della scuola cinese fu il Patriarca Huiyuan (390 d.C., dinastia Jin orientale). Il Maestro Shandao (613–681) formalizzò pienamente la scuola, seguendo gli insegnamenti di Tanluan e Dao’chuo. La tradizione cinese riconosce tredici Patriarchi, culminando con Maestro Yinguang (1862–1940). Tutti i Patriarchi sono riconosciuti per profonda pratica spirituale e per la diffusione del Nianfo Samadhi (meditazione sulla recitazione del nome di Amitabha Buddha)

Espansione e influenza: Il Buddismo della Terra Pura si è diffuso ampiamente in Cina durante la dinastia Tang, diventando la scuola buddhista più seguita. In seguito si è diffuso in Giappone, Corea del Sud, Vietnam e nel mondo intero. 

La Scuola giapponese (Jōdo-shū): In Giappone, sono venerati come Patriarchi Tanluan, Dao’chuo e Shandao. Nel XII secolo, il Maestro Hōnen fondò la scuola Jōdo-shū, versione giapponese del Buddismo della Terra Pura.

Influenza indiana: Alcuni grandi maestri indiani associati al Dharma della Terra Pura includono Asvaghosa, Nagarjuna e Vasubandhu.


IL BUDDHA AMITHABA

Il Buddha Amida con aureola raggiante esposto al MAO di Torino. Giappone, periodo Edo.

Amitabha è uno dei cinque Dhyani Buddha ed è adorato come una vera e propria divinità, con tratti quasi monoteistici nella scuola della Terra Pura, ma non solo. Narra il Sukhāvatīvyūha Sūtra che il Budda Sakyamuni in persona, davanti ad un’assemblea di dei (Deva), bodhisattva e Arhat, raccontò che, in ere antiche e forse in altri mondi, il monaco Dharmakara si recò dal Budda della sua Era, il Budda Lokesvararaja (Il Re del Mondo), e aveva pronunciato 48 voti per sancire la propria determinazione di illuminarsi al fine di liberare tutti gli esseri senzienti dalla sofferenza del Samsara. Questo monaco meditò per cinque ere, riuscendo alla fine a illuminarsi diventando il Buddha Amitabha e cercando di unire tutte le migliori qualità dei campi di buddha in un campo particolarmente puro, un paradiso libero dalla sofferenza, in cui tutti gli esseri, una volta reincarnati, avrebbero potuto facilmente raggiungere l'illuminazione e il Nirvana. Amitabha è noto quindi per le sue qualità magnanime e per la terra pura di Sukhavati.

Amitabha significa letteralmente Luce senza fine ed è anche chiamato Amitayus (Vita infinita) e nei vari paesi in cui è presente il suo culto è chiamato:
Āmítuó (cinese)
Amida (giapponese)
Amita (Coreano)
A-di-đà (Vietnamita)
Od-dpag-med (Tibetano)

Iconografia: Amitabha è spesso raffigurato in meditazione, con la pelle di colore rosso e con le mani in grembo in una mudra di meditazione (Immagine perfetta è il Daibutsu di Kamakura. Spesso è accompagnato da due bodhisattva assistenti: Avalokitesvara (Guanyin) a destra e Mahasthamaprapta a sinistra. Insieme, formano una triade che è frequentemente presente nell’arte cinese, giapponese e coreana. Può essere raffigurato anche in piedi sopra un loto, nell'atto di accogliere i defunti che lo invocano con devozione, aspetto che è chiamato "Raigo Amida" (lett."Amitabha che accoglie")

I SUTRA
"Sutra della Vita Infinita" (noto anche come Sutra di Amitabha Lungo o Sutra della Terra Pura Lungo) è un testo buddhista Mahayana che risale al I-III secolo d.C. Racconta la storia di un monaco di nome Dharmakara. Quando Dharmakara raggiunse l’illuminazione, divenne Amitabha, e il suo campo di buddha, Sukhavati, apparve. Questo sutra, insieme ad altri due, costituisce la base dottrinale del Buddhismo della Terra Pura. Il Sutra della Terra Pura Breve è apprezzato per le sue ricche e ispiranti descrizioni di Sukhavati. L’Amitayurdhyana Sutra (o Sutra della Visualizzazione) è noto per le sue insegnamenti sulla visualizzazione di Sukhavati e sulle fasi del raggiungimento spirituale. Inoltre, altri sutra parlano in modo approfondito di Amitabha: il Sutra del Loto al capitolo VII, nomina Amitābha come uno dei sedici “figli” del Budda Mahâbhijñā Jñānâbhibhū, assieme a Gautama Budda (Sakyamuni); il Pratyutpanna Samādhi Sūtra.

LA PRATICA
Le scuole della Terra Pura fanno parte del Buddismo Mahayana, di cui accettano gli insegnamenti fondamentali, quali la Vacuità del mondo reale, i tre Corpi del Budda (Trikaya) e la buddità come condizione innata di ogni essere senziente (che occorre solo risvegliare). Come detto più sopra però queste scuole si differenziano per un'enfasi particolare per i rituali e le pratiche devozionali:

Il Nenbutsu (giapponese), ossia la ripetizione del nome di Amida è la pratica principale. Per rinascere nella Terra Pura, i fedeli devono cantare un mantra ad Amitabha, il più spesso possibile: “Nàmó Āmítuó Fó” (cinese) oppure ”Namu Amida Butsu” (giapponese), abbreviato in “Namu Amida Bu” coreano 나무아미타불 (Namu Amita Bul), vietnamita Nam-mô A-di-đà Phật, sanscrito Namo Amitabha Buddha (omaggio al Buddha della luce infinita). Così, invocando il nome di Amitābha, viene salvato non solo colui che lo pronuncia, ma anche tutti gli altri che esseri che non lo fanno.

Meriti. Anche se in certe correnti si dica che basti recitare 10 volte il suo nome con cuore sincero per rinascere nella Terra Pura, si pensa che esustano diversi atti di merito legati ai precetti buddisti. Si crede che i fedeli che cantano o recitano in continuazione il nome di Amitabha Buddha, visualizzando il Buddha con fede nel suo voto e generando sentimenti di compassione e bodhicitta per tutti gli esseri senzienti che soffrono nel saṃsāra, otterranno molti benefici durante la loro esistenza attuale, raggiungendo lo stato di samādhi.

Pratiche benevole. Gli amidisti, come molti altri praticanti Mahayana e come i monaci Theravada, si astengono dalla violenza contro ogni essere senziente e quindi anche contro gli animali (che possiedono come le persone la natura di Buddha) e dal mangiare carne se l’animale è stato ucciso apposta per loro o se hanno assistito all’uccisione. Molti scelgono quindi di essere vegetariani, come raccomandato dallo stesso Budda in diversi sutra.


LE ORIGINI DEL BUDDISMO DELLA TERRA PURA
Gli insegnamenti sui campi di Buddha furono comuni a tutto il buddismo Mahayana, si pensa che l'idea di Terra Pura sia originata in Iran da un contatto tra il Buddismo e le religioni locali (Zoroastrismo e Mitraismo) che prevedevano l'esistenza di Paradisi (e che influenzarono anche il Cristianesimo) e una particolare luminosità delle divinità*. nel primo secolo dopo Cristo. Tuttavia non esisteva una “scuola della Terra Pura” in India. La Terra Pura, come un ramo particolare di pratica, ha iniziato a evolversi in Cina. Nel 402 d.C., un monaco cinese di nome Huiyuan ha organizzato una società chiamata “Società del Loto Bianco” insieme ad altri monaci e laici, i quali giurarono davanti a un’immagine di Amitabha che sarebbero rinati in Sukhavati.

Nei secoli successivi, le immagini iconiche di Amitabha divennero un tema preferito nell’arte buddista cinese. La recitazione reverente del nome di Amitabha divenne una pratica comune in gran parte del buddismo cinese. Altre pratiche devozionali associate ad Amitabha includono inchini, visualizzazioni e recitazione dei sutra della Terra Pura. Tra le molte forme di buddismo che ebbero origine in Cina, le due più praticate oggi sono la Terra Pura e lo Chan (Zen). Dalla Cina, le pratiche della Terra Pura furono trasmesse in Corea, Vietnam e Giappone. In Corea e Vietnam, per lo più, gli insegnamenti e le pratiche della Terra Pura furono assorbiti nel buddismo in generale, ma formarono anche scuole autonome.

LE ALTRE TERRE PURE
Ogni Buddha ha una sua Terra Pura, compresi il Buddha della Medicina (la terra di Sudasama) e anche Gautama Buddha nel Tendai e Nichiren ha una terra, situata sul nostro stesso mondo, chiamata Ryozen jodo. Nel buddismo Vajrayāna, esiste una setta simile all'amidismo che crede che opposto al Paradiso Occidentale di Amitabha esista il Paradiso Orientale di Akshobhya Buddha, chiamato Abhirati; sebbene ufficialmente riconosciuto dalla setta Shingon in Giappone e forse più antico dell'amidismo stesso, il buddismo della Terra Pura Orientale non viene annoverato di solito nel buddismo della Terra Pura ed è molto meno popolare della scuola della Terra Pura Occidentale.

PERCHE' IL BUDDISMO DELLA TERRA PURA VIENE IGNORATO IN OCCIDENTE?
Se guardiamo i centri buddisti in Italia, nessuno di quelli facenti parte dell'UBI sono dedicati a questa corrente e se poi cerchiamo dei testi si trova qualche cosa in inglese ma veramente poco. Cercando più approfonditamente possiamo scoprire che esistono dei centri di questo tipo anche in Italia ma sono quelli frequentati da immigrati cinesi ed asiatici che non comunicano praticamente in nessun modo con quelli Italiani. La stessa cosa succede in tutti i paesi occidentali. In un bell'articolo uscito su www.lionsroar.com Aaroon Proffitt spiega, brevemente, perchè il buddismo della Terra Pura venga praticamente ignorato in occidente. Lo studioso in breve dice che i primi studiosi orientalisti che si occuparono del Buddhismo, erano studiosi protestanti che lavoravano durante il periodo coloniale inglese e americano. Essi avevano poco interesse il buddismo popolare vivente mentre si concentravano sugli studi storici selezionando accuratamente gli insegnamenti buddhisti per adattarli alla loro visione del mondo modernista e protestante. In breve, questi accademici, crearono un buddismo e per gli intellettuali europei che veniva poi usato per criticare le culture buddhiste viventi. Essi credevano che il Buddhismo Mahayana e specialmente gli insegnamenti della Terra Pura, fossero una perversa distorsione del buddhadharma. Oltre ad essere molto meno razionale di correnti quali lo Zen, l'amidismo era, per certi versi, troppo simile ad un cattolicesimo popolare con caratteristiche magiche o addirittura reminiscenze pagane in cui i Buddha diventavano vere e proprie divinità e la credenza nella reincarnazione aveva un'importanza fondamentale.

Purtroppo oggi, questo atteggiamento è ancora ampiamente diffuso e anche se il Buddhismo della Terra Pura è probabilmente la forma di Buddhismo più praticata al mondo nella scrittura accademica di lingua inglese e in generale in quella occidentale è in gran parte ignorata o completamente fraintesa.

Io penso sia questo uno dei motivi per cui il buddismo in Europa continui ad essere una religione che affascina gli studiosi orientalisti, i filosofi e una minoranza di credenti che, per reazione al cristianesimo vedono nella sola meditazione o nell'esoterismo una pratica interessante e degna di essere seguita.

NOTE
* "Nous constatons que, si ~mitayus- mi tab ha se prete a un rappr'8chement tant avec Zurvan qu'avec le grand dieu de la lumiere iranien, Av~lqkite~vara et MahXsthEma offrcjnt des rapports avec les elements ~umi&re et Force des tetrades de type zervanite." Marie-Therese de Mallmann
* Sito internazionale: https://purelandbuddhism.org/
* Un altro sito internazionale: https://www.pure-land-buddhism.com/


martedì 12 marzo 2024

"La posizione del loto" nelle sepolture dell'antica gallia.

Anche questo post è un appendice al post "Cernunnos e gli altri "Buddha" occidentali. Rapporti e connessioni tra oriente e occidente", in cui sono andato a cercare diversi punti di contatto tra oriente e occidente in simboli e figure dell'antichità. Questa volta approfondisco alcuni punti veloci in quel testo, vedendo i collegamenti che ci sono tra le diverse aree interne all'Europa antica.

Questa volta parliamo di una serie di ritrovamenti e reperti che dimostrano ancora una volta come ci fossero delle incredibili similitudini tra oriente e occidente durante il periodo preistorico e protostorico. Lo abbiamo già visto nel post principale (LINK) più brevemente ma ci sono diverse evidenze che dimostrano come la posizione seduta a gambe incrociate, conosciuta in oriente come "posizione del loto" (padmasana), conosciuta come la posizione del Buddha e non ci dilungheremo di nuovo sui molti comuni tratti tra la figura del dio proto induista di Pashupati (proto-Shiva) e della divinità celtica Cernunnos, pubblichiamo nuovamente le due immagini e vi rimandiamo al link di qui sopra.

La prima e più antica sepoltura di cui si ha notizia viene dal centro abitato in epoca mesolitica di
Lepenski Vir sulle rive del Danubio che ebbe il suo periodo d'oro verso il 5000 a.c. oggi nell'attuale Serbia orientale, citta di Boljetin. Proprio qui oltre a vari interessantissimi reperti e statuette sono stati ritrovati i resti di un personaggio sepolto nella posizione "yoga". Oltre ad essere sicuramente il ritrovamento più antico di questo tipo in Europa, è forse anche il più antico a livello globale, visto che dovrebbe essere addirittura precedente alla raffigurazione di Pashupati proveniente dalla valla dell'Indo.


LE SEPOLTURE CELTICHE IN FRANCIA

Ma facciamo un salto di alcuni migliaia di anni e arriviamo nell'Europa occidentale, in Gallia transalpina in quella che oggi è la Francia (e la Svizzera francese): qui da Sud a Nord sono state trovate diverse inumazioni risalenti alla seconda età del ferro (epoca celtica) in posizione assisa. Di questo è molto difficile trovare notizie, specialmente in italiano anche perchè si tratta di scavi relativamente recenti (in gran parte successivi agli anni 90) e ci sono arrivato a poco a poco negli anni con grande meraviglia: prima le numerose rappresentazioni di Cernunnos, poi i "buddha-guerrieri" liguri di Roquepertuse (LINK) e ancora alcune statuette che per completezza riproporremo alla fine del post. Alla fine abbiamo trovato alcune foto online e un articolo in particolare (in francese: https://journals.openedition.org/gallia/2196 che suggeriamo di visitare perchè vengono esaminate tutte le evidenze e tratte le varie ipotesi minuziosamente) in cui vengono elencate le diverse sepolture e che andiamo a riproporre qui:


La prima fotografia, qui sopra, è quella del corpo ritrovato in rue de Plainval a Saint-Just-en-Chaussée (nord della francia) e identificato con il numero 2 nella mappa qui sotto.


I SITI IN FRANCIA E SVIZZERA (mappa sopra):
1, le Champ de Bény (Reviers ; Ourdry-Braillon, Billard 2009)
2, la rue de Plainval, lieu-dit les Rossignols (Saint-Just-en-Chaussée ; inédit)
3, la Warde (Acy-Romance ; Lambot, Méniel 2000)
4, les Pierrières (Batilly-en-Gâtinais ; Liégard, Pecqueur 2014)
5, les Malletons (Hermé ; Adrot 2013)
6, le quartier Sainte-Anne (Dijon ; inédit)
7, le Champ des Rochers (Soyaux ; Kerouanton 2008 et 2009) ; en Suisse
8, 12-14 avenue Jomini (Avenches ; Moinat 1993)
9, prison Saint-Antoine (Genève ; Haldimann, Moinat 1999)
10, le Mormont (La Sarraz ; Dietrich et al. 2007).


La seconda fotografia (qui sopra) è quella del corpo in posizione assisa venuto alla luce a Les Malletons (Hermé) identificata con il numero 5 nella mappa, sempre nella Francia settentrionale.

LE SEPOLTURE DI PIERRIERES (Batilly-en-Gâtinais)


Quest'altra foto si riferisce alla sepoltura n.364 di Pierrières (Batilly-en-Gâtinais) identificabile con il numero 4 nella mappa sopra.


Anche questa foto è stata scattata a Pierrières (Batilly-en-Gâtinais) e si riferisce alla sepoltura numero 362, il corpo è caduto in avanti.


Sepoltura numero 363, sempre da Pierrières.

OSSERVAZIONI:

dagli studi effettuati e riportati nell'articolo si capisce che questo tipo di sepoltura è in realtà abbastanza frequente, non solo in Francia e non solo in quest'epoca come si è visto, ma qui ne esiste una particolare concentrazione con simili caratteristiche. I corpi erano praticamente tutti di persone adulte (tranne uno di circa 14 anini) e fino ad ora tutti di sesso maschile. I ritrovamenti sono molto più numerosi di quelli fotografati qui sopra e la datazione effettuato con il metodo del carbonio o tramite ritrovamenti archeologici collegati relegano tutte queste inumazioni al periodo La Téne e quindi all'epoca che va 410 al 90 a.C. considerato il periodo d'oro delle popolazioni celtiche. Nel sito di Hermè i corpi in posizione assisa ritrovati sono ben 10, ad Acy-Romance una ventina, a Saint-Just-en-Chaussée 8in quella di Riviers sono 3 e via dicendo, la manipolazione dei corpi era evidentemente standardizzata. Qesto tipo di caratteristiche sono frequenti ma si differenziano da tutte le altre nelle varie necropoli: cosa vuol dire? SI fanno varie ipotesi: che i morti fossero stati giustiziati, che fossero degli esclusi di qualche tipo, ma una in particolare ritrovata ad Acy-Romance ha delle caratteristiche notevoli, di alto rango. Di chi si trattava quindi? Non possiamo saperlo. Tuttavia la stessa posizione è molto frequente in estremo oriente in ambito buddista: sono state ritrovati corpi di monaci sepolti in posizione analoga e sono noti episodi di "auto-mummificazione". Anche in ambito ellenistico esistono alcune similitudini con statuette ritrovate a cipro.
L'articolo si dilunga veramente moltissimo e oltre ad essere interessante è anche incredibilmente accurato a livello accademico, quindi vi rimando a quello. Tuttavia non possiamo evitare di riportare anche il riscontro che queste sepolture hanno con alcune statue e statuette della stessa epoca.

LE STATUE CELTICHE ASSISE:

Oltre alle famose rappresentazioni del dio Cernunnos viste all'inizio ne esistono varie, ritrovate sempre in Francia e risalenti all'epoca celtica, ligure e gallo-romana ma meno note che qui sonoelencate:

  • la statue en bronze du dieu dit de Bouray-sur-Juine (Essonne ; Megaw, Megaw 2001, in Krausz, Coulon 2010) 
  • la statue en pierre dite du « Grand Accroupi » d’Argentomagus à Saint-Marcel (Indre ; Coulon, Krausz 2013) 
  • I due piccoli personaggi ritrovati ad Argentomagus: entrambi assisi, uno con un serpente (cernunnos? o suo adepto?) pietra fallica.
  • le statuette ritrovate recentemente a Argentomagus, anche se gravemente danneggiate rappresentano bene dei personaggi in posizione assisa:
  • la statua assisa gallo-romaina ritrovata a Meillant (Cher ; Krausz, Coulon 2010) 
  • la divinité antique flanquée d’un cerf et d’un taureau (serait-ce Cernunnos ?) dont un fragment a été mis au jour en remploi dans le baptistère de Brioude (Haute-Loire ; Gauthier 2006-2007) 
  • Le grandi statue dei "Buddha guerrieri" celto-liguri di Entremont e Roquepertuse visti nello scorso post
  • Il piccolo dio assiso del santuario di La Bauve a Meaux

  • Il piccolo personaggio in bronzo assiso e scolpito sulla caraffa di una delle tombe di Glauberg in Germania

lunedì 11 dicembre 2023

Il Dhammapada, i primi versi.

Il Dhammapada (Pali, in sascrito: Dharmapada) è una raccolta in versi di insegnamenti (“parole”, pada ) concernenti il Dharma. Dhamma. L’opera è suddivista in 423 stanze divise in 26 brevi capitoli e si trova sia nel canone pali che in in quello cinese. Oltre ad essere uno dei testi più importanti per il Buddismo Theravada è importante in ogni ambito del buddismo ed è uno dei testi più antichi: non conosciamo il nome di chi lo ha compilato, ma secondo la tradizione si tratta di insegnamenti del Buddha in persona.

Ho deciso di riportare qui i primi versi (troverete il link al testo completo in fondo) perché si tratta di semplici indicazioni che se riuscissimo a tenere sempre a mente migliorerebbero moltissimo, non solo la nostra vita personale, ma l'intera società: Io mi arrabbio spesso e perdo la testa per cose stupide, ma quando poi ci penso in un momento di calma capisco quanto sia stupido farlo. In una scala più grande questo è vero quando si parla di conflitti e di guerre. Comunque, spero possa essere anche a qualche lettore. 


1
Tutto ciò che siamo è generato dalla mente.
E’ la mente che traccia la strada. 
Come la ruota del carro segue 
l’impronta del bue che lo traina 
così la sofferenza ci accompagna 
quando sventatamente parliamo o 
agiamo con mente impura. 

Tutto ciò che siamo è generato dalla mente. 
E’ la mente che traccia la strada. 
Come la nostra ombra incessante ci segue 
così ci segue il benessere 
quando parliamo o agiamo 
con purezza di mente. 

"Mi hanno insultato, maltrattato, 
mi hanno offeso, derubato": 
impigliati in tali pensieri 
ravviviamo il fuoco dell’odio. 

Se ci liberiamo del tutto 
da pensieri che insinuano: 
"Mi hanno insultato, maltrattato, 
mi hanno offeso, derubato", 
l’odio è spento. 

L’odio non può sconfiggere l’odio, 
solo esser pronti all’amore lo può. 
Questa è la legge eterna. 

Chi è litigioso dimentica 
che moriremo tutti; 
non ci sono litigi per 
il saggio che riflette sulla morte

QUI TROVATE IL TESTO COMPLETO
con i versi che seguono a questi:

martedì 25 febbraio 2020

1) Cernunnos e gli altri "Buddha" occidentali. Rapporti e connessioni tra oriente e occidente.

Introduzione.
E' da tanto tempo che voglio scrivere un post su questo argomento, per andare a cercare i moltissimi collegamenti tra oriente ed occidente, gli opposti estremi delle culture indoeuropee e pre-indoeuropee, ma anche dei tanti miti e le tante credenze prive di fondamento che circolando da anni sono alla base di certe cose che diamo per scontate. Il termine "Buddha" del titolo è usato un po' ad effetto per dare l'idea di una certa figura archetipica che per noi è puramente orientale ma che altrimenti sarebbe impossibile da spiegare in una parola. 

Il Dio cornuto euroasiatico.
Iniziamo subito con l'immagine più imblematica: La raffigurazione classica di Cernunnos e quella di Pashupati, avatar di Shiva sul sigillo di Mohenjo-Daro. 


Queste due immagini appartengono a due civiltà molto distanti nel tempo e nello spazio: L'immagine di Pashupati (a destra) viene da Mohenjo-Daro città che sorgeva sulla riva destra dell'Indo nell'attuale Pakistan e che insieme ad Harappa è la città più importante della Civiltà della Valle dell'Indo  risalente all'età del bronzo. Il sigillo è databile al 2000 a.c. circa. L'immagine a sinistra invece si riferisce alla divinità conosciuta come Cernunnos (il cornuto) e si trova sul Calderone di Gundstrup, un manufatto rituale molto complesso e discusso per vari motivi di cui parlo qualche riga più in basso, ma che appartiene alla periodo celtico e che è databile ai secoli a cavallo dello nascita di cristo. Le similarità sono impressionanti ed è praticamente che si tratti di un caso: prima di tutto i due personaggi divini sono seduti nella posizione yoga detta del loto (Padmasana) e sono dotati di corna. Le corna (o dei copricapo a forma di corna) sono quelle di cervo per Cernunnos e di bufalo per Pashupati, probabilmente per la differenza di ambiente locale ma evidentemente sono simbolo divino e sacro. Altra cosa evidente ed importantissima è che le due figure sono contornati da molti animali selvatici che sembrano quasi in adorazione. Questo elemento ci dice che si tratta di due divinità della natura e degli animali e ci dice che si tratta di culture non ancora antropocentriche in cui l'uomo era ancora parte della natura che temeva e venerava. Ma andiamo nei particolari:


Come dicevamo sono molti gli elementi presenti in entrambe le figure, ed è impressionante notare che anche "l'impaginazione" delle due figure è uguale. 1) Le corna; 2) La posizione del loto; 3) L'animale cornuto corrispondente a fianco della divinità: Cervo per Cernunnos e Bufalo per Pashupati (notare la forma identica delle corna animale-dio); 4) L'animale predatore sull'altro fianco delle due divinità: una tigre o un grande felino da una parte e un lupo o forse un'orso dall'altra. Anche gli altri animali sono disposti allo stesso modo e le differenze di specie possono benissimo essere attribuite alla distanza geografica tra le due civiltà: la presenza dei grandi cervi nelle foreste europee e dei bufali nelle Indie ad esempio, tigri da una parte e orsi dall'altra. Altre differenze dovute probabilmente alla differenza temporale e all'evoluzione indipendente delle due figure sono per esempio la triplice faccia (trifronte, tricefalo) della divinità indiana che comunque ritroviamo in occidente ad esempio nel Mercurio gallo-romano (identificato come Lugh), nel Gerione etrusco, nella Dea Ecate in Grecia e poi in epoca cristiana in vari santi e in varie rappresentazioni del Diavolo. Ovviamente anche in Oriente si continua a trovare questa caratteristica in rappresentazioni più recenti di Shiva, di Vishnu ma poi anche nel buddismo nelle figure di Tara e di Avalokitesvara e molti altri. Un altro elemento è il fallo di Pashupati, che non è presente sul calderone di Gundstrup o in altre rappresentazioni recenti del dio Gallico. Esso potrebbe essere presente nella raffigurazione più antica di Cernunnos, ma, come si vede dal rilievo, è molto difficile esserne certi e le rappresentazioni del Dio Cervo moderne, legate alla Wicca, New Age e Fantasy, non hanno una base storica fondata e molte volte sono più legate al dio Pan. E' presente ad esempio nel gigante di Cerne Abbas, figura umana incisa sul terreno e dotata anche di clava (che richiama il fallo) ma che non può essere assolutamente datato: dall'età del bronzo, al periodo romano o addirittura al medioevo. Elementi fondamentali e particolari della rappresentazione gallica del Dio Cornuto sono il Torque, ovvero il collare di metallo ritorto che la divinità indossa al collo e tiene nella mano destra e che identificava nelle società europee antiche come quella celtica, ligure e manche sciite e precedenti i personaggi nobili e legati al culto e il Serpente tenuto nella mano sinistra.


Qui sopra vediamo la rappresentazione più antica di Cernunnos, quella della Val Camonica appunto in Lombardia in cui sono ben visibili gli elementi fndamentali: Il torque al braccio destro e il serpente tenuto alla sinistra (probabilmente con corna di Ariete): questo ci fa pensare ad una rappresentazione grafica o statuaria che oltre ad aver viaggiato dall'Asia all'Europa probabilmente accompagnava le popolazioni che si spostavano per l'Europa celtica. Qui sotto invece ci sono altre rappresentazioni dello stesso dio che provengono dalla Gallia transalpina:


La cosa interessate di questi tre rilievi è che provengono tutti dalla francia e appartengono al periodo romano, i primi tre secoli dopo Cristo.
1) Questo altare è conservato al museo di Reims, è databile al primo secolo dopo Cristo è in perfetto stile classico e infatti rappresenta Cernunnos tra Apollo e Mercurio (pienamente romani) e testimonia l'unione della religione romana con quella gallica dovuta all'effettiva somilianza tra le due, con buona pace di nazionalismi e campanilismi in epoca moderna. Da notare che la divinità continua a sedere in posizione "Yoga", indossa il torque ma invece del serpente sostiene una cornucopia. Particolare importantissimo e degno di osservazione i due animali cornuti ai suoi piedi: un toro e un cervo (entrambi cornuti che rimandano a Pashupati e Cernunnos, oriente e occidente) sotto alla sua seduta come nel caso del sigillo di Pashupati da Mohenjo-Daro.
2) Il Pilier des Nautes (Pilastro dei Nauti) esposto al museo medievale di Cluny a Parigi che in origine era una colonna eretta a Giove in epoca Romana dove ora sorge Notre Dame. Questo rilievo è molto importante perché è l'unico caso in cui compare il nome "(C)ernunnos" ed è quindi grazie a questa colonna che conosciamo il nome di questa divinità. Qui viene rappresentata solo la testa e i due torque sono tenuti sulle corna. Da notare che sul pilastro sono raffigurati e nominati molti dei, sia celti che romani: Ai lati della colonna ci sono scolpiti diversi Dei, sia galli sia romani: "Giove, Mercurio, Marte, Fortuna, Castore e Polluce, Vulcano ed Esus, Tarvos Trigaranos, Smertrios e Cernunnos".
3) La stele di Vandoeuvres al museo di Bourges. Anche in questo caso l'epoca è quella romana così come lo stile: la divinità è, come al solito seduta a gambe incrociate, indossa un mantello e un torque e con le man tiene un otre (o una cornucopia consumata?). Due personaggi giovani e nudi tengono con una mano le corna di cervo e sono in piedi su due serpenti (forse cornuti).


Altre due rappresentazioni di Cernunnos: la prima viene da Etang sur Arroux e ancora una volta il Dio ha un torque la collo, uno appoggiato sulla pancia ed è seduto nella posizione del loto. Cosa interessante è che la statua possiede due piccole facce dietro alla testa e quindi è tricefalo. In braccio porta anche due teste di ariete che forse sono serpenti con corna di ariete, come in altre rappresentazioni. Le corna sono sparite, ma i buchi ai lati indicano i punti dove esse andavano inserite. La seconda figura viene da Lione e si tratta del famoso Gobelet di Rue Sala su cui sono raffigurati Cernunnos (acefalo purtroppo) con torque in mano, cornucopia e con un cervo vicino. Mercurio invece è raffigurato con un cinghiale.

Bisogna fare alcune precisazioni riguardanti Cernunnos: una è che di lui, ancora una volta, sappiamo ben poco. Molte delle caratteristiche date per sicure sulla sua figura vengono dall'associazione che è stata fatta con altre divinità: Pashupati appunto, Shiva, Dioniso e Pan. Il suo nome è fortunosamente giunto a noi tramite il Pilastro dei Nauti di Parigi e sappiamo che si trattava di un Dio proprio perchè su quel pilastro è nominato vicino ad altre divinità. Alcuni pensano che in origine si trattasse della figura di uno sciamano, visto che simili rappresentazioni di sciamani vestiti con pelli e corna di cervo giungono a noi da epoche ben più remote e che potrebbero essere la basa arcaica del suo culto. Un'altra punto è che la maggior parte delle raffigurazioni di Cernunnos ci vengono dalla Gallia ormai romana. Questo è abbastanza spiegabile per il fatto che i galli prima del contatto con le civiltà classiche non usavano la scrittura, usavano materiali deperibile quali il legno per la maggior parte dei loro manufatti e che abbiano iniziato a rappresentare i loro dei come antropomorfi in gran parte nel periodo gallo-romano. Bisogna sempre ricordare infatti che per i celti il Cielo o il Sole erano dei in quanto cielo e sole, non c'era il Dio antropomorfo del cielo o del sole. Cernunnos quindi era forse un Dio a parte, particolare. Un'altra cosa è che le rappresentazioni più antiche non ci arrivano dalle solite aree tradizionalmente considerate celtiche per eccellenza e questo dovrebbe portarci a fare alcune considerazioni sull'idea che abbiamo delle popolazioni galliche anche a livello accademico. La rappresentazione più antica è quella della Val Camonica (vedi su) risalente a un periodo compreso tra il 7° e il 5° secolo avanti cristo e anche se su molte mappe quell'area continua a non essere compresa tra le aree celtiche originarie, oggi sappiamo benissimo che i Camuni dell'età del ferro erano culturalmente celti e forse furono tra le popolazioni originarie. La rappresentazione più famosa è quella del Calderone di Gundstrup: il fatto è che questo incredibile manufatto è stato scoperto in Danimarca in una zona che non aveva niente a che fare con i celti e infatti fu probabilmente portato qui dai Cimbri che sconfitti dai Romani tornarono nella loro terra d'Origine con il calderone come bottino di guerra. Ma anche la lavorazione non era gallica mentre i soggetti si. Oggi si pensa sia stato fabbricato in Tracia nell'attuale Bulgaria luogo in cui era presente anche una tribù culturalmente celtica: gli Scordisci. Quello che complica ancora le cose è che oggi si pensa che l'epoca di fabbricazione sia più recente e risalga al II-III secolo dopo cristo e quindi che sia tutto da rivedere. Rappresentazioni di questa Divinità o sue inscrizioni non sono mai state trovate in Britannia o nelle altre aree celtiche insulari anche se gran parte dei libri che ne parlano dicono il contrario.


Ma torniamo un momento al calderone di Gundestrup: si parla sempre del dio cornuto che però è rappresentato soltanto su uno dei pannelli, ma la produzione artistica di questo manufatto è ricchissima di simboli e personaggi e anche se viene generalmente usato come vera e propria fonte di illustrazioni di miti celtici non si limita a quella cultura. Su un altro pannello infatti troviamo una dea contornata da vari animali mitici ed esotici tra i quali due elefanti. Questa è un'altra evidenza delle forti connessioni tra le culture indoeuropee e in questa rappresentazioni in molti vedono una rappresentazione della dea indiana Lakshmi. Guardando le rappresentazioni antiche (immagine sotto) e moderne della dea indiana è abbastanza naturale vedere delle forti relazioni, la dea viene tradizionalmente rappresentata in mezzo a due elefanti che la inquadrano. Questo è ancora più impressionante se ripensiamo al pannello con Cernunnos e i punti di contatto con Shiva-Pashupati. In oltre bisogna ricordarsi della dea Slava Laima che oltre che al nome condivide molte caratteristiche con la divinità indiana.





Ma risaliamo ancora indietro alle epoche precedenti, torneremo ai celti dopo. Una dei ritrovamenti più antichi a cui possiamo risalire in Europa per quanto riguarda la posizione del loto detta volgarmente "Yoga" è quello di Lepenski Vir (LINK) un insediamento mesolitico nell'attuale Serbia, vicino al confine con la Romania, abitato a partire dal 7000 a.c. e che raggiunse il massimo sviluppo tra il 5300 e il 4800 a.c. ma già frequentato a partire dal 9300 a.c. il che ne fa uno dei centri più antichi dell'Europa antica. Qui sono state trovate diverse sepolture, tra le quali una in particolare è diventata celebre. la numero 69, nella quale è stato trovato un corpo nella posizione del loto appunto.

Qui sopra: il sito megalitico di Willong in India.

A questo punto bisogna per forza nominare un libro fondamentale sull'argomento: "Shiva e Dioniso" di Alain Daniélou. Nel libro lo storico francese e uno dei più grandi seguaci dello shivaismo del XX secolo in occidente trova tantissimi collegamenti tra India, mediterraneo ed Europa antica. Dal culto del fallo, alle corna o alla posizione yoga appunto. Per parlare di questo bisgnerebbe aprire un'altro post molto lungo e quindi ci limitiamo ad esempio a quello che l'autore dice sui megaliti, in particolare i menhir: se ne trovano di assolutamente identici dall'estremo oriente all'estremo occidente del continente euroasiatico e simbolizzano il fallo di questa divinità primordiale. Lo Shiva Lingam, il fallo di Shiva, ancora oggi eretto e adorato in India, e via con simbologie che sono arrivate fino al 1700 in Italia, Francia e Germania, con dolci pasquali di forma fallica portati in processione (Il santo membro di Trani), e via dicendo. Cosa veramente interessante è che se in Europa si conservano i più famosi e antichi megaliti del mondo, essi si sono probabilmente sviluppati nel mediterraneo orientale e da li sarebbero arrivati fino alla Scozia seguendo prima la costa mediterranea e poi quella atlantica, sia l'India per raggiungere il Giappone. Il punto è che mentre se sui megaliti europei non sappiamo nulla se non tramite le ricostruzioni degli studiosi, su quelli indiani abbiamo addirittura dei testi che spiegano il rituale della loro sistemazione, dell'orientamento e così Danielou dice che ogni studio sui megaliti dovrebbe partire dagli antichi testi indiani.

Uno Shiva Lingam, oggi, Gangotri national park, India.

Danielou nota che queste divinità erano un tutt'uno con la natura. Questo carattere è stato tramandato in Gopala-Krishna, in Pan e Orfeo in Grecia, nel mondo celtico il protettore degli animali è un dio Cornuto, lo stesso Gesù, il buon pastore e molti santi. Nel Linga Purana si dice che tutte le divinità si chiamano Pasupata (fratelli degli animali) perché fanno parte del gregge di Pasupati: "tutti coloro che considerano il signore degli animali la loro divinità, sono fratelli degli animali".


"La concezione moderna dell'ecologia può apparire un tentativo di ritorno ad una vera morale, anche se il più delle volte resta antropocentrica. Si tratta non solo di preservare la natura al servizio dell'uomo ma di ritrovare il ruolo dell'uomo all'interno della natura, come cooperante all'opera degli dei. UNA RELIGIONE CHE NON RISPETTI LA NATURA NEL SUO INSIEME INDISSOLUBILE, CHE NON SIA FONDAMENTALMENTE ECOLOGICA NON E' CHE UN INGANNO, UNA SCUSA PER I SACCHEGGI UMANI, E NON PUO' IN ALCUN CASO PROCLAMARE LA SUA ORIGINE DIVINA. L'uomo non è che un elemento in un insieme ed è  l'insieme che è l'opera di Dio.

La parità con gli animali è un valore fondamentale, magico e sacro come la nudità. Shiva è nudo. Tra i Jainisti (che sono vegetariani strettissimi e rispettano anche le forme di vita più microscopiche) esigono che i propri fedeli siano nudi. Nel racconto mitologico irlandese "The destruction of  Da Derga's Hostel..." si legge: "Un uomo nudo, che in piena notte camminerà per le strade di Tara con una pietra e una fionda, ecco chi sarà Re". Anche dioniso è rappresentato nudo on i capelli lunghi quando non indossa la veste color zafferano.

 Il Jainismo si sviluppa in India dal pensiero di Jina o Mahavira contemporaneo di Buddha.

Come abbiamo visto la posizione Yoga (del loto) era usata sia nell'antica Europa che nell'antico oriente. Pashupati, Shiva, Jaina e Buddha sono rappresentati in quel modo. Tra il VII-VI secolo a.c. e la fine dell'età ellenistica nei territori d'influenza greca si sviluppo' l'orfismo. Conosciuto attraverso documenti frammentari e in gran parte dell’ultimo periodo, si basa su pratiche ascetiche e misteriche , su rituali di liberazione dell’anima dal corpo (inteso come carcere), anche attraverso un processo di reincarnazioni sino a un’immortalità che diventa parte della divinità. Sono in effetti incredibili le affinità con il Buddhismo che in quei secoli si sviluppò in India, tanto da far pensare a dei contatti, a delle influenze tra una corrente e l'altra o ad una comune radice che è andata persa. Essi infatti credevano nella trasmigrazione delle anime, nella visione del corpo come una gabbia, non mangiavano esseri senzienti (specificatamente, il divieto di mangiare carne degli orfici, ma anche di uova e fave*, è specificato dal racconto di Euripide in cui sprezzante definisce la dieta di Orfeo "apsychos" - senza anima e quindi non ha a che fare con una dieta ma con il divieto di ucccidere esseri senzienti) e nemmeno li sacrificavano. Sappiamo infatti che gli orfici praticavano "piacevoli giochi e sacrifici" senza lo spargimento di sangue: le libagioni erano a base di focacce e miele.


Erodoto ci dice che la dottrina della metensomatosi (la reincarnazione) fosse nata in Egitto per approdare in Grecia e questo ci farebbe pensare ad un influenza da ovest a est: furono i buddisti influenzati dagli Orfici? Non lo possiamo sapere, ma c'è un altro punto d'incontro con similitudini a dir poco notevoli: Gran parte di quello che conosciamo direttamente dei culti orfici ci viene da piccole lamine d'oro trovate nelle sepolture sparse nei vari territori del mediterraneo greco. I testi che si trovano incisi su di esse danno indicazione al morto sulla strada nell'oltretomba e come nel Libro Tibetano dei Morti, esse sono molto dettagliate. (laminette orfiche). In oltre nelle rappresentazioni di orfeo torniamo alla figura della divinità circondata dagli animali nella natura (generalmente orfeo suona la lira).


Dioniso era molto caro ai seguaci dell'orfismo che è la divinità mutevole per eccellenza e bisogna dirlo, non erano ben visti in città e vengono derisi in molti testi dell'epoca per le loro abitudini alimentari e le loro credenze. Tuttavia sappiamo che anche ai seguaci di Dioniso (o almeno a parte di essi) era vietato cibarsi di esseri viventi ma si cibavano di carne cruda durante il sacrificio di iniziazione. Questo ci rimanda ai Bramini dell'india tra le altre cose. Gli inni orfici alle divinità e alle forze della natura sono qualcosa di meraviglioso, di animistico e poetico. I Pitagorici furono poi influenzati dagli orfici, ovviamente, e a loro volta sembra che i Druidi studiassero assiduamente Pitagora. Ce lo dice Ippolito, nel Refutatio Omnium Hæresium:

"I druidi dei Celti hanno studiato assiduamente la filosofia pitagorica, a ciò spinti da Zalmoxis, lo schiavo di origine tracia appartenente a Pitagora, il quale Zalmoxis venne in quelle contrade dopo la morte di Pitagora e fornì loro l’occasione di studiarne il sistema filosofico". 

Anche Ammiano Marcellino ci dice che: "I Drisidi infine, superiori per ingegno ai precedenti, unitisi, secondo l’insegnamento di Pitagora, in fraterni sodalizi, si volsero alla speculazione di problemi occulti ed elevati e, con disprezzo delle cose terrene, proclamarono l’immortalità dell’anima.” Sappiamo da molte fonti che i Druidi dei Celti credevano nella trasmigrazione delle anime infatti, erano anche vegetariani? Sappiamo che presiedevano i sacrifici, anche cruenti, ma era una cosa che riguardava tutti i druidi? O come i bramini dell'india si astenevano dal mangiare carne ma praticavano i sacrifici? Certo è che i druidi moderni non praticano sacrifici e in molti non mangiano carne.


I "Buddha celtici".
A questo punto torniamo in Europa occidentale nell'antica Liguria e più precisamente al santuario di Roquepertuse un centro abitato dai liguri Salluvi che si trova a nord di Marsiglia. Qui all'inizio del secolo durante gli scavi effettuati da Henri de Gérin-Ricard vennero alla luce i resti di quello che doveva essere una zona sacra di grande importanza: un portale con evidenti rimandi al culto celtico della testa (LINK) ma soprattutto a due statue raffiguranti due figure nella posizione del loto. Le sculture, incomplete a causa dei danni del tempo sono incredibilmente simili alle statue dei Buddha dell'estremo oriente. Purtroppo dei culti di queste popolazioni, che potremmo considerare nostri avi, non sappiamo molto: la datazione di questo sito va dal VI secolo al periodo precedente all'occupazione romana a seconda delle differenti teorie.


Si possono fare comunque dei collegamenti con il culto delle teste celtico appunto, di cui ci raccontano gli autori classici, in oltre lo stile scultoreo rimanda al vicino oppida di Entremont. Mancano le teste e gran parte delle braccia ma il materiale ci ha permesso di scoprire moltissimo di popolazioni che altrimenti utilizzavano il legno per la stragrande maggioranza dei manufatti e delle costruzioni e di cui quindi abbiamo pochissimi esempi. Una considerazione da fare è anche quella della suddivisione tra celti e liguri dell'età del ferro, davvero inconsistente.

Un Buddha tailandese esposto al MAO di Torino.

Tra gli altri reperti sparsi per l'Europa e tragicamente sconosciuti ce n'è un altro che proviene dal santuario di La Beauve (Meaux) appartenente alla popolazione dei Meldes dove sono stati scoperti molti oggetti celtici risalenti al III secolo avanti cristo. La fattura minimalista è notevole e in questo caso la posizione "del loto" è ancora più particolare. Entrambe le mani sono appoggiate sulle ginocchia e la forma ha un'eleganza e un'armonia molto esotica e moderna.

Il guerriero di "La Beauve" (Meaux)

I "Celti buddisti".
Ma esistevano anche dei Celti buddisti? Vediamo sempre le cose dal nostro punto di vista, quello occidentale, ma esisteva qualcosa dal punto di vista opposto? Sicuramente la cultura ellenistica influenzò pesantemente le valli dell'attuale Pakistan e dell'Afganista nel regno del Gandahara in cui il buddismo prosperava a quei tempi, questo incontro diede vita ad una cultura greco-buddista. Nel sito di Hadda





La Swastika.
A questo punto, senza allontanarci troppo, andiamo a vedere un altro simbolo che collega oriente e occidente. la Svastica. Sono due parole per dire che l'immagine negativa che noi abbiamo di questa croce deriva esclusivamente dall'uso che ne fecero i nazisti. Questo simbolo solare è sempre stato parte dell'occidente e non solo dell'oriente, il suono in sanscrito Swastika significa "ben essere" (Su = buon, Asti = essere) ed è sempre stato associato alla buona salute, alla fortuna. Non c' una direzione buona e una cattiva (卐 o 卍) e la troviamo ovunque, dal Giappone a Roma, dalle Americhe alla Siberia. Qui però a noi interessa quando è associata con certe figure: chiunque sia stato in Giappone sa che sulle mappe la svastica indica un tempio buddista, sono molti i Buddha che la portano addosso e compare sui Piedi del beato come segno di buon auspicio.


La pagina wikipedia in inglese è molto ben fatta e può essere utile per farsi un'idea più completa di questo simbolo: LINK Qui sopra ho messo alcune figure classiche del Buddha nella posizione del loto con la svastica sul petto e quindi bisogna andare ad alcune figure trovate sulle navi vichinghe tra cui la più famosa decorava un secchio sulla nave di Oseberg, risalente all'800 dopo cristo e quindi al medioevo. Lo stile rimanda alle figure celtiche di cui abbiamo parlato sopra, qualcuno ipotizza anche che la parte superiore del capo mancante potesse essere dotata di corna. Non si può però ignorare la somiglianza con le figure buddiste orientali e questo apre molti possibili collegamenti Tra l'Europa antica e medievale e l'estremo oriente.


I Buddha Vichinghi.
Potrebbe sembrare un collegamento troppo fantasioso e forzato quello tra vichinghi e buddismo, basato su simili posizioni e simboligie indoeuropee. Ma in effetti non è così: nel 2015 le poste svedesi pubblicarono un francobollo, parte di una serie per la commemorazione dell'era vichinga raffigurante un Buddha seduto nella posizione del loto. Si trattava di una statuetta di bronzo ritrovata nel 1954 durante gli scavi di Helgo, un piccolo non lontano da Stoccolma il cui nome tra l'altro, significa "isola sacra". Gli archeologi hanno stabilito che la rappresentazione alta circa 8 centimetri sia stata fusa nel V-VI secolo d.c. nella zona del Kashmir tra India e Pakistan. La figura presenta il terzo occhio simbolico sulla fronte, simbolo dell'illuminazione, i lobi delle orecchie allungati che rappresentano la discendenza reale ed è seduto su un doppio loto che ne testimonia la purezza. La statuetta inoltre è stata ritrovata con dei lacci di cuoio che indicano che fosse portata durante i viaggi forse come talismano. Gli storici ipotizzano quindi che questo Buddha di bronzo abbia viaggiato per qualche secolo attraverso le steppe, i fiumi e le foreste euroasiatiche dalle montagne dell'Himalaya alle terre scandinave, facendoci pensare quanto poi certi collegamenti tra est ed ovest siano poi molto più reali di quello che si possa immaginare.



E' doveroso tornare un attimo all'Europa neolitica di circa 7000 anni fa, nella zona tra Romania e Serbia in cui venne scoperta la sepoltura di Lepenski Vir di più sopra. Appartenenti alla cultura di Vinca, di poco successiva, sono state scoperte tantissime statuette, molte raffiguranti dee femminili (di cui si è occupata molto Marija Gimbutas) e altri particolari "personaggi", molti dei quali adornati con svastiche.


Bisogna dire che tutto quello che ho scritto qui sopra ha a che fare con i simboli e con la mitologia, non sto dicendo che ci fossero persone o missionari che facevano avanti e indietro come facciamo noi oggi con gli aerei. Alessandro il grande giunse in India e con lui la cultura greca venne a contatto con gli scivaiti e i primi buddisti, questa è storia. Da questo incontro nacque l'arte buddista del Gandhara (zona compresa ta Pakistan e Afganistan) in cui la storia del Buddha è rappresentata con uno stile greco: in Italia sono molte le collezioni pubbliche che conservano reperti di questo tipo tra le quali quelle del MAO di Torino e il Museo Nazionale d'Arte Orientale "Giuseppe Tucci" di Roma. Ci sono poi alcune testimonianze antiche che vedono l'arrivo di un'ambasciata indiana che venne inviata a Roma tra il 22 a.c. e il 13 d.c. di cui faceva parte un monaco buddista che si sarebbe dato fuoco ad Atene  per dimostrare la sua fede. L'evento venne raccontato da Nicola di Damasco che incontrò l'ambasciata ad Antiochia, la tomba di costui era ancora visibile ai tempi di Plutarco (LINK).


L'imperatore Ashoka, che si convertì al buddismo e promosse la dottrina nell'India antica, inviò dei missionari in Sri Lanka ma anche in Siria, Egitto e Grecia e c'è chi dice che questi insegnamenti ispirarono anche Gesù, ma siamo nella pura speculazione. I romani iniziarono a commerciare direttamente con l'India nel secondo secolo dopo cristo (continuando poi anche in Cina dove inviarono delle ambasciate) e non è un mistero questo. I ricchi romani amavano le merci che giungevano dall'estremo oriente la seta e per esempio a Pompei è stata trovata una statuetta in avorio raffigurante la dea Lakshmi, conservata sotto le ceneri dell'eruzione fino al 1900. Alcuni scavi abbastanza recenti sulle coste meridionali dell'india (Arikamedu e Muziris) hanno portato alla luce Anfore, vasellame (tra cui una coppa col marchio di una fabbrica di Arezzo), vetri dipinti, monete d’oro: tutto materiale di scavo di origine Romana, e testimoniano circa 200 anni di commerci. (*)  Il professor Raoul McLaughlin dell’Università di Belfast, studioso delle rotte commerciali tra Roma, l’India e la Cina, identifica un busto che si trova alla Galleria Borghese con un romano convertito al buddismo. Ha la corazza da generale ma porta i capelli alla moda dei buddisti del Gandhara, «forse proprio uno di quei Yavanas di cui tanto parlano gli antichi testi Tamil» e non è l'unico.

Statuetta della dea Lakshmi da Pompei.

Lo Zen viene da occidente?
Nella visione occidentale e banalizzata lo Zen rappresenta quasi l'oriente stesso. L'estremo oriente, il Giappone. Bisogna dire che generalmente quando si dice Zen si pensa ad uno stile minimalista, magari per il bagno o per un profumo, siamo in un epoca e in una società in cui tutto, per arrivare alle masse, diventa "Pop", semplificato e filtrato da tutto quello che non è pura immagine utilizzabile per vendere qualcosa, il cibo di un ristorante, un sapone, una compilation musicale. Con Zen si intende un'insieme di scuole buddiste giapponesi che derivano dal buddismo Chán cinese ed è, semplificando al massimo, una forma di buddismo che enfatizza la pratica della meditazione evitando le speculazioni intellettuali. Il buddismo Chán si sviluppò in Cina tra tra il VI e il VII secolo d.C. e da esso derivano appunto la tradizione Zen in Giappone, Quella Sòn o Seon coreana e la Thiền vietnamita e fanno tutte parti del più grande insieme delle scuole buddiste Mahayana. Il termine Chan (da cui deformati derivano i termini Zen, Sòn e Thiền) deriva a sua volta dal termine sanscrito Dhyāna che significa letteralmente "visione" e che viene usato per rendere il concetto di "meditazione". In cina per rendere il suono di questo dermine venne usato l'ideogramma  禅 che viene letto in cinese Chàn e in giapponese Zen. Il punto è che le origini leggendarie di queste scuole buddiste non sono facilissime da ricostruire ma vengono fatte risalire alla figura di Bodhidharma.

Bodhidharma in una stampa giapponese ottocentesca di Yoshitoshi

Bodhidharma fu un leggendario monaco buddista giunto in Cina per insegnare una forma di buddismo mahayana incentrata, appunto, sulla meditazione ma sulle cui origine, come per l'origine del buddismo Chàn, resta un alone di mistero, anche per le incongruenze dei vari testi. Il punto è che il maestro viene sempre raffigurato con tratti occidentali, capelli rossi e occhi azzurri, chiaro segno che in oriente è sempre stato visto in questo modo In oltre l'unica testimonianza contemporanea sulla sua figura si trova negli "Annali dei Monasteri di Loyang" in cui Bodhidharma viene descritto "un persiano dagli occhi blu sui 150 anni di età" che praticava la recitazione del nome del Buddha". Le altre fonti più tarde lo descrivono come originario ancora una volta della Persia (Iran) o dell'Impero Kusana (un'impero multiculturale che oltre all'India del Nord, andava dall'Afganistan alla Cina). In ogni caso viene generalmente descritto come un uomo di etnia caucasica europoide.

Rappresentazione di un monaco dai tratti occidentali che insegna ad un monaco orientale in un affresco delle Grotte dei mille Buddha di Bezeklik

Il Buddismo celtico moderno.

Epoca contemporanea: il buddismo si espande in occidente.


"Le cose esistono ma non sono reali" - Mu Soeng

Critiche all'espansione del buddismo in occidente: perchè in molti criticano il buddismo in occidente? Si tratta principalmente di posizioni con una basa identitaria e nazionalistica: si vede il Buddismo come una delle tante influenze culturali aliene e quindi viene criticato. La ragione è sempre la stessa, la paura di quello che viene da fuori, di quello che non si comprende e quella di perdere le proprie tradizioni a cui, per vivere, ci si attacca. Eppure il buddismo è quasi universalmente conosciuta come una religione pacifica con posizioni generalmente meno radicali di, per esempio, quelle delle religioni monoteistiche. I detrattori quindi reagiscono in vari modi: negli ultimi anni alcuni hanno cercato di screditare questo aspetto pacifico del buddismo, prendendo casi estremi o addirittura inventando "fake news", il governo cinese lo ha fatto per anni, ad esempio descrivendo alcuni rituali tantrici riservati a pochi iniziati come pure perversioni a chi non ne sapeva niente. In occidente la posizione contraria più comune credo sia quella di vedere il buddismo come una moda new age per hippies malati di orientalisimo o anche come una cosa lontanissima e incompatibile con la filosofia occidentale. E' anche per questo che ho scritto questo post.


>>> Da continuare <<<



Bibliografia:
- Alain Danielou, "Shiva e Dioniso".
- Miranda Green, "Symbol and Image in Celtic Religious Art".
- Miranda Green, "Dizionrio di Mitologia celtica"
- Miranda Green, "
- P . Wuilleumuier, "GOBELET EN ARGENT DE LYON", 1936
- Religion et Société en Gaule (Rhone)
- Geoff Bailey, Penny Spikins, "Mesolithic Europe", 2008
- "I primi Europei", Jaca Book


Articolo:
(*) - Nell'antica Roma c'erano anche i buddhisti? - alcuni scavi dimostrano gli scambi tra Roma e l'India -
di Emilio Laguardia - Il Messaggero 07/07/2008