giovedì 20 aprile 2017

Gran Tour in bici delle pietre magiche nel monferrato alessandrino.

Introduzione: Oggi piove, è maggio ma ci sono 10 gradi, sono sceso a comprare due cose e ho sentito gente che ancora una volta si lamentava di questi posti. Bene, non piove tutti i giorni e quelli che si lamentano di solito sono quelli che non escono di casa se non in macchina per andare al centro commerciale. Bene questo mi spinge a fare questo post. Ho la fortuna di abitare in mezzo ad una delle zone più belle d'Europa, ricca di storia popolare e folklore che purtroppo è in gran parte sparita. La settimana scorsa ho fatto questo giro attraverso il monferrato Alessandrino e ho toccato 3 siti caratterizzati dalla presenza di pietre magiche o guaritrici, così popolari in piemonte legate al folklore e una religiosità antichissima oggi difficilmete comprensibili. Questi tre luoghi sono sparsi tra colline magnifiche, paesi monferrini arroccati sulla cima delle colline e panorami mozzafiato. 

Il giro è di circa 75 km, il dislivello non sono riuscito a calcolarlo ma penso sia intorno ai 1000 m. La strada è asfaltata al 95% anche di più. Quindi non è proprio una passeggiata ed è consigliabile una bici da touring. Il perido migliore è primavera (aprile/maggio) e l'autunno, in particolare ottobre. Ma evitando i giorni più freddi, la neve e la pioggia o il caldo estremo d'estate il giro è effettuabile tutto l'anno.

(aggiornamento 2023, traccia komoot qui: https://www.komoot.com/it-it/tour/1035486937?ref=wta




Si parte dalla stazione di Alessandria, se non siete di queste parti quindi si può arrivare in treno. Usciti dalla stazione si va a sinistra, alla rotonda di nuovo a sinistra, dopo un pezzo di brutto e trafficato spalto troviamo un'altra rotonda. A questo punto possiamo imboccare la ciclabile a destra, che pur in cattive condizioni ci renderà il percorso urbano più tranquillo. La seguiamo e arriviamo al nuovo ponte. A questo punto giriamo a destra per un centinaio di metri e imbocchiamo di nuovo la ciclabile a sinistra seguendola oltre lo stadio fino alla rotonda che incrocia Viale MIlite Ignoto. Qui imbocchiamo il viale tenendoci a destra sempre sulla ciclabile, per alcuni chilometri. Uscendo dalla città bisognerà spostarsi sulla sinistra per per prendere il sottopasso ciclabile in corrispondenza del grande svincolo della tangenziale, passiamo il ponte Tanaro e facciamo ancora un pezzo di ciclabile in condizioni deprecabili fino al sanatorio borsalino. A questo punto giriamo a sinistra e iniziamo il nostro giro in campagna. Andando verso la Valmilana seguiamo però la strada per Valle San Bartolomeo. Arrivati in questo sobborgo incontriamo un incrocio e svoltiamo a sinistra salendo in direzione Pecetto. Incontriamo il primo tornante e vedremo il sulla sinistra il bellissimo murale di Riccardo Guasco dedicato a Borsalino. Proprio sulla destra noteremo una pietra conficcata nel terreno, in cui alcuni riconoscono la "Peira del tempural" (pietra del temporale) [LINK] del folklore locale.



Proseguiamo e passati 2 piccoli tornanti arriviamo all'incrocio con una piccola stradina che scende sulla sinistra. A questo punto la prendiamo e praticamente torniamo indietro facendo quasi un anello percorrendo un pezzo di valle che pur essendo vicinissimo alla città ci regala viste meravigliose.


Comunque incrociamo la via Cerca e svoltando a destra la seguiamo fino a Gerlotti. Qui incrociamo la statale per Casale e dobbiamo prenderla per circa un km. Poi svoltiamo di nuovo a sinistra ritornando su strade di campagna. Non siamo ancora nella zona più bella ma iniziano ad esserci begli scorci di Monferrato. Comunque proseguiamo sulla proviciale 75 passiamo giardinetto e dopo circa un km, bisogna stare attenti a non perdere una stradina sulla destra che va verso Lu passando per una valletta meravigliosa, soprattutto in primavera. Ad un certo punto diventa sterrata dividendosi, prendiamo quella sulla destra e proseguiamo arrivando nel bel borgo di Lu Monferrato su una salita molto ripida.


Se vogliamo e abbiamo energie, possiamo visitare il bellissimo paese, se no proseguiamo verso conzano, altro sali e scendi e panorami meravigliosi. Bisogna dire che ci sarebbe una scorciatoia: una strada vicinale sterrata che resta in fondo valle e che incrociamo prima di salire a Conzano sulla sinistra. Ma ci perderemmo panorama e salite!



Una volta arrivati a Conzano scendiamo di nuovo e risaliamo a Camagna finalmente. Esattamente entrando in paese ci troviamo davanti ad una grande pittura murale di qualche anno fa. La prima cosa che vediamo è una strana forma nera con la scritta: "La Culiëta, la peira d'Camagna d'na vota ch'la marcava al'temp" (La Culiëta,la pietra di Camagna di una volta che segnava il tempo).


Questa Pietra di cui parliamo qui [LINK] purtroppo è stata murata ma noi sappiamo dove si trova! Prendendo la strada a sinistra andiamo avanti qualche centinaio di metri (ancora salita molto forte!!!) e incontriamo una chiesa bellissima in mattoni dedicata al solito Sant'Eusebio, cristianizzatore del Piemonte. Come diceva un anziano signore una volta: "n'do ca l'è Sant'Eusèbi ù iè semper il diavùl!" per dire che dove c'è Sant'Eusebio c'è sempre qualcosa di pagano [LINK]. Infatti i suoi santuari si trovano sempre su qualche luogo di culto precedente (vedi Oropa o Crea).



Bene al di sotto di questa chiesa c'è un muro di mattoni, con una Madonna, che sembra proprio ad una Matrona romana ed è li sotto che si trova la vecchia pietra che prediceva il tempo!



Immaginando la Pietra (non possiamo sapere se fosse una pitra naturale o un menhir) possiamo ripartire alla volta della pietra più famosa: La pietra di Santa Varena! Ci aspetta ancora un lungo tratto di strada, molto bello. Scendiamo di nuovo e prima di risalire a Cuccaro sulla sinistra vediamo la strada consortile che avevamo visto prima. Ci sarebbe molto da dire su questa pietra e rimandiamo alla pagina a lei dedicata [LINK], sappiate che la cristianizzazione non riuscì a cancellarne la fama, infatti venne usata come prima pietra di costruzione per la chiesa ma lasciata in vista con la scritta in evidenza. Ancora oggi qualcuno con dolori alla schiena si reca sulla scala, appoggia la parte dolorante e recità per tre volte: "Santa Vareina, Santa Vareina fame pasè l'mal de schiena!". In questo caso dopo quasi 70 km di sali e scendi in bici sarà molto utile!





Ripartiamo verso Alessandria, attraversiamo Casal Bagliano con il suo castello ormai ridotto a rovina, passando in una zona abitata fin dal neolitico in cui sono stati molti i ritrovamenti importanti (oltre a Villa del Foro anche il sito di Cascina Chiappona) relativi ai siti abitativi precedenti alla fondazione di Alessandria. Entriamo ad Alessandria proprio vicino alla stazione in cui poi potremo riprendere il treno con le nostre biciclette al seguito. Ci sarebbe molto da dire su questa pietra e rimandiamo alla pagina a lei dedicata [LINK], sappiate che la cristianizzazione non riuscì a cancellarne la fama, infatti venne usata come prima pietra di costruzione per la chiesa ma lasciata in vista con la scritta in evidenza. Ancora oggi qualcuno con dolori alla schiena si reca sulla scala, appoggia la parte dolorante e recità per tre volte: "Santa Vareina, Santa Vareina fame pasè l'mal de schiena!". In questo caso dopo quasi 70 km di sali e scendi in bici sarà molto utile! Ripartiamo verso Alessandria, attraversiamo Casal Bagliano con il suo castello ormai ridotto a rovina, passando in una zona abitata fin dal neolitico in cui sono stati molti i ritrovamenti importanti (oltre a Villa del Foro anche il sito di Cascina Chiappona) relativi ai siti abitativi precedenti alla fondazione di Alessandria. Entriamo ad Alessandria proprio vicino alla stazione in cui poi potremo riprendere il treno con le nostre biciclette al seguito.

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Per quanto riguarda links, bibliografia e maggiori informazioni seguite i collegamenti che trovate lungo il testo. Ovviamente il percorso può essere effettuato anche in auto o in moto anche se in bici o a piedi ha tutta un'altra importanza.

martedì 22 novembre 2016

Cestini per la bici: quelli in legno!

In questo post un pò di esempi per il cestino sulla bici. Il cestino è un accessorio comodissimo, per fare la spesa, per appoggiare lo zaino. Potete trovarne in metallo, ma anche il legno. Già fatti o autocostruiti, grandi o elegantissimi! Noi de Le radici degli alberi siamo accaniti ciclisti, ma non come sportivi, usiamo la bici per spostamenti urbani e per viaggi lontani! 


I druidi moderni arrivano a Stonhenge in bicicletta! Ma che tipo di cestino possiamo scegliere? O come possiamo costruircelo? Qui sotto diversi tipi:

Quello minimal: un appoggio con le fasce.


Eleganitissimo:



Elegante e ricercato. Con il porta bicchiere per bibite e caffè e con le fascie per il tappetino  da meditazione per pic nic o per quello da yoga. Chic!





Il massimo: questo è contenuto nel telaio e a sua volta contiene tutto il neccessario per un pranzo al sacco: compreso il tavolino.


Gigante: per fare grandi spese o per lavoro, se non avete una bici cargo.


Varie:



Il carrello autoprodotto!


Con il coperchio, per lasciare qualcosa chiusa dentro mentre la bici è legata.


Bici da viaggio (1)

Come sappiamo in Italia la bici da molti, se è considerata, è considerata un attrezzo sportivo o un mezzo da poveracci. Ancora oggi quindi è facile trovare bici da corsa e mountain bike da 5000 euro nel negozio della proprio città, ma è praticamente impossibile trovare parafanghi buoni o portapacchi di qualità. Qui metto qualche foto di alcune belle bici, trovate cercando online, per partire in viaggio o semplicemente per esplorare le nostre colline o muoversi in città tutti i giorni in sicurezza.

1) Specialized Awol:
https://www.specialized.com/it/it/bikes/adventure/awol 


Si trova anche in Italia. Telaio in acciaio, bellissimo ed eterno, ruote da 28/29 come vogliamo chiamarle, freni a disco, attacchi per parafanghi, portapacchi, borracce. Perfetta. Cambiando i copertoni può essere una bici da strada e allo stesso tempo quasi una mtb.

2) Cinelli Hobo:
http://cinelli.it/it/prodotti/hobootleg/


Simile alla Awol, ma senza freni a disco ed esteticamente più ricercata! Tutta in acciaio Columbus, attacchi per ogni cosa, ve la vendono tutta equippaggiata. Esiste anche la versione più fuori strada, la Hobo Geo, praticamente una MTB tutta in acciaio per viaggi dove l'asfanlto non c'è: http://cinelli.it/it/prodotti/hobootleg-geo/

3) Surly Long haul trucker
http://surlybikes.com/bikes/long_haul_trucker


Forse la bici più da viaggio che c'è. Fatta tutta in acciaio in America, da Surly bikes. E' fatta pensando a tutto quello che vi serve durante un viaggio in un paese sperduto anche come ricambi. Esiste con ruote da 26" o 28", con freni a disco o v-brakes... bellissima!

Altre bici:









lunedì 24 ottobre 2016

MEGALITISIMO CONTEMPORANEO: Tempio megalitico ancora in uso!

Al minuto 1:00:58 di questo bellissimo documentario potete vedere un tempio megalitico ancora in uso. Si trova in Indonesia. A 1:14:55 uno dei documentari più belli e completi sul megalitismo che abbia mai visto:

mercoledì 5 ottobre 2016

Farsi una bici da viaggio o da spostamento urbano di tutti i giorni partendo da una vecchia MTB.

Ancora una volta: in Italia abbiamo tra le migliori bici da corsa al mondo, ma quando ci serve una bici per muoverci in città, per andare al lavoro o per fare un viaggio, non troviamo niente. Basta guardarsi in giro, non è solo un problema di piste ciclabili. La gente usa bici brutte, pericolose, scassate. Eppure queste bici esistono e basta andare in paesi vicinissimi come Svizzera o Germania per rendersene conto. Certo anche trovandole queste bici, costano tanto. Eppure, magari ci siamo dimenticati che in cantina abbiamo una vecchia mountain bike anni '80- '90, in acciaio che sta arrugginendo. Alcune di queste bici erano dei veri capolavori, e possono essere delle perfette bici da viaggio / spostamento urbano. Mettendole a posto: a volte magari riusciamo a conservare solo il telaio, altre molto più. Queste MTB erano nate non solo per fare dell'agonismo, ma per turismo fuori strada ed erano già predisposte per parafanghi, portapacchi e borracce. Però attenzione: quelle da supermercato restano sempre dei rottami. Qui un pò di foto di conversioni da MTB a bici da touring:








Questa è bellissima: classica mtb fine '80 primi '90 a cui è stato messo un manubrio da corsa con comandi "bar ends, sella brooks e aggiunti portapacchi:
 



venerdì 25 dicembre 2015

Melusina e Naga Kanya e Sheela Na Gig oriente ed occidente.

Ancora una volta vorrei tornare sulle similitudini e i legami tra oriente ed occidente, alle comuni radici delle culture indoeuropee, delle quali in questo periodo di "radici cristiane" ci stiamo dimenticando. Melusina è una figura leggendaria del Medioevo. Si trattava di una donna con la coda di un serpente o a volte di un pesce, simile per questo ad una Sirena. Bisogna ricordarsi però che le sirene della religione greca erano metà umane e metà uccelli. Comunque come molti altri miti medioevali, quello di melusina affonda le sue radici nelle leggende popolari precristiane, specialmente celtiche e greche.

 sopra: melusina in Piemonte: Chiesa di San Secondo a Cortazzone e Sacra di San Michele.

Nel medioevo questa figura venne ovviamente influenzata dal cristianesimo, il suo mito compare in vari libri tra i quali "Melusina" di Turing von Ringoltingen. Secondo la leggenda le melusine dovrebbero sposare un cavaliere a condizione di un tabù particolare: non essere viste nella loro vera forma, quella di una fata dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, al posto delle gambe. La rottura del tabù della melusina, fonte dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, può condurre il cavaliere alla rovina e condannare la fata a rimanere una sirena per sempre.

La figura di Melusina è visibile in molte chiese medioevali, specialmente quelle romaniche. In questi luoghi di solito Melusina occupa i capitelli e in molti casi possiede due code, carica di significat sessuali e ricollegandosi in alcuni casi alla figura di Sheela na Gig dell'eredità celtica britannica.

nell'immagine sopra: una classica rappresentazione celtica irlandese di Sheela Na Gig, una rappresentazione più moderna della stessa figura a Sainte Radegonde, Poitiers in Francia dove è molto meno frequente. Nell'ultima foto una tipica rappresentazione di Melusina, come sirena su di un capitello.

Ora vorrei parlare della similitudine della stessa Melusina con Naga Kanya, figura leggendaria della mitologia indiana, metà donna e metà serpente. Essa appartiene ai Naga, divinità che popolano il sottosuolo, raffigurate di solito come serpenti e legati al culto della Madre Terra. E' interessante notare come queste figure risalgano al periodo della civiltà della valle dell'Indo, come ad esempio la figura di Pasupathi, ancestrale rappresentazione di Shiva e incredibilmente simile al dio celtico Cernunnos (LINK). Molte rappresentazioni di Melusina sono anch'esse incredibilmente simili alla rappresentazione di Naga kanya (foto sotto), che poi in molti casi è metà serpente, non solo pesce.


Naga Kanya considerata anche figlia dei Naga, è protettrice dei serpenti, ma come Melusina è anche legata al cultu dell'acqua, dei fiumi e della pioggia ed ha un posto d'onore nella religione Indù e Buddista non solo in India. Per chiudere il cerchio vorrei ora proporre alcune immagini di Sheela Na Gig e della divinità indiana della fertilità Lajja Gauri. Ancora una volta le sue origini risalgono al periodo pre-induista della civiltà della valle dell'Indo ed è sopravvissuta fino ad oggi.

Nelle foto sopra una rappresentazione di Sheela Na Gig che si trova nella chiesa di Notre-Dame de Bruyères-et-Montbérault e due sculture di Lajja Gauri in India. 

Vedi anche:
Chiesa di San secondo a Cortazzone
Sacra di San Mchele

Melusina web:
Libro: MELUSINA - TURING VON RINGOLTINGEN - stampa alternativa 1991.