IL NOCE DI SAN GIOVANNI, Trisobbio (AL)
E' meno conosciuto di quello di Benevento, ma è ancora li. Anche quest'anno a San Giovanni il noce è tornato a fiorire. Un'altra leggenda in cui è facile rintracciare la persistenza di
culti legati agli Alberi. Si trova nei pressi di Trisobbio, in provincia di Alessandria, in mezzo ad una vigna dove si incontrano le strade provenienti da Ovada e Cremolino. Il noce centenario sembra secco, senza nemmeno una foglia, come si vede in foto, ma ogni anno nei giorni a cavallo del
Solstizio d'Estate torna "miracolosamente" a fiorire, coprirsi di foglie e poi dare eccellenti frutti. E' parte della leggenda popolare della zona. Si dice che la
Notte di San Giovanni appunto, (da ricordare i fuochi di San Giovanni che sostituirono i fuochi di
Belenus) tutte le
Masche, le
Feighe e le
Strié della zona si dessero appuntamento sotto questo noce per celebrare il sabba più importante di tutto l'anno in compagnia del loro
Signore Cornuto.
Anche quest'anno il noce ha ripreso a fiorire!
IL SABBA: Recentemente gli studiosi dell'Accademia Urbense hanno scoperto un manoscritto trovato tra le pagine di un atto notarile di fine '700. In esso sono identificate tutte le streghe (in zona meglio conosciute come Masche!) che vi si recavano: quelle dei Bacchetti (località di silvano d'orba), la giovane di Varo di Tagliolo, almeno due di Bric Trionfo. Un'altra veniva sicuramente dal bosco di Bandita e una da Battagliosi. Una Feiga che partecipava al Sabba abitava precisamente vicino alla Cappella di Santa Caterina di Montaldello. Un'altra veniva dai Setteventi di Belforte e poi alcune arrivavano dalla Valle dell'Albara, dalla Valle Scura di Lerma (dal campanile), da Mascatagliata (il nome di questa località ovviamente mi ha sempre colpito) dai boschi della Colma e da quelli di Capanne di Marcarolo e quelle della Val Bormida che l'Inquisizione non era riuscita a debellare. Per ultimo arrivava il Diavolo! (o meglio il
Cornuto Dio dei Boschi!). Tutti gli anni, anche se il tempo era bello, all'avvicinarsi di mezza notte il cielo si faceva scuro, le stelle sparivano e arrivava un vento "del diavul". Finita la riunione il Noce poteva finalmente riprendere a fiorire in tutto il suo splendore. Per preti e credenti il motivo era che finalmente dopo la "congrega" il Noce veniva liberato dalla oscura magia, per altri erano proprio le Masche che ogni anno tornavano per restituire la vita al sacro Noce!
Per andare a trovare il Noce qui c'è una mappa dettagliata:
www.funghiitaliani.it/index.php?act=Print&client=printer&f=21&t=48134
tra Molare e Cassinelle, sopra Borgo Peruzzi, dalle vigne di tufo della Rera, scendeva -nel 1700- una "stria" che tutti, pieni di paura, chiamavano Cataren-na dra Rera.Ho scovato negli archivi della parrocchia di Molare il suo certificato di morte. Si chiamava Caterina Negrino.Maggiori informazioni le trovi nel sito di Vittorio Bonaria dedicato al crollo della diga di Molare.
RispondiEliminasai se questo manoscritto trovato dall'accademia urbense risulta pubblicato da qualche parte?
RispondiEliminaoggi sul blog ho postato una foto della "rera" e la storia della "stria" caterina.
RispondiEliminaUn blog interessante. Sono capitato qui alla ricerca di notizie sui luoghi dove vado in campagna.
RispondiEliminaCiao e grazie dallo strano mondo del bunker-u
www.bunkeru.splinder.com
RispondiEliminaNon capisco, prima mi ha marcato come anonimo