martedì 17 settembre 2024

L'Equinozio d'Autunno:

Come ben sappiamo gli equinozi sono i due momenti dell'anno in cui giorno e notte si equivalgono e che rappresentano quindi l'equilibrio ma anche il momento in cui si passa dalla luce al buio e viceversa. In oltre i due equinozi, fanno parte con i solstizi dei quattro punti che dividono la ruota dell'anno solare in quarti. In particolare l'equinozio di settembre, che si verifica di solito verso il giorno 21 segna l'arrivo segna l'arrivo dell'Autunno. Per molti è un periodo triste che segna la fine dell'Estate, per me, personalmente, è il periodo più bello dell'anno. La luce e il caldo finalmente diminuiscono, i colori diventano bellissimi e si può finalmente riposarsi.

L'equinozio d'autunno oltre a celebrare l'ingresso nella metà oscura dell'anno è sempre stato legato al raccolto: era infatti in questo momento che si raccoglievano i frutti di molti del lavoro nei campi, in particolare in Europa mediterranea e centrale era il momento della vendemmia. In moltissimi mosaici antichi e medievali settembre viene proprio raffigurato con la raccolta dell'uva e la sua spremitura.

OGGI E' MOLTO IMPORTANTE RICORDARSI E CELEBRARE SOLSTIZI ED EQUINOZI

Oggi è molto importante ricordarsi e celebrare solstizi ed equinozi anche se potrebbe sembrare invece inutile in questo mondo sempre più artificiale. Invece è proprio in questi momenti in cui possiamo renderci conto di come noi umani siamo parte della natura e dell'universo. Senza il Sole e la sua luce, senza il movimento circolare della terra attorno ad esso, senza l'atmosfera, senza infiniti altri elementi noi semplicemente non esisteremmo. Se un tempo questi momenti erano fondamentali per i nostri avi per fare i conti e organizzare semine e raccolti, oggi sono ugualmente fondamentali per non farci dimenticare che senza il fragile equilibrio naturale che permette alla terra di essere abitabile, che noi stiamo mettendo in serio pericolo, sarebbe la catastrofe. 

CELEBRARE ANCHE SE NON CREDIAMO IN NESSUNA RELIGIONE

Questi giorni vanno celebrati e onorati sia che noi nutriamo qualche sentimento religioso o spirituale sia che noi pensiamo che non ci sia nient'altro che quello che vediamo; in entrambi i casi si tratta di un buon momento per festeggiare e tenere a mente quello che abbiamo detto sopra. Se però siete interessati all'aspetto culturale di queste antiche festività continuate a leggere.

CI RIAVVICINIAMO A CARI ESTINTI

Il periodo che va dall'Equinozio d'Autunno al Solstizio d'Inverno è quello che più ci riavvicina al mondo dei mordi e ha il suo picco alla fine di Ottobre durante quelli che in molte culture sono considerati i giorni dei morti e degli spiriti. Il calare della luce e del calore mette, chi ha una certa sensibilità, in una atmosfera meditativa.

I MISTERI E IL MONDO CLASSICO

Nel mondo classico questo era il periodo dei Misteri: ad Eleusi si celebravano i misteri, rituali di tipo mistico che nessuno poteva comprendere in modo razionale ma che avevano come figura centrale Demetra (a Roma Cerere), dea della natura e dei raccolti la cui figlia Persefone (a Roma Proserpina) venne rapita dal dio degli Inferi Ade che la sposò. Questo fatto causò la disperazione di Demetra che andò in cerca della figlia lasciando il mondo nell'Inverno eterno. Grazie all'interesse di Zeus Persefone potè tornare sulla terra per sei mesi all'anno creando così il succedersi delle stagioni, luminose e oscure. I misteri associati al ciclo delle stagioni e a quello di morte e rinascita non potevano essere svelati ma sappiamo che oltre ad essere legati a Demetra e a Persefone avevano come oggetto la spiga di grano e la raccolta dell'uva e della sua trasformazione in vino e i loro cicli stagionali.

L'EQUINOZIO D'AUTUNNO NELL'EUROPA CELTICA E NEL NEODRUIDISMO

I moderni Druidi chiamano questa festività Alban Elfed che significa Sole che si riflette sulle acque e sappiamo che anche per loro questo è il tempo raccolto in cui si ringrazia la Terra per la sua abbondanza. Non sappiamo esattamente quali fossero le celebrazioni di questo periodo degli antichi popoli celtici anche se probabilmente seguivano delle ricorrenze basate su di un calendario luni-solare, anch'essi comunque consideravano questo tempo come un momento di gratitudine per il raccolto e per i doni della Terra, sapendo che le scorte avrebbero sostenuto sia le persone che gli animali nei mesi freddi. Si contempla il ciclo della vita, ricordando che, anche se la luce si ritira, tornerà alla fine delle giornate oscure. Al museo gallo-romano di Lione è conservato il calendario di Coligny l'unico calendario druidico esistente, purtroppo incompleto e non facilmente decifrabile; è compilato in caratteri latini e su di esso, ad esempio, compaiono le tre notti di Samoni (Samhain per i celti britannici), ovvero le notti dei santi e dei morti che ancora oggi celebriamo. In oltre molte tradizioni sono sopravvissute all'interno delle festività cristiane delle nostre zone soprattuttue nelle aree cattoliche, ma non è facile ricostruirle.

Pulizie d'Autunno: questo è il momento giusto per fare pulizia ed eliminare il superfluo prima di andare in letargo!

Vestiti: vestirsi di colori caldi e tenui e con materiali morbidi e comodi!

Riposarsi e meditare: questo è il periodo perfetto per riposarsi. Finalmente fa fresco e si dorme bene, le giornate si accorciano, prediligere attività contemplative.

LINKS

https://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/miti-leggende-racconti/item/2084-alle-radici-dell-equinozio-d-autunno

sabato 6 luglio 2024

Il Buddismo della Terra Pura


Una foto del Daibutsu di Kamakura in Giappone nel 2018.

Il Buddismo della Terra Pura è probabilmente la forma di buddismo più praticata al mondo, specialmente a livello popolare e in estremo oriente, ma allo stesso tempo è quasi completamente sconosciuta in occidente. Essa può essere considerata la via devozionale al Buddismo ed è particolarmente popolare a livello laico in quanto non prevede un impegno costante in ore ed ore di meditazione come le scuole Chan, Seon o Zen e nemmeno uno studio accurato dei sutra o pratiche esoteriche complesse. Per questo, questa corrente è stata a volte considerata come una scorciatoia per raggiungere l'illuminazione e "snobbata" in occidente: lo vedremo dopo.

LA TERRA PURA
La devozione ad Amithabha attraverso la ripetizione di semplici mantra o del suo stesso nome porta a rinascere nella vita successiva nella Terra Pura occidentala, un "paradiso*" chiamato Sukhavati (ma ce ne sono anche altri legati ad altri Buddha e ad altre direzioni, vedi paragrafi successivi). Terra pura è la traduzione del cinese jingtu (letteralmente terra purificata) e questo concetto sembra essersi sviluppato in india durante il primo periodo Mahayana come Buddhaksetra (territorio di Buddha in sanscrito) dove un Buddha porta all'illuminazione gli esseri senzienti. Si credeva che un campo di Buddha si manifestasse spontaneamente attorno a un buddha appena illuminato, e quindi esistono tante terre pure quanti sono i Buddha. Il Sutra di Vimalakirti, risalente al ca. 100 d.C., insegna che gli esseri illuminati che percepiscono la purezza essenziale del mondo dimorano in purezza; una terra di Buddha è pura quando la mente è pura, quindi potrebbero essere non un luogo fisico, ma uno stato mentale. Una persona con una mente contaminata potrebbe trovarsi nello stesso luogo ma non vedere alcun paradiso. Le terre pure sono anche intese come luoghi felici che offrono un’opportunità insolita per l’illuminazione, e coloro che rinascono in una terra pura possono facilmente raggiungere il Nirvana.

LA STORIA 

Il Buddismo della Terra Pura ha avuto origine in India, ma si è formato come scuola strutturata solo in Cina. Il fondatore riconosciuto della scuola cinese fu il Patriarca Huiyuan (390 d.C., dinastia Jin orientale). Il Maestro Shandao (613–681) formalizzò pienamente la scuola, seguendo gli insegnamenti di Tanluan e Dao’chuo. La tradizione cinese riconosce tredici Patriarchi, culminando con Maestro Yinguang (1862–1940). Tutti i Patriarchi sono riconosciuti per profonda pratica spirituale e per la diffusione del Nianfo Samadhi (meditazione sulla recitazione del nome di Amitabha Buddha)

Espansione e influenza: Il Buddismo della Terra Pura si è diffuso ampiamente in Cina durante la dinastia Tang, diventando la scuola buddhista più seguita. In seguito si è diffuso in Giappone, Corea del Sud, Vietnam e nel mondo intero. 

La Scuola giapponese (Jōdo-shū): In Giappone, sono venerati come Patriarchi Tanluan, Dao’chuo e Shandao. Nel XII secolo, il Maestro Hōnen fondò la scuola Jōdo-shū, versione giapponese del Buddismo della Terra Pura.

Influenza indiana: Alcuni grandi maestri indiani associati al Dharma della Terra Pura includono Asvaghosa, Nagarjuna e Vasubandhu.


IL BUDDHA AMITHABA

Il Buddha Amida con aureola raggiante esposto al MAO di Torino. Giappone, periodo Edo.

Amitabha è uno dei cinque Dhyani Buddha ed è adorato come una vera e propria divinità, con tratti quasi monoteistici nella scuola della Terra Pura, ma non solo. Narra il Sukhāvatīvyūha Sūtra che il Budda Sakyamuni in persona, davanti ad un’assemblea di dei (Deva), bodhisattva e Arhat, raccontò che, in ere antiche e forse in altri mondi, il monaco Dharmakara si recò dal Budda della sua Era, il Budda Lokesvararaja (Il Re del Mondo), e aveva pronunciato 48 voti per sancire la propria determinazione di illuminarsi al fine di liberare tutti gli esseri senzienti dalla sofferenza del Samsara. Questo monaco meditò per cinque ere, riuscendo alla fine a illuminarsi diventando il Buddha Amitabha e cercando di unire tutte le migliori qualità dei campi di buddha in un campo particolarmente puro, un paradiso libero dalla sofferenza, in cui tutti gli esseri, una volta reincarnati, avrebbero potuto facilmente raggiungere l'illuminazione e il Nirvana. Amitabha è noto quindi per le sue qualità magnanime e per la terra pura di Sukhavati.

Amitabha significa letteralmente Luce senza fine ed è anche chiamato Amitayus (Vita infinita) e nei vari paesi in cui è presente il suo culto è chiamato:
Āmítuó (cinese)
Amida (giapponese)
Amita (Coreano)
A-di-đà (Vietnamita)
Od-dpag-med (Tibetano)

Iconografia: Amitabha è spesso raffigurato in meditazione, con la pelle di colore rosso e con le mani in grembo in una mudra di meditazione (Immagine perfetta è il Daibutsu di Kamakura. Spesso è accompagnato da due bodhisattva assistenti: Avalokitesvara (Guanyin) a destra e Mahasthamaprapta a sinistra. Insieme, formano una triade che è frequentemente presente nell’arte cinese, giapponese e coreana. Può essere raffigurato anche in piedi sopra un loto, nell'atto di accogliere i defunti che lo invocano con devozione, aspetto che è chiamato "Raigo Amida" (lett."Amitabha che accoglie")

I SUTRA
"Sutra della Vita Infinita" (noto anche come Sutra di Amitabha Lungo o Sutra della Terra Pura Lungo) è un testo buddhista Mahayana che risale al I-III secolo d.C. Racconta la storia di un monaco di nome Dharmakara. Quando Dharmakara raggiunse l’illuminazione, divenne Amitabha, e il suo campo di buddha, Sukhavati, apparve. Questo sutra, insieme ad altri due, costituisce la base dottrinale del Buddhismo della Terra Pura. Il Sutra della Terra Pura Breve è apprezzato per le sue ricche e ispiranti descrizioni di Sukhavati. L’Amitayurdhyana Sutra (o Sutra della Visualizzazione) è noto per le sue insegnamenti sulla visualizzazione di Sukhavati e sulle fasi del raggiungimento spirituale. Inoltre, altri sutra parlano in modo approfondito di Amitabha: il Sutra del Loto al capitolo VII, nomina Amitābha come uno dei sedici “figli” del Budda Mahâbhijñā Jñānâbhibhū, assieme a Gautama Budda (Sakyamuni); il Pratyutpanna Samādhi Sūtra.

LA PRATICA
Le scuole della Terra Pura fanno parte del Buddismo Mahayana, di cui accettano gli insegnamenti fondamentali, quali la Vacuità del mondo reale, i tre Corpi del Budda (Trikaya) e la buddità come condizione innata di ogni essere senziente (che occorre solo risvegliare). Come detto più sopra però queste scuole si differenziano per un'enfasi particolare per i rituali e le pratiche devozionali:

Il Nenbutsu (giapponese), ossia la ripetizione del nome di Amida è la pratica principale. Per rinascere nella Terra Pura, i fedeli devono cantare un mantra ad Amitabha, il più spesso possibile: “Nàmó Āmítuó Fó” (cinese) oppure ”Namu Amida Butsu” (giapponese), abbreviato in “Namu Amida Bu” coreano 나무아미타불 (Namu Amita Bul), vietnamita Nam-mô A-di-đà Phật, sanscrito Namo Amitabha Buddha (omaggio al Buddha della luce infinita). Così, invocando il nome di Amitābha, viene salvato non solo colui che lo pronuncia, ma anche tutti gli altri che esseri che non lo fanno.

Meriti. Anche se in certe correnti si dica che basti recitare 10 volte il suo nome con cuore sincero per rinascere nella Terra Pura, si pensa che esustano diversi atti di merito legati ai precetti buddisti. Si crede che i fedeli che cantano o recitano in continuazione il nome di Amitabha Buddha, visualizzando il Buddha con fede nel suo voto e generando sentimenti di compassione e bodhicitta per tutti gli esseri senzienti che soffrono nel saṃsāra, otterranno molti benefici durante la loro esistenza attuale, raggiungendo lo stato di samādhi.

Pratiche benevole. Gli amidisti, come molti altri praticanti Mahayana e come i monaci Theravada, si astengono dalla violenza contro ogni essere senziente e quindi anche contro gli animali (che possiedono come le persone la natura di Buddha) e dal mangiare carne se l’animale è stato ucciso apposta per loro o se hanno assistito all’uccisione. Molti scelgono quindi di essere vegetariani, come raccomandato dallo stesso Budda in diversi sutra.


LE ORIGINI DEL BUDDISMO DELLA TERRA PURA
Gli insegnamenti sui campi di Buddha furono comuni a tutto il buddismo Mahayana, si pensa che l'idea di Terra Pura sia originata in Iran da un contatto tra il Buddismo e le religioni locali (Zoroastrismo e Mitraismo) che prevedevano l'esistenza di Paradisi (e che influenzarono anche il Cristianesimo) e una particolare luminosità delle divinità*. nel primo secolo dopo Cristo. Tuttavia non esisteva una “scuola della Terra Pura” in India. La Terra Pura, come un ramo particolare di pratica, ha iniziato a evolversi in Cina. Nel 402 d.C., un monaco cinese di nome Huiyuan ha organizzato una società chiamata “Società del Loto Bianco” insieme ad altri monaci e laici, i quali giurarono davanti a un’immagine di Amitabha che sarebbero rinati in Sukhavati.

Nei secoli successivi, le immagini iconiche di Amitabha divennero un tema preferito nell’arte buddista cinese. La recitazione reverente del nome di Amitabha divenne una pratica comune in gran parte del buddismo cinese. Altre pratiche devozionali associate ad Amitabha includono inchini, visualizzazioni e recitazione dei sutra della Terra Pura. Tra le molte forme di buddismo che ebbero origine in Cina, le due più praticate oggi sono la Terra Pura e lo Chan (Zen). Dalla Cina, le pratiche della Terra Pura furono trasmesse in Corea, Vietnam e Giappone. In Corea e Vietnam, per lo più, gli insegnamenti e le pratiche della Terra Pura furono assorbiti nel buddismo in generale, ma formarono anche scuole autonome.

LE ALTRE TERRE PURE
Ogni Buddha ha una sua Terra Pura, compresi il Buddha della Medicina (la terra di Sudasama) e anche Gautama Buddha nel Tendai e Nichiren ha una terra, situata sul nostro stesso mondo, chiamata Ryozen jodo. Nel buddismo Vajrayāna, esiste una setta simile all'amidismo che crede che opposto al Paradiso Occidentale di Amitabha esista il Paradiso Orientale di Akshobhya Buddha, chiamato Abhirati; sebbene ufficialmente riconosciuto dalla setta Shingon in Giappone e forse più antico dell'amidismo stesso, il buddismo della Terra Pura Orientale non viene annoverato di solito nel buddismo della Terra Pura ed è molto meno popolare della scuola della Terra Pura Occidentale.

PERCHE' IL BUDDISMO DELLA TERRA PURA VIENE IGNORATO IN OCCIDENTE?
Se guardiamo i centri buddisti in Italia, nessuno di quelli facenti parte dell'UBI sono dedicati a questa corrente e se poi cerchiamo dei testi si trova qualche cosa in inglese ma veramente poco. Cercando più approfonditamente possiamo scoprire che esistono dei centri di questo tipo anche in Italia ma sono quelli frequentati da immigrati cinesi ed asiatici che non comunicano praticamente in nessun modo con quelli Italiani. La stessa cosa succede in tutti i paesi occidentali. In un bell'articolo uscito su www.lionsroar.com Aaroon Proffitt spiega, brevemente, perchè il buddismo della Terra Pura venga praticamente ignorato in occidente. Lo studioso in breve dice che i primi studiosi orientalisti che si occuparono del Buddhismo, erano studiosi protestanti che lavoravano durante il periodo coloniale inglese e americano. Essi avevano poco interesse il buddismo popolare vivente mentre si concentravano sugli studi storici selezionando accuratamente gli insegnamenti buddhisti per adattarli alla loro visione del mondo modernista e protestante. In breve, questi accademici, crearono un buddismo e per gli intellettuali europei che veniva poi usato per criticare le culture buddhiste viventi. Essi credevano che il Buddhismo Mahayana e specialmente gli insegnamenti della Terra Pura, fossero una perversa distorsione del buddhadharma. Oltre ad essere molto meno razionale di correnti quali lo Zen, l'amidismo era, per certi versi, troppo simile ad un cattolicesimo popolare con caratteristiche magiche o addirittura reminiscenze pagane in cui i Buddha diventavano vere e proprie divinità e la credenza nella reincarnazione aveva un'importanza fondamentale.

Purtroppo oggi, questo atteggiamento è ancora ampiamente diffuso e anche se il Buddhismo della Terra Pura è probabilmente la forma di Buddhismo più praticata al mondo nella scrittura accademica di lingua inglese e in generale in quella occidentale è in gran parte ignorata o completamente fraintesa.

Io penso sia questo uno dei motivi per cui il buddismo in Europa continui ad essere una religione che affascina gli studiosi orientalisti, i filosofi e una minoranza di credenti che, per reazione al cristianesimo vedono nella sola meditazione o nell'esoterismo una pratica interessante e degna di essere seguita.

NOTE
* "Nous constatons que, si ~mitayus- mi tab ha se prete a un rappr'8chement tant avec Zurvan qu'avec le grand dieu de la lumiere iranien, Av~lqkite~vara et MahXsthEma offrcjnt des rapports avec les elements ~umi&re et Force des tetrades de type zervanite." Marie-Therese de Mallmann
* Sito internazionale: https://purelandbuddhism.org/
* Un altro sito internazionale: https://www.pure-land-buddhism.com/


sabato 15 giugno 2024

MASCHE E MASCONI: 6) Ancora masche che sono gatti e altri animali.

>>> Vedi l'indice dei post dedicati alle storie di MASCHE E MASCONI!

IL GATTONE NERO DELLA VAL SUSA. In un villaggio di pastori in Val Susa viveva un grosso e paffuto gatto nero come la notte senza luna. Era amato da tutti e veniva ospitato e accarezzato per il suo bellissimo pelo e per la sua simpatia. In inverno entrava nelle case con il focolare acceso dove le gente si trovava per scaldarsi e per raccontarsi storie e si sedeva sulle gambe di  tutti benvenuto. Proprio durante una di queste sere gioviali nella stanza qualcuno disse: "Ruin l'est mort!" (Ruin è morto!) Nessuno capì subito cosa volesse dire quella frase pronunciata nel buio della sera ma il gatto si alzò di colpo, come fanno i gatti delle volte e, nella meraviglia di tutti parlò, pronunciando queste parole: "Ruin l'è mort, a toca mi!" (Ruin è morto, tocca a me!). Detto questo il gatto scomparve. Ruin era il nome di un Mascone di cui si parlava in valle e che essendo morto lui, il gattone avrebbe dovuto prendere il suo posto.

Questa storia è molto interessante perchè al contrario delle altre non vede una masca trasformarsi in gatto, ma, esattamente al contrario un gatto diventare mascone!

Il gattone Nerone che viveva con i miei genitori fino a qualche anno fa, mi viene sempre in mente quando penso al gattone masca della Val Susa.

LA VALANGA DI PIAMPRATO, I TRE DIAVOLI. esistono diverse versioni di questa leggenda con diavoli, animali magici, ecc... Ci troviamo in Val Soana, una delle valli franco-provenzali del Piemonte sul versante sud del Gran Paradiso. Del torrente che da il nome alla valle ne avevamo parlato anche nell'articolo sugli idronimi di origine celtica in Piemonte (LINK) ed è praticamente omonimo della Sanna e della Saona in Francia e deriverebbero dalla dea gallica Sequana. Il fatto in questione avvenne nel 1711, il 14 o il 17 maggio a seconda delle leggende. La storia più popolare dice che gli abitanti di Pianprato non fossero dei bravi cristiani, c'è chi dice che si affidassero ancora ai loro idoli alpini pagani, chi dice che in mancanza di preti che arrivassero lassù, si arrangiassero con rosari, preghiere mischiando con le pratiche superstiziose, sta di fatto che per questo vennero puniti. Sulle tre cime principali si posizionarono tre "diavoli" o masche: un gatto, un cane e un gallo che fecero nevicare giorno e notte per tre giorni. Quelli che erano scesi a valle non riuscirono a tornare a casa sia per la neve sia perchè erano stati fermati dai paesani più in basso che li avvertirono che stava succedendo qualcosa di strano e oscuro. Fu così che una grandissima valanga si staccò dalle cime dei diavoli e sommerse completamente il paese di Valprato (che sembra si trovasse dove oggi c'è la Grange Prariond) distruggendolo. I paesani sopravvissuti lo ricostruirono più in basso dove oggi si trova. Questo sembra sia vero, infatti tutte le case nel nuovo paese recano date posteriori al 1711. 

LA SECONDA VERSIONE, LA VENDETTA DEGLI ANIMALI. Un'altra versione della leggenda (che mi ricorda alcune leggende giapponesi o asiatiche) dice che nel paese di Piamprato abitasse gente cattiva che si comportava in modo crudele con le persone e con gli animali della valle. Fu così che in quella primavera del 1711 furono visti alcune bestie (anche in questo caso gatti, cani e un gallo) che portavano curiosamente con piccoli sacchi la neve in cima alla montagna. Questi animali, probabilmente masche stavano preparando la punizione per la gente del villaggio che infatti come nella storia precedente venne colpita dalla terribile valanga. Esiste anche una bizzarra terza leggenda che spiega la scomparsa del vecchio paese di Piamprato: quest'ultima narra di una cavaliere in armatura che, mandato dal Signore, si presentò per punire i paesani che non seguivano la religione nel modo giusto.

IL MASCONE CHIOCCIOLA DEL BELBO. Nelle zone paludose del torrente Belbo che si trovavano poco prima della confluenza con il Tanaro nelle vicinanze di Villa del Foro si dice si trovassero delle antiche pietre dove si trovavano tantissime lumache. Era questa proprio la zona in cui nell'alto medioevo vagava San Baudolino meditando e compiendo miracoli. I cristiani più fedeli evitavano quella radura con le pietre considerata luogo di ritrovo di masche e diavoli ma vista la fame che i popolani della zona nei secoli scorsi c'era sempre qualcuno che, senza farsi vedere, ci andava per lumache. Un giorno un uomo di nome Bianchin vi ci si recò dopo una grande piovuta mentre un grandissimo arcobaleno sembrava indicasse proprio il luogo con le grandi pietre che si ergevano da suolo. Le lumache erano così tante che non gli bastò la borsa che aveva portato, ma su una pietra piena di coppe piene dell'acqua piovana ne trovò una così grande e di un colore così bello che non aveva mai vista. Presa anche quella tornò a casa a mise le lumache a spurgare. Durante la notte si senti un gran baccano e la moglie alzandosi trovò uno stranissimo personaggio dalla pelle viscida e grigia che gli disse che se avrebbe voluto ritrovare il marito sarebbe dovuta andare a cercarlo alla radura delle pietre. La mattina seguente la donna si svegliò all'alba e seguendo la traccia bavosa delle lumache trovò il posto senza problemi. Qui sulla pietra centrale con i fori vide la grande Chiocciola che, con sua grande sorpresa iniziò a parlare: "Eccoti! Tuo marito è qui con noi ora, puoi cercarlo tra le mille lumache, ma non sarà difficile riconoscerlo"! Il personaggio che aveva visto la notte precedente era il Mascone delle chicciole, il re delle lumache e aveva trasformato il marito che voleva mangiarselo in uno di loro. Da quel giorno la donna non cucinò più nessuna lumaca e divenne protettrice della radura, considerata pazza dagli altri paesani. Esistono altre leggende riguardarti questo luogo in cui era possibile fare incontri poco piacevoli e che le persone più assennate si guardavano bene dal visitare. Si dice che un giorno le pietre siano state rimosse definitivamente ma sia ancora oggi possibile vederle utilizzate per la costruzione di vecchie case a Villa del Foro. Forse la famosa Pietra di Santa Varena veniva proprio di li ed è certo che poco distante dalla chiesa ancora oggi sia visibile, usata come paracarro un'altra pietra muschiosa sulla quale sono visibili diverse coppelle. vedi: pietra-coppellata-di-villa-del-foro


Bibliografia:
Leggende delle Alpi - Maria Savi Lopez
Tanto tempo fa... - leggende, canzoni e strane storie in Piemonte - Marta Salvi Villa
Foglio della conferenza su Masche e Masconi - Castelnuovo Belbo 1973

Links:



venerdì 14 giugno 2024

MASCHE E MASCONI: indice dei post:

Per cercare post riguardanti questo argomento si può cercare una delle seguenti tag nella casella di ricerca qui a destra: #masche o #MASCHE E MASCONI. Comunque abbiamo scritto una serie di past collegati che andranno ad arricchirsi sempre più negli anni e che potete scegliere semplicemente qui sotto:



1 MASCHE E MASCONI: 1) Chi è la masca?
2 MASCHE E MASCONI: 2) La masca Micilina
3 MASCHE E MASCONI: 3) "Le pietre delle masche"
4 MASCHE E MASCONI: 4) Frati, preti "masca" e preti maghi.
5 MASCHE E MASCONI: 5) Animali magici: gatti, pecore, capre... che sono masche.
6 MASCHE E MASCONI: 6) Ancora masche che sono gatti e altri animali.

in aggiornamento.


venerdì 31 maggio 2024

I Druidi e pitagora, il druidismo pitagorico nell'antichità.

Per seguire questo argomento usa la tag: Druidismo

Nota Introduttiva: Negli ultimi decenni, soprattutto per l'influenza britannica sull'argomento, si sono messi vicini Celti e popoli nordici, tanto che per molte persone c'è una certa confusione tra questi popoli. Nelle isole britanniche le popolazioni germaniche invasero le terre delle popolazioni originarie (Irlanda) e di quelle gallo-romane (Inghilterra) creando nei secoli un'insieme delle due culture difficilmente distinguibile che è diventato il sottofondo culturale. In Europa continentale invece nei paesi latini le radici celtiche sono state generalmente messe da parte fino al periodo romantico e nel fenomeno del "celtismo" si è andati a vedere i movimenti nazionalisti britannici che nei celti vedevano i loro veri avi, precedenti sia ai romani che ai vichinghi, facendo un gran casino. Ovviamente anche i celti venivano dal continente e si trovavano anche in spagna (gli Iberi) in Liguria e fino in Turchia. Ma questo è un altro discorso. Tutto questo va detto perché questa situazione ha creato una "mitologia" che non rispecchia le evidenze storiche e  quindi, quando andiamo a cercare i testi antichi, scopriamo che invece riportano notizie molto diverse: I druidi erano accomunati a filosofi greci, ai magi persiani ai gimnosofisti indiani e ai sacerdoti egizi. 

Penso che questo oggi vada ricordato. Per fortuna, durante i frequenti viaggi nella vicinissima Francia (LINK 1, LINK2, LINK3), abbiamo trovato diversi testi che invece ricordano queste antiche correlazioni tra mondo celtico e mediterraneo.

Tradizionalmente i druidi venivano raffigurati come pitagorici: tuniche bianche e barbe.

Questo post si ricollega ai vari articoli apparsi su questo blog sulle connessioni tra oriente ed occidente (LINK), anche se non direttamente. Infatti molti scrittori classici riportano il fatto che i druidi seguissero il pitagorismo e come abbiamo visto in quel periodo è chiaro che ci fossero stati dei contatti diretti e soprattutto indiretti tra mondo greco e mondo indiano (basti pensare ad Alessandro il grande e alle civiltà indo-greche). Tuttavia l'argomento principale è come certi punti 

Nei testi dell’Antichità “Pitagora appare come un maestro dei druidi”, colui che li ha iniziati a una saggezza ancestrale che non ha elaborato personalmente, ma che ha ricevuto anche lui tramite l’iniziazione dai saggi dell’Egitto e dell’India. (Jean-Louis Brunaux, Les Druides : des philosophes chez les barbares, Paris, Seuil, 2006)

Due rappresentazioni classiche di Pitagora

Tuttavia, è impossibile verificare se questa tesi sia storicamente reale o solo apocrifa, a causa dell’assenza di prove archeologiche riguardanti l’origine primaria dell’ordine druidico (la civiltà celtica non era incline a mettere per iscritto le sue conoscenze sacre, considerando la tradizione orale come la più divina). Tuttavia, “i contatti tra i Celti (…) e i pitagorici di seconda e terza generazione sono plausibili”, dato che i rapporti commerciali tra la Gallia antica e la Grecia (e la Magna Grecia) sono ampiamente documentati e suggeriscono altri scambi, come la condivisione di conoscenze, mitologie e spiritualità." (sempre da Jean-Louis Brunaux) 

Druidi ancora raffigurati come pitagorici nella natura

I primi popoli che i greci chiamarono celti (Keltoi) furono le popolazioni liguri che abitavano i dintorni di Massalia (Marsiglia), questo incontro diede vita ad una vera e propria civiltà celto-mediterranea in cui I galli pur restando celti, vennero pesantemente influenzati dalla cultura greca e poi romana. Questo fu probabilmente la differenza principale tra Celti veri e propri e Liguri. L’universo religioso dei Galli, comunque, non era lontano da quello dei Greci (o degli Hindù indiani e degli stessi Romani), sia dal punto di vista estetico che sociale, come osserva ancora Brunaux:  “Ogni popolo gallico ha i suoi dei, (…) divinità con sembianze animali, dee madri che risalgono ai tempi più antichi”, un contesto culturale che avrebbe agevolato l’adozione di credenze filosofiche elaborate come il pitagorismo (sul piano filosofico) e l’orfismo (sul piano cultuale) degli antichi Greci"

(***Bisogna ricordare anche che quale fosse la differenza tra pitagorici ed orfici non è ben chiara nemmeno agli storici, sicuramente i primi erano più urbani, mentre i secondi vivevano generalmente al di fuori delle città. Tuttavia le differenze erano sfumate e non si riesce ad attribuire certi documenti agli uni o agli altri) 

Questa corrispondenza spirituale era una cosa evidente già ai tempi dei Galli e di altri popoli celtici:

"Quello che, fin dall’Antichità, ha reso legittimo il confronto tra druidi e Pitagora sono, evidentemente, alcune credenze metafisiche. La credenza nella reincarnazione o metempsicosi occupa il primo posto"

Un gruppo di pitagorici che saluta il sole all'alba, questo dipinto in molti casi è stato utilizzato per descrivere i druidi erroneamente.

Quindi ci sono numerosi punti in comune tra le credenze dei druidi e quelle dei pitagorici (e di conseguenza con l'induismo e il buddismo che si stava sviluppando in oriente nella stessa epoca): 

Reincarnazione: Entrambi i gruppi condividevano la credenza nella reincarnazione. Dopo la morte di un individuo, la sua anima si sarebbe reincarnata in varie forme di piante e animali, seguendo un ciclo continuo, fino a quando non avrebbe ritrovato una matrice umana.

Articolo di questo blog su Druidi e Reincarnazione: LINK

Astinenza dal consumo di carne animale: Druidi e pitagorici evitavano di mangiare carne animale. Inoltre, respingevano i riti sanguinari, considerandoli una deriva inaccettabile (questo punto a noi delle radici degli alberi sembra per lo meno da verificare, per lo meno non era così per tutti).

Status privilegiato: Druidi e iniziati orfici (tra i pitagorici) occupavano una posizione privilegiata nella società. Erano i custodi della conoscenza sacra, che tenevano segreta o riservavano agli individui capaci di incarnare la loro saggezza.

Ricerca della scienza sacra: I druidi aspiravano a incarnare la scienza sacra attraverso la preghiera, la conoscenza, i rituali, la virtù, la meditazione e la comunione con gli elementi e gli esseri. Il loro status era simile a quello dei bardi, i poeti sacri che svolgevano un ruolo essenziale nella civiltà celtica."

Una raffigurazione antica di Pitagora e il bizzarro divieto di mangiare le fave.

NEODRUIDISMO e pitagorismo. La rinascita druidica oggi è una corrente spirituale troppo eterogenea per essere descritta, che va dai druidi massoni formatisi nel '700, alle streghe druidi, ai cyber-druidi, ai druidi cristiani fino ad arrivare  agli erranti solitari dei boschi. Tuttavia, specialmente con il declino dell'influenza cristiana dal dopoguerra in poi in questo movimento, si sono recuperati documenti storici antici e quindi la credenza nella metempsicosi ha ripreso il suo posto tra le credenze druidiche. Anche il vegetarianismo, pur non essendo un dogma, è praticato da un largo numero di praticanti druidi come forma di rispetto verso gli altri animali e la natura.

Il Druidismo pitagorico oggi è una piccola nicchia di quello che è il neo-druidismo, si richiama direttamente all'antichità ed è forse un po' appartato e relegato principalmente a seguaci solitari. Tuttavia la sua influenza è ancora evidente sul movimento.

FONTI CLASSICHE:

Che ci fosse una relazione tra Druidi e dottrine pitagoriche (e orfiche) è testimoniato dalle fonti classiche che hanno sicuramente molto più importanza storica di tanti libri odierni:

Diodoro Siculo, contemporaneo dei Druidi scrisse: "La dottrina pitagorica prevale tra i Galli, e insegna che le anime degli uomini sono immortali e che dopo un certo numero di anni tornano a vivere, quando un’anima si incarna in un altro corpo." (Historiare V, 28, 6)

Anche Ammiano Marcellino riporta che i druidi seguissero la dottrina Pitagorica e nel Rerum Gestarum XV, 9, 8: "I druidi, infine, uomini di maggior talento, si riunivano in sodalizi sotto il segno della dottrina pitagorica, eletti ad indagare le questioni occulte e profonde; sprezzanti verso le cose terrene, pensavano che le anime fossero immortali."


I Genii Cucullati, misteriosi personaggi raffigurati sempre incappucciati del periodo Gallo-Romano. Probabilmente legati al dio Telesforo, anch'essi sarebbero il frutto del sincretismo greco-celtico delle popolazioni Galate dell'odierna Turchia.   

martedì 21 maggio 2024

Surangama Sutra. La proibizione di uccidere gli animali.


Il Sutra può essere scaricato qui gratuitamente in inglese: https://www.pure-land-buddhism.com/s/Surangama-Sutra-good-translation.pdf

In Italiano si trova in versione cartacea di S. Oriani, ediz. Pisani (2004): unica edizione moderna completa, disponibile su store italiani come Feltrinelli e Libreria Universitaria reddit.com+15libreriauniversitaria.it+15amazon.it

Fra i testi fondamentali del Buddismo, il Surangama Sutra contiene l'essenza degli insegnamenti del Budda ed è una delle massime espressioni della cultura vedica indiana. Questa versione è una traduzione dell'edizione inglese curata da Charles Luk e basata sul commento del maestro Han Shan della dinastia Ming. Tradotto in cinese dal maestro indiano Paramiti nel 705 d.C. questo testo non ha mai smesso di suscitare interesse e attenzione per i precetti e i dettami che il Buddha vi ha espresso: è in questo sutra che egli bandisce il consumo di carne animale ai suoi seguaci e, secondo la sua profezia, sarà questo stesso sutra a scomparire per primo nell'era del tramonto del Dharma.

Il Sutra è considerato uno dei più influenti nella tradizione cinese (Chán e Zhenyan), sebbene con alcune perplessità sull’origine (possibile apocrifo cinese), ma rimane ampiamente studiato e venerato.

sabato 11 maggio 2024

L'oppidum ligure di Entremont e i reperti ad Aix en Provence

 

L'ornamento della statua assisa quasi completa ritrovata ad Entremont

IL SITO ARCHEOLOGICO

L'oppidum di Entremont (il nome è stato attribuito nel medioevo) era con molta probabilità il centro principale dei liguri Salluvii (Salii, o Salyes in greco o ancora Salyens in francese) e si trova a circa 3 km dal centro di Aix en Provence. Il sito fu costruito nel 190-180 a.C. e completamente abbandonato nel 90 a.C, circa, qui venne abitato per meno di un secolo. Le stele riutilizzate per la costruzione di alcuni edifici però fanno pensare che il sito fosse già stato occupato fino dall'età del ferro. Questo sito, come quelli vicini di Roquepertuse ad esempio, è notevole per moli motivi: la inusuale quantità di arte scultorea ritrovata, gli altari dedicati al culto celtico delle teste mozzate di cui gli autori classici parlano spesso, la posizione assisa (o yoga diremmo noi) in cui le statue si trovano e per molti altri motivi che vedremo qui sotto.

Il sito archeologico di Entremont.

LE DONNE CELTO-LIGURI

Iniziamo da una caratteristica di questo sito che di solito passa in secondo piano: la forte presenza di statuaria femminile che ci evidenzia alcune caratteristiche importanti delle popolazioni celto-liguri: le donne sicuramente godevano di grande importanza in queste società e vengono rappresentate in posizione seduta con sandali, veste di tessuto a quadri, copricapo e orecchini. Sono state trovate tre teste, due complete e uno solo frammentata. La qualità scultorea è altissima, specialmente se paragonata ad altri reperti scultorei celtici o liguri e denota probabilmente la forte influenza del contatto con le popolazioni greche e mediterranee.

La vetrinetta contenente le teste e parti della statuaria femminile al museo Granet di Aix.

Le teste delle statue femminili ritrovata ad Entremont e i piedi di una delle statue con sandali. Il materiale è conservato al Museo Granet di Aix en Provence, tranne la terza testa che si trova a Grenoble,

Ricostruzione di una delle "signore" di entremont, rimontando i pezzi che si vedono nelle foto sopra.

IL CULTO DELLE TESTE MOZZATE

Come nel sito di Roquepertuse, a pochi chilometri di distanza, quello che è venuto alla luce ha dato riscontro alle testimonianze dei cronisti classici sulle popolazioni celtiche: il culto della testa mozzata del nemico. Sono qui state trovati sia i crani delle vittime, sia steli e architravi con le nicchie in cui le teste venivano mostrate e sia le statue che rappresentano "erori" che tengono queste teste in mano mentre siedeono in posizione assisa (affronteremo il discorso della posizione del paragrafo successivo).

Un frammento di un architrave: nella nicchia di mezzo una testa scolpita, nelle due nicchie laterali vuote venivano posizionati i crani umani, probabilmente dei nemici.

Il gruppo di teste mozzate: sui capelli di quella in alto a destra sono visibili le dita e la mano del personaggio che le mostrava, vedere la ricostruzione più in basso.

Un'altra testa mozzata "trofeo". Nonostante lo stile primitivo è notevola la resa della morte nello sguardo della scultura. Anche in questo caso sui capelli si vede la mano del personaggio che la teneva.

La collezione statuaria da Entremont di teste mozzate esposte al museo Granet di Aix en Provance. Notevole.


La ricostruzione di uno degli "eroi" che si trovavano nell'area sacra di Entremont con le teste.

Il ritrovamento di questi reperti non lascia dubbio sul culto della testa mozzata nella società celtica sul quale, soprattutto nelle isole britanniche ancora si dibatte nel processo di "debarbarizzazione" delle origini. Oltre ad Entremont, questo tipo di macabri (per noi) ritrovamenti sono venuti alla luce nel già nominato sito di Roquepertuse, nelle vicinanze e a 
Tuttavia, però, bisogna pensare che per i Celti (in questo caso Liguri) non fosse un atto di pura barbarie, infatti queste popolazioni conservavano le teste dei nemici nelle quali pensavano dimorassero i loro spiriti, per pacificarsi con loro, non soltanto come dimostrazione di valore in battaglia. Infatti sia le statue i portali in cui venivano conservate le teste, opportunamente imbalsamate, si trovavano in veri e propri santuari. Un atto simile a quello dei cacciatori che una volta ucciso l'animale lo offrivano al Dio collegato per pacificarsi con i loro spiriti. Un processo spirituale e magico difficile da comprendere per noi abituati alle guerre tecnologiche e agli allevamenti intensivi industriali, ma che credo sia molto interessante. 

Appunto: il culto della testa celtico è giunto fino a noi, visivamente, in modo molto più comune di quanto possiamo immaginare, anche se non ce ne rendiamo conto. Basta fare un giro infatti, in alcuni paesi o anche città, nelle aree in cui l'elemento celtico era più presente. Nonostante il periodo classico e romano sulle chiese romaniche di campagna prima e poi su elementi architettonici. Questo è vero anche in Italia del nord: guardare le volte dei vecchi portali in pietra delle case, vedrete che fino a pochi secoli fa (in alcuni casi ancora nel '900) queste teste erano scolpite: ad esempio del tetes coupee in valle Varaita, le Margolfe in Emilia, le pietre di testa delle Cinque Terra o i portali di Acqui Terme per nominarne alcuni.

LE STATUE DEI "GUERRIERI"

Le figure più iconiche di questo museo e degli altri oppidum celto-liguri di questa zona sono sicuramente quelle dei "Guerrieri assisi". Si tratta di figure scolpite in pietra sedute nella classica posizione a gambe incrociate (oggi si direbbe all'orientale, yoga). Prima di tutto bisogna puntualizzare che questi personaggi sono detti "guerrieri" in quanto, come visto sopra, esponevano delle teste mozzate, che si suppone fossero trofei di battaglia. In realtà si potrebbe trattare sia di Guerrieri che di divinità o personaggi religiosi: queste statue infatti, sono state ritrovate all'interno di santuari ed aree sacre e la loro posizione "comunica un senso di pace".

I quattro busti in esposizione.

Le 5 teste delle statue dei "guerrieri"

Il corpo di uno dei "guerrieri" che conserva parte delle gambe.

Su questo sito, quelli vicini (Roquepertuse ad esempio) e su quello che vi è stato scoperto si potrebbe scrivere e discutere per giorni, purtroppo si trova poco, anche in zona perchè la civiltà celtica e in particolare quella ligure sembra non interessi molto il pubblico, qui da noi ancor meno, tra l'altro. In ogni caso, i libri che ho sono in francese e non essendo io un archeologo o uno storico professionista, preferisco limitarmi alle cose base di cui sono a conoscenza, a postare foto sperando di creare interesse e cuoriosità, ma cercando di non alimentare le tonnellate di false informazioni e speculazioni fantasiose che circolano su questo tipo di reperti meravigliosi. Tra l'altro sono meravigliosi, affascinante e anche misteriosi già di per se stessi. 

Decorazioni dei busti trovati ad Entremont

E' davvero notevole quante informazioni possiamo avere da questi ritrovamenti: molte volte si legge di ipotesi fantastiche senza nessuna base storica, oppure veniamo a sapere che non si sappia assolutamente niente delle popolazioni liguri del periodo pre-romano. Ad esempio le decorazioni (foto qui sopra) con motivi astratti o serpentiformi, i torques al collo, l'abbigliamento, i tessuti a quadri (statua femminile). Le statue assise hanno dei forti legami con le rappresentazioni della divinità Cernunnos sempre rappresentato seduto a gambe incrociate, con torque al collo (vedi il lunghissimo post dedicato: LINK) ma anche alle sepolture galliche con inumazione (vedi link dedicato: LINK)

ALTRI REPERTI ESPOSTI:

Nel museo sono esposti anche altri pezzi notevoli: alcune elementi in pietra scolpiti, in modo molto più grezzo, alcuni più antichi della stessa Entremont e riutilizzati: elemento principale continua ad essere la testa.




Sopra si possono vedere alcuni basso rilievi: teste mozzate e un cavaliere.

NOTE FINALI: in questa occasione, più che in altre, si può chiaramente vedere come le popolazioni liguri dall'età del ferro fossero popolazioni celtiche che, a causa dei continui rapporti con greci (e  con etruschi e poi romani in ambito padano) furono pesantemente influenzati dalla cultura classica. In questo caso non ci sono testimonianze scritte ma tutte le evidenze lo confermano. E del resto lo dicono le tesi più recenti supportate dagli studiosi più esperti come Filippo Maria Gambari che negli ultimi anni aveva scritto molto al riguardo.

Bibliografia:
L'oppidum gaulois d'Entemont à Aix en Provence - Association archèologique Entemont.

LINK: