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Il I Giugno ha inaugurato l'interessantissima mostra "LE CENERI DEGLI STATIELLI" al museo archeologico di Acqui e resterà aperta fino al 23 febbraio 2020, sulla necropoli a tumuli di Montabone. La Necropoli fu scoperta nel 2008 in occasione della costruzione del metanodotto Snam Rete Gas Mortara-Cosseria. Le indagini archeologiche ( 2008-2010) hanno interessato l'intero sepolcreto, composto da 17 sepolture. La necropoli di Montabone, riferibile ad una comunità di Ligures Statielli, l'antico popolo preromano che nel I millennio a.C. abitava il territorio dell'Alessandrino, è molto importante per la conoscenza della seconda età del Ferro nel Piemonte meridionale, in quanto è stata ritrovata intatta ed è stata indagata con le metodologie di scavo e di documentazione più aggiornate. Lo studio dei corredi è stato accompagnato da una serie di analisi che forniscono molti dati non solo sui rituali funerari di questa comunità, ma anche circa l'ambiente in cui viveva ed il suo tenore di vita.
Interessante il fatto che alcune di queste tombe risalgano al I secolo a.c. e quindi dimostrano che nonostante il genocidio, le deportazioni e la fondazione di Aquae Statiellae (oggi Acqui Terme) nella seconda metà del II sec. a.c. sulla loro capitale Carystum, la romanizzazione fu tarda e incompleta. Al di fuori delle mura urbane le popolazioni locali continuavano a vivere secondo i loro usi e costumi.
Visto che al momento non è disponibile un catalogo abbiamo pensato fosse utile pubblicare le foto della mostra e di tutti i cartelli esplicativi, veramente interessanti. Aprire e salvare le immagini in alta risoluzione per leggere i testi.
Un'intervista con la grande archeologa Marica Venturino al riguardo della mostra (da La Stampa 17 Febbraio 2020):
«La necropoli – spiega Venturino – si trovava a una profondità di due metri e non sarebbe mai emersa se non grazie allo scavo del gasdotto costruito dalla Snam. Venne notato uno strato di terra annerita e sbancando l’area emersero diciassette urne cinerarie, vasi in ceramica usati per le ceneri dei defunti. Si è poi scoperto che l’area veniva sacralizzata dagli Statielli diffondendo sul terreno le ceneri dei roghi usati per la cremazione, venivano poi creati dei circoli fatti con le pietre intorno ai pozzi scavati nel terreno, dove venivano poi posate le urne». L’inverno 2008-2009 fu particolarmente rigido e gli scavi per forza di cose rallentarono. Due anni dopo però il restauro iniziò insieme alle analisi dei reperti: vasi, anfore, punte di lancia, fibbie, spille e spade, tessuti e piccole perle di vetro.
«Fu eccezionale – racconta ancora l’ex funzionaria della Soprintendenza - scoprire su queste perle, grandi pochi millimetri, una piccolissima incisione in alfabeto celtico. Era un sito praticamente intatto, l’unico scoperto nel territorio piemontese riferito a questo popolo. Grazie a un gruppo di lavoro esteso, al quale hanno preso parte anche il Museo delle Civiltà di Roma, le Università di Roma Sapienza e di Padova e la città di Acqui Terme, siamo riusciti a ricavare molti dati sui Liguri Statielli, sui quali le fonti storiche ci dicono pochissimo». Per questo, dice ancora Marica Venturino, «l’archeologia è importante poiché, come nel caso di questo popolo e in particolare della comunità di Montabone, nulla sapevamo». Si è invece riusciti a comprendere come venivano sepolti i defunti e riti che venivano celebrati sulla necropoli.
Il volume, come ricordano dal Comune di Acqui Terme, nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e la città di Acqui Terme ed è stato realizzato con il contributo del Comune di Montabone, de Lo Studio srl e di Snam Rete Gas, che nel 2008 aveva contribuito economicamente anche agli scavi archeologici. Il volume, edito da DE Ferrari, è uno dei punti del progetto di valorizzazione dei reperti di Montabone insieme alla mostra.
«La storia si ricostruisce – dice l’assessore comunale alla Cultura, Alessandra Terzolo – leggendo le fonti oppure studiando i frammenti del passato, come è avvenuto a Montabone. Questo volume ci permette di riportare alla luce le testimonianze di antiche civiltà e sono molto orgogliosa che il Comune di Acqui Terme sia stato tra i promotori di questo determinante progetto di valorizzazione che ha permesso di ricostruire la storia di una comunità di Liguri Statielli. Ho potuto conoscere l’impegno e la passione della dottoressa Marica Venturino, che voglio ringraziare insieme alla Soprintendenza e al Civico museo archeologico di Acqui».
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