Il sito megalitico si Sion, nel Vallese, è interessante e importate per una serie di motivi.
La scoperta, nel 1961, delle prime tombe costruite con lastre di pietra lungo l'Avenue du Petit-Chasseur, segna un passo significativo nella conoscenza delle pratiche funerarie del Neolitico Finale nell'arco alpino. In poco tempo, Olivier-Jean Bocksberger riconobbe l'importanza di questa scoperta, confermata dall'apparizione della prima ceramica campaniforme segnalata nella regione e, soprattutto, dal ritrovamento di stele antropomorfe incise, riutilizzate nella costruzione di dolmen funerari. Nonostante le numerose pubblicazioni scientifiche dal 1964 al 2007, molto resta ancora da dire e scrivere su questo sito eccezionale e, in particolare, sulle statue stele antropomorfe, il cui significato continua a gettare luce sul periodo di transizione tra la fine del Neolitico e l'inizio dell'età del Bronzo.
Il sito del Petit-Chasseur a Sion si trova sulla riva destra del Rodano, all'ingresso occidentale della città di Sion. La necropoli è situata sul pendio del cono di alluvioni del fiume Sionne, che scorre più a est, al centro della città vecchia. I due monumenti funerari più antichi (M V e M XII) sono addossati al piede del versante roccioso della collina di Gravelonne, mentre le altre tombe si trovano leggermente più in basso. In totale, sono stati ritrovati e studiati dodici monumenti dolmenici su entrambi i lati dell'avenue.
La fondazione della necropoli risale agli inizi del quarto millennio a.C., tra il 3000 e il 2900 a.C. Questo periodo è caratterizzato da una maggiore densità degli insediamenti, in particolare lungo le rive del Lago di Ginevra e nella valle del Rodano.
DATAZIONE
Le stele antropomorfe della necropoli del Petit-Chasseur sono state tutte scoperte in posizione secondaria, cioè riutilizzate come materiale da costruzione nei monumenti funerari o trovate direttamente sul terreno vicino alle tombe. Per questo motivo, non è possibile determinare con certezza l'epoca della loro creazione basandosi esclusivamente sulla loro posizione stratigrafica. Tuttavia, due stili distinti emergono chiaramente tra le rappresentazioni conosciute.ù
Stile A
Le stele di stile A sono le più semplici e presentano elementi antropomorfi limitati. Le braccia sono rappresentate piegate a 90° con le mani incrociate sul ventre, spesso con tratti realistici. La testa è sempre frammentata, ma sembra essere relativamente piccola rispetto alla larghezza delle spalle. I motivi incisi includono una cintura poco decorata, pugnali con pomoli semicircolari, asce con manico e decorazioni a spirale doppia. Questo stile è attribuibile alla seconda fase del Neolitico Finale (circa 3000-2700 a.C.), ed è culturalmente affine alla necropoli di Remedello, in Italia, e ai ritrovamenti di Stollhof (Austria) e Malé Leváre (Slovacchia).
Stile B
Le stele di stile B sono più elaborate, con una testa più ampia e dettagliata, spesso dotata di un "copricapo" e un naso. Le braccia e le mani sono stilizzate e accompagnate da elementi come archi, frecce, pugnali in fodero e decorazioni intricate sui vestiti (triangoli, losanghe, chevron, ecc.). Questi ornamenti riflettono probabilmente abiti cerimoniali appartenenti a membri importanti della comunità.
Le stele di tipo B risalgono alla civiltà campaniforme (circa 2500-2200 a.C.), caratterizzata dall’uso di ceramiche a forma di campana ornate da motivi incisi. Le rappresentazioni maschili includono armi, mentre quelle femminili si distinguono per la mancanza di armi e la presenza di elementi decorativi specifici, come pettorali metallici e cinture a fibbia.
Motivi maschili: Comprendono armi come pugnali e asce, oltre a elementi distintivi come archi e faretre.Motivi femminili: Rappresentati da decorazioni più elaborate, cinture con fibbie e pettorali metallici.Motivi comuni: Alcuni simboli, come spirali doppie e motivi geometrici, erano condivisi da entrambe le categorie e potrebbero riflettere valori o ideologie comuni nella comunità.FUNZIONE DELLE STELE
La funzione delle stele antropomorfe solleva due domande fondamentali: chi rappresentano e quale ruolo avevano nella società dell’epoca?
Gli elementi decorativi e le armi indicano che le stele raffiguravano personaggi di alto rango. La loro creazione, che richiedeva un grande investimento di tempo e risorse, aveva un carattere ostentatorio, volto a sottolineare il prestigio e il potere del soggetto raffigurato. È interessante notare che queste rappresentazioni includono sia uomini sia donne, anche se le figure maschili sono in maggioranza. Le stele erano associate al contesto funerario. Questo utilizzo si riscontra in altri siti dell’arco alpino e del sud della Francia, come Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta, dove sono state trovate basi di stele rotte.
Rituali di distruzione e riutilizzo
Un tratto distintivo delle stele del Petit-Chasseur è il loro riutilizzo come materiale da costruzione in nuove sepolture. Questo processo era parte di un rituale volontario, poiché le stele venivano intenzionalmente rimosse, spezzate e reimpiegate. Diverse ipotesi spiegano questo comportamento: con il passare del tempo veniva a meno la memoria del defunto oppure mentre questo era in vita il suo prestigio calava. Non lo possiamo sapere.
Interpretazione delle Decorazioni Antropomorfe
Le caratteristiche antropomorfe delle stele sono evidenti nella forma generale, con teste che sporgono dalle spalle e dettagli come braccia, mani e copricapi.
- Il "naso": Sebbene spesso chiamato "naso", questa caratteristica potrebbe rappresentare un elemento di un elmo o di un copricapo, simile a quelli medievali.
- Assenza di occhi e bocca: L’omissione di occhi e bocca potrebbe suggerire che le figure rappresentassero defunti, piuttosto che persone viventi.
Le stele del Petit-Chasseur offrono una ricca varietà di motivi decorativi, che possono essere suddivisi in categorie principali:
- Motivi antropomorfi: Elementi come la testa, le braccia e le mani sono predominanti.
- Armi e ornamenti: Pugnali, asce, archi e frecce rappresentano status e funzione.
- Decorazioni geometriche: Losanghe, triangoli, damieri e altre forme adornano gli abiti e riflettono una complessa simbologia culturale.
L'EUROPA NEOLITICA
Il sito del Petit-Chasseur è stato confrontato con altre necropoli dell'arco alpino e dell'Europa occidentale, evidenziando somiglianze e differenze:
- Saint-Martin-de-Corléans (Aosta): Sito parallelo con stele simili, che presentano incisioni elaborate e contesti rituali comparabili.
- Necropoli di Remedello (Italia): Nota per la presenza di pugnali e asce incisi, elemento comune con le stele di stile A del Petit-Chasseur.
- Siti della cultura campaniforme: Le decorazioni geometriche trovate sulle ceramiche campaniformi sono spesso replicate sugli ornamenti delle stele di stile B.
Questi confronti confermano che il Petit-Chasseur era parte di una rete culturale più ampia, condividendo pratiche e ideologie con altre comunità dell'Europa neolitica.
LINK:
http://www.archeosvapa.eu/wp-content/uploads/2019/02/Bepa-XX-suppl-WEB.pdf