Finalmente siamo riusciti a trovare il menhir di Nomaglio. Siamo riusciti, perché, come molte altre pietre piemontesi, non è per niente segnalata e giace praticamente dimenticata in mezzo ai boschi.
La pietra si trova nei pressi di Nomaglio (da cui prende il nome) e Andrate, in provincia di Torino a circa 800 metri di altitudine e per trovarlo bisogna percorrere una strada tra piccole case di pietra e i bellissimi boschi che dominano la zona. Il monolite è crollato in antichità e si trova oggi proprio tra due piccole costruzioni in pietra ormai quasi abbandonate. Esso viene accomunato ai tre famosi menhir canavese, Mazzè, Chivasso e Lugnacco per via della sua forma, anche se questo non è intatto e si trova quasi completamente interrato. Come nel caso degli altri 3 monoliti, non ci sono molti evidenze archeologiche che possano essere usate per datarlo o contestualizzarlo. Del resto l'assoluto stato di abbandono e la mancanza di studi che caratterizza questo tipo di reperti in Italia è imbarazzante.
Una cosa che salta immediatamente all'occhio visitando questa pietra sono le coppelle che lo coprono e che, con ogni probabilità, vennero scavate quando il menhir era già crollato e spezzato, quindi in due epoche diverse. Chiunque si interessi di incisioni a coppelle e canaletti sa che, generalmente, venivano usate per contenere dei liquidi e quindi perderebbero di senso in posizione erette, specialmente quando sono accompagnate da canaletti.
In ogni caso, siamo sicuri che i frammenti costituissero un singolo pezzo litico perché è possibile seguire la forma della pietra con i sui spigoli artificialmente sbozzati, anche se purtroppo manca la parte centrale, forse usata come materiale edile durante la costruzione delle casette in pietra che lo sovrastano. In zona comunque sono stati trovati altri maufatti megalitici riutilizzati come architravi, coppelle su pietre fontana e soprattutto, nelle vicinanze, un'elsa di un coltello a forma di ariete in stile celtico.
L'ipotesi è quindi che il monolite sovrastasse un tumulo funerario, cosa molto frequente e che quando questo crollò, o venne demolito per motivazioni ignote, esso continuò a mantenere una funzione sacra e per questo su di esso vennero scavate le coppelle e i canaletti.
Ma la grande sorpresa alla fine è stata alzare gli occhi e notare che la pietra è orientata panoramicamente verso il Monviso, ben visibile al tramonto e nei giorni sereni. Chiunque si interessi di massi coppellati, specialmente in area piemontese, sa che nella stragrande maggioranza dei casi le rocce con questo tipo di incisione si trovano in luoghi panoramici orientate verso montagne o alture particolarmente evidenti. Questo, personalmente, penso indichi un qualche tipo di culto, oggi dimenticato, ma collegato alle alture.
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