sabato 25 novembre 2023

Alla ricerca di Belanu, Bellino in Val Varaita. Belenus.

Il video sul nostro canale Youtube per i più pigri:


Tanti anni fa scrivemmo un articoletto su Belanu (o Belenus, Belino, ecc...) divinità proto celtica della luce e del sole, considerato l'equivalente dell'Apollo greco e romano e che potete leggere a questo LINK. Quindi non ci dilungheremo troppo, sappiate comunque che il suo nome voleva probabilmente dire "Il Luminoso", "Lo Splendente" dalla radice indoeuropea Bel che ritroviamo ancora oggi in Italiano, per esempio in bello o in baleno. La divinità era sicuramente adorata dalle popolazioni Celtiche in generale, continentali, liguri e iberiche e anche da quelle insulari. In pochi sanno che era molto popolare in quella che oggi è l'Italia del Nord. Ad Aquileia in Friuli sono state trovate diverse epigrafe e si trovava un area sacra a lui dedicata nel periodo gallo romano. Sono poi molti i luoghi che conservano la sua memoria nel suo nome, tra di esse sicuramente il comune di Bellino in Val Varaita (Piemonte) dove ci siamo recati questa volta.


Bellino è un comune che si trova in alta Val Varaita (1390 m.s.l.m.) nelle valli occitane del Piemonte. Il nome è quanto mai interessante per la nostra ricerca: Belins in dialetto, nei secoli scorsi veniva registrato come Bellin, Belin o Bellins in francese. Il paese infatti è sempre stato a cavallo tra Piemonte e Delfinato ma la lingua è quella occitana. Il nome ci interessa perchè potrebbe derivare da Bego o Becco o da Belanu appunto, che in molti casi era conosciuto come Belin, Belino appunto. Il nome quindi sarebbe già interessante quindi, ma il motivo per cui siamo venuti fin qui, oltre alla bellezza della Val Varaita è che sul pittoresco campanile medievale di Borgata Chiesa (Bellino è suddiviso in 10 borgate lungo il torrente Varaita) si troverebbe probabilmente l'unica rappresentazione reale della divinità celtica solare che stiamo inseguendo. Per la verità se ne trova anche una a Levo, vicino a Stresa, ma è molto meno caratterizzata, l'articolo è leggibile qui: LINK.


La Borgata Chiesa è riconoscibile salendo in alta valle, già dal suo campanile, nel tipico stile medievale alpino di fattezze grezze in pietra locale, con un bellissimo tetto spiovente: se siete dei bevitore di tisane lo avrete sicuramente già visto infatti compare sulle confezioni delle infusioni biologiche Valverbe prodotte a pochi chilometri di distanza. Ed è proprio sotto questo campanile, al centro di questo piccolo e meraviglioso borgo che si trova la faccia raggiata scolpita sulla roccia che rappresenta la nostra divinità. Per trovarlo potete parcheggiare nell'unico spiazzo vicino al bar e addentrarvi negli stretti vicoli tenendo come riferimento la cima del campanile appunto.


Arrivati di fronte alla piccola chiesetta dedicata a San Giacomo, interessanta dai recenti scavi (2018) in cui sono venite alla luce alcune sepolture medievali si entra aprendo un cancello sulla destra della facciata e si entra nel piccolo prato. La più antica fonte scritta riguardante questa chiesa risale al 1308 ma la sua esistenza in epoca romanica è comprovata da diversi elementi architettonici sia all'interno che sul campanile. Sulla piccola cappella di Sant'Antonio, proprio sotto il campanile compare, usato ad angolo, un elemento di riutilizzo più antico: una testa raggiata in stile tipicamente celtico identificato appunto come l'Apollo Beleno gallo romano: Belenus!


A comprovare questa ipotesi, oltre ai raggi che circondano la testa, lo stile scultoreo e il nome del paese stesso, c'è il fatto che l'elemento sia stato riutilizzato capovolto probabilmente come atto esorcizzante per un culto che in una vallata così remota (ma come in altri luoghi) non doveva essere del tutto scomparso con l'arrivo del cristianesimo. Devo ammettere che trovarmi di fronte ad un manufatto del genere è stato emozionante e non ho potuto pensare a quanto poco sia conosciuto. In rete cercando Belenus si possono trovare illustrazioni di fantasia, divinità galliche e romane che però non lo sono e molti articoli che parlano di questo Dio in Inghilterra dove però non è mai stato trovato. Ma forse è meglio così: per trovarlo bisogna cercarlo! Nella foto qui sotto abbiamo capovolto l'immagine per vedere meglio il volto ancestrale scolpito in questa pietra:


Oltre a questo comunque è interessante notare che sia il campanile che la chiesa sono arricchiti con altri elementi più antichi reimpiegati come una testa barbuta e un animale difficile da identificare.



Il comune di Bellino è poi noto, per restare in tema, per le “têtes coupées” (teste mozzate) che compaiono sui portali in pietra direttamente derivati dall'uso delle popolazioni celtiche, ma anche per l'altissima concentrazione di Meridiane. Esiste un piccolo Museo del Tempo in borgata Celle che raccoglie e testimonia la loro presenza anch'essa legata al culto solare. Notevoli anche i portali "megalitici" e le fontane con vasche scavate da un unico blocco di roccia.


A questo link https://leradicideglialberi.blogspot.com/2023/09/visita-alla-parrocchiale-di-santa.html qualche post or sono abbiamo anche visitato la parrocchiale di Castel Delfino in cui in epoca tardo gotica e addirittura nel '500 era ancora vivo in valle, sia il culto delle "teste tagliate" che lo stile celtico sultoreo. 

BIBLIOGRAFIA:
Per avere un testo sulla testa dell'Apollo Beleno e sugli scavi più recenti molto più scientifico ed accademico del nostro vi rimando al quaderno N.3 di archeologia del piemonte, scaricabile in PDF qui:

mercoledì 22 novembre 2023

Acqui Terme - "Da Carystum ad Aquae Statiellae" conferenza

Interessantissima conferenza ad Acqui del 2011:
Acqui Terme - "Da Carystum ad Aquae Statiellae" 
Un racconto che parte dai primi insediamenti nel territorio per arrivare fino al fulgore dell' età imperiale., passando per la Battaglia di Caristo e lo scontro tra Liguri e Romani. 
MARICA VENTURINO, archeologa: “Acqui prima di Aquae Statiellae” 
SILVIA GIORCELLI, storica: “Statielli e Romani: scontro di civiltà” 
GERMANO LEPORATI, archeologo: “Aquae Statiellae e la Via Aemilia Scauri”

sabato 18 novembre 2023

Il Sasso dell'Olio e la sua area sacra.

La settimana scorsa sono finalmente riuscito a visitare il Sasso dell'Olio o Pietra dell'Olio di cui avevo sentito parlare da tempo e per questo ringrazio tantissimo il sergente Tobia e il gruppo di amici di "Montagna e Gastronomia" con cui abbiamo passato una bellissima giornata a vagare per boschi e luoghi magici tra i colli tortonesi. Si tratta di una pietra eretta, un menhir, di cui è ancora vivo il ricordo tra gli abitanti della zona, ma durante la visita abbiamo trovato anche di più. 



Il "Sasso dell'Olio" si trova nella zona in cui i colli tortonesi stanno diventando appennino, il paese più vicino è Garbagna e la strada asfaltata più vicino porta fino in località Bastita da cui poi si prosegue a piedi. Noi in realtà abbiamo fatto una bella escursione partendo da Castellania e passando per le Torri di Sant'Alosio, che abbiamo già visto, luogo in cui si trovano alcune coppelle e che sembra essere collegato a questo. 

La pietra sorge proprio sul sentiero in mezzo al bosco, in cima ad uno dei numerosi colli,ma senza una guida non è molto facile da trovare. Dal terreno spuntano molte pietre, in modo naturale ma questa sembra proprio eretta dall'uomo, in effetti ha anche ceduto nel corso dei secoli e oggi si presenta pendente di circa 30 gradi. E' alta approssimativamente 1,70 ma, essendo il terrendo pendente da un lato è anche più alta. Vedendola finalmente di persona diventa subito chiara la ragione del nome con cui è conosciuta. Sulla sommità di trova una vaschetta, più che una grande coppella, che probabilmente veniva riempita di olio o grasso per alimentare un fuoco. In oltra un'altra cosa sorprendente è che la pietra, nonostante la vegetazione, è orientata verso la cima di Sant'Alosio, da cui siamo passati poco prima, dove si trova la grande coppella e in cui da alcuni anni si celebra il solstizio d'estate in vari modi.


Qui sopra la coppella principale a Sant'Alosio e le due torri viste dall Sasso dell'Olio.

I due colli panoramici, che noi abbiamo visitato in giornata distano a piedi circa 6 km di sentiero, sicuramente meno in linea d'aria. Il sito in cui sorge il Sasso però è molto interessante e presenta molte altre pietre. Una sulla sinistra a terra sembra molto simile e potrebbe essere crollata con il tempo. Addentrandosi alle spalle di queste due pietre si trova una piccola radura, disseminata di pietre naturali che andrebbero forse esaminate meglio, in quanto almeno su una di esse ci sono segni che potrebbero essere artificiali. La cosa più notevole comunque è una grande masso, alto quasi tre metri che sorge esattamente al centro dell'area sulla piccola altura. 



Questo masso sembra in posizione naturale ma ha sicuramente una sua forza particolare, in oltre presenta alcune cavità molto particolari. Anche di queste non si può sapere se siano dovute all'erosione o all'opera dell'uomo, ma sicuramente hanno richiamato la nostra attenzione e probabilmente quella di chi frequentava questi luoghi in passato. Qui sotto riporto alcune foto perchè si possa capire di cosa stiamo parlando.



In oltre come si diceva sopra, sono molte le altre pietre affioranti che anche se coperte di muschio e di foglie, erose da centinaia e centinaia di anni di intemperie ad un'occhiata veloce sembrava prensentassero diversi segni, tra coppelle e segni vari, come si può intuire da queste due foto qui sotto.



Il modo migliore per visitare queste zone è quello di farlo con una bella escursione, quindi vale la pena prendersi una giornata intera. Sono molte le leggende che sopravvivono nel folklore locale, i nomi dei santi che rimandano forse a divinità e spiriti locali, le storie di fate e diavoli che popolavano i grandi calanchi e le fonti che costellano le vallate e i nomi di colline e corsi d'acqua in zona che hanno origini celtiche e precristiane. A seguire alcune altre immagini dell'escursione e una serie di collegamenti e note utili.

I resti di una fonte molto antica in cui si tramanda la presenza di fate.

Alcuni degli impressionanti calanchi argillosi dei colli tortonesi. Anch'essi noti per fate e diavoli.

COLLEGAMENTI E NOTE:
Ogni anno per il solstizio d'estate alle Torri di Sant'Alosio c'è un grande raduno di Yoga al tramonto con decine di persone.

Il territorio era popolato da popolazioni celto liguri e principalmente dai Dertonini o Dectunini che avevano 15 oppida in zona: uno era Tortona, la romana Dertona che prende il nome appunto dai Dertonini. Un'altro era nel luogo in cui i romani fondarono Libarna e un'altro ancora era Carezzano a poca distanza. 

A questo link sul canale youtube de Le Radici Degli Alberi c'è mia nonna (nata proprio a Sarizzola nel 1917) che racconta di aver visto le fate di persona): https://youtu.be/G0g2Yt_xrz4?si=uaErXU94DNQYpYDv 

sabato 4 novembre 2023

LRDA MUSICA: Flying Saucer Attack - David Pearce

 Iniziamo con questo post una rubrica musicale su Le Radici Degli Alberi: musica più o meno insolita che per qualche motivo ha a che fare con gli argomenti trattati generalmente su queste pagine. Iniziamo quindi con questo nome proveniente da Bristol.

I Flying Saucer Attack si formarono a Briston nel 1992 con David Pearce che resta per tutto il periodo il membro fisso e autore di quasi tutti i pezzi, Rachel Brook (or Rachel Coe) dei Movietone e, nel primo periodo più "rock" altri membri come Matt Elliott e Sam Jones. I FSA sono uno di quei gruppi veramente unici, difficili da definire e da inserire in qualche corrente musicale: il termine più preciso per definire il loro sound è "rural psychedelia" nome con cui viene a volte chiamato il loro disco senza titolo del 1993. Negli anni hanno unito dream pop e shoegaze con il rock psichedelico tedesco più spaziale e con il noise a volta portato veramente all'estremo avvicinandosi all'harsh noise! 

Comunque i caratteri fondamentali della musica dei FSA sono le registrazioni casalinghe e sporche fatte con registratori a cassette, le ambientazioni sperimentali e ripetitive che, appunto, si rifanno non solo a certo folk e ai Jesus and Mary Chain e ai My Bloody Valentine, ma molto a cose come i Can e addirittura i primi Popol Vuh. Ballate psichedeliche e droni ossessivi che, come le loro copertine, hanno sempre questo sapore rurale e sobriamente ancestrale. Negli anni le produzioni si fanno sempre meno rock e più ambientali, evitando, però, sempre accuratamente le tastiere e l'elettronica, restando sempre assolutamente analogici. Quella dei FSA è una musica intimistica e perfetta per viaggiare, sia durante in treno attraverso le campagne autunnali ma soprattutto con la mente in mondi fumosi. 

Ho voluto iniziare la rubrica musicale con i FSA perché bel si adattano al carattere bizzaroe sognante ma tendenzialmente abbastanza sobrio di chi scrive qui sopra. Non sono sicuramente un ascolto facile o per tutti, consiglio i primi due album per entrare al meglio nel loro mondo. 

Discografia:

Studio albums:
Flying Saucer Attack (1993, FSA Records)
Further (1995, Domino Records/Drag City)
New Lands (1997, Domino Records/Drag City)
Mirror (2000, FSA Records/Drag City)
Instrumentals 2015 (2015, Domino Records/Drag City)

Singles and EPs:
"Soaring High" (1993, FSA Records)
"Wish" (1993, FSA Records)
"Crystal Shade" (1994, FSA Records)
"Land Beyond the Sun" (1994, Domino Records/Drag City)
"Beach Red Lullaby" (1995, Planet Records)
"Outdoor Miner" (1995, Domino Records))
"At Night" split with Jessamine (1996, Enraptured)
"Sally Free and Easy" (1996, Domino Records/Drag City)
"Goodbye" featuring Roy Montgomery (1997, VHF Records)
"Up in Her Eyes" (1997, Stop Smiling)
"Coming Home" (1997, Domino Records)