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mercoledì 16 aprile 2008

Boschi sacri, Nemeton...

Boschi sacri, Nemeton...

Visto che ho intitolato questo blog in questo modo, inizierò subito a parlare dei miei amici alberi e del rapporto che i nostri antenati hanno avuto con loro. L'albero può essere considerato il simbolo della spiritualità europea e indoeuropea (e ovviamente non solo, basti pensare che nei primi secoli uno dei simboli del buddismo era proprio l'albero e non il Buddha stesso). Esso era alla base di tutti i culti primordiali ed è restato centrale fino all'arrivo del cristianesimo, che comunque, nei momenti di peggiore intolleranza. non potendo distruggere tutti gli alberi d'Europa ne ha conservato alcuni aspetti (ma di questi aspetti parlerò in un altro momento). In effetti i boschi sacri erano presenti in tutta l'Europa antica: dalla Grecia alla Scandinavia esistevano zone in cui si poteva entrare in contatto col le divinità (ancora strettamente legate alla natura) in mezzo agli alberi.

Ancora oggi, chi non sia stato ancora completamente annientato dalla vita moderna, può, entrando in un bosco, sentire la presenza di queste forze, non saprei come definirle, che nei secoli gli uomini hanno cercato di spiegare e di antropomorfizzare per semplificarne la presenza e poi il culto.

Nemeton (boschi sacri appunto) più famosi di cui noi abbiamo notizia si trovavano a Dodona per i greci, a Nemi per i romani, quello vicino a Locronan per i Celti nel nord ovest della Francia, quello famosissimo di Uppsala per le popolazioni scandinave e germaniche. Che io sappia non si hanno notizie dei Nemeton sacri ai Liguri o della Gallia Cisalpina, data la volontà di nascondere la loro presenza dai tempi delle invasioni romane fino ai giorni nostri... ma si presume ce ne fossero molti: è mio volere informarmi sulla questione e aggiornare questa pagina in un prossimo futuro. La parte del territorio europeo in cui questi luoghi sono sopravvissuti per più tempo sono sicuramente le terre Baltiche. Esse vennero cristianizzate soltanto alla fine del 1300, anche se ovviamente i cristiani estirparono tutte le foreste in seguito. Un luogo sacro era Romowe in Nadruvia una zona nel Nord della Prussia. Esso era anche il nome della religione ufficiale della Lituania fino al 1387 (e che oggi è finalmente in fase di rinascita).

Santuario di Romowe in prussia.

Anche in India (in cui sopravvivono molte usanze simili a quelle dell'Europa pre cristiana) esistevano moltissimi boschi sacri e ne esistono ancora oggi. Essi venivano chiamati "Devarakadus" (boschi degli dei) e venivano protetti e conservati dagli abitanti della zona. Famosi i boschi e gli alberi legati alla vita del Buddha. Vari i boschi e gli alberi venerati anche in Giappone e l'importanza che essi avevano per i nativi americani e qui mi fermo.

Da ricordare la persistenza durata fino ai giorni nostri di echi legati ai culti dell'Albero rintracciabili ovunque in Europa e particolarmente viva fino a qualche secolo fa con le congreghe e i sabba delle streghe che immancabilmente si ritrovavano sotto qualche Albero "Sacro". Il più famoso è sicuramente il Noce di Benevento e io ricordo il Noce di Trisobbio in provincia di Alessandria, che ancora oggi fiorisce sempre nei giorni del Solstizio d'Estate (per questo è detto di San Giovanni). In essi il Papa e i boia del clero trovavano pane per i loro denti: adorazione della natura e donne che alzavano la testa!

Inutile ricordare quanto le "radici cristiane dell'Europa" non siano assolutamente le sole e anzi che quelle radici poggino su radici ben più profonde. Quello che purtroppo fecero i cristiani fu mettere al centro dell'universo l'uomo (o un dio a forma di uomo) che poteva disponere a suo piacimento della natura intera, e  quindi sradicare i più imponenti Alberi, radere al suolo i boschi sacri e uccidere e torturare chi li amava e li considerava amici, purtroppo. Basti pensare che per costruire San Pietro a Roma vennero disboscate intere regioni dell'Umbria.

Libro consigliatissimo: "MITOLOGIA DEGLI ALBERI" di Jacques Brosse (BUR) - [LINK]