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venerdì 31 maggio 2024

I Druidi e pitagora, il druidismo pitagorico nell'antichità.

Per seguire questo argomento usa la tag: Druidismo

Nota Introduttiva: Negli ultimi decenni, soprattutto per l'influenza britannica sull'argomento, si sono messi vicini Celti e popoli nordici, tanto che per molte persone c'è una certa confusione tra questi popoli. Nelle isole britanniche le popolazioni germaniche invasero le terre delle popolazioni originarie (Irlanda) e di quelle gallo-romane (Inghilterra) creando nei secoli un'insieme delle due culture difficilmente distinguibile che è diventato il sottofondo culturale. In Europa continentale invece nei paesi latini le radici celtiche sono state generalmente messe da parte fino al periodo romantico e nel fenomeno del "celtismo" si è andati a vedere i movimenti nazionalisti britannici che nei celti vedevano i loro veri avi, precedenti sia ai romani che ai vichinghi, facendo un gran casino. Ovviamente anche i celti venivano dal continente e si trovavano anche in spagna (gli Iberi) in Liguria e fino in Turchia. Ma questo è un altro discorso. Tutto questo va detto perché questa situazione ha creato una "mitologia" che non rispecchia le evidenze storiche e  quindi, quando andiamo a cercare i testi antichi, scopriamo che invece riportano notizie molto diverse: I druidi erano accomunati a filosofi greci, ai magi persiani ai gimnosofisti indiani e ai sacerdoti egizi. 

Penso che questo oggi vada ricordato. Per fortuna, durante i frequenti viaggi nella vicinissima Francia (LINK 1, LINK2, LINK3), abbiamo trovato diversi testi che invece ricordano queste antiche correlazioni tra mondo celtico e mediterraneo.

Tradizionalmente i druidi venivano raffigurati come pitagorici: tuniche bianche e barbe.

Questo post si ricollega ai vari articoli apparsi su questo blog sulle connessioni tra oriente ed occidente (LINK), anche se non direttamente. Infatti molti scrittori classici riportano il fatto che i druidi seguissero il pitagorismo e come abbiamo visto in quel periodo è chiaro che ci fossero stati dei contatti diretti e soprattutto indiretti tra mondo greco e mondo indiano (basti pensare ad Alessandro il grande e alle civiltà indo-greche). Tuttavia l'argomento principale è come certi punti 

Nei testi dell’Antichità “Pitagora appare come un maestro dei druidi”, colui che li ha iniziati a una saggezza ancestrale che non ha elaborato personalmente, ma che ha ricevuto anche lui tramite l’iniziazione dai saggi dell’Egitto e dell’India. (Jean-Louis Brunaux, Les Druides : des philosophes chez les barbares, Paris, Seuil, 2006)

Due rappresentazioni classiche di Pitagora

Tuttavia, è impossibile verificare se questa tesi sia storicamente reale o solo apocrifa, a causa dell’assenza di prove archeologiche riguardanti l’origine primaria dell’ordine druidico (la civiltà celtica non era incline a mettere per iscritto le sue conoscenze sacre, considerando la tradizione orale come la più divina). Tuttavia, “i contatti tra i Celti (…) e i pitagorici di seconda e terza generazione sono plausibili”, dato che i rapporti commerciali tra la Gallia antica e la Grecia (e la Magna Grecia) sono ampiamente documentati e suggeriscono altri scambi, come la condivisione di conoscenze, mitologie e spiritualità." (sempre da Jean-Louis Brunaux) 

Druidi ancora raffigurati come pitagorici nella natura

I primi popoli che i greci chiamarono celti (Keltoi) furono le popolazioni liguri che abitavano i dintorni di Massalia (Marsiglia), questo incontro diede vita ad una vera e propria civiltà celto-mediterranea in cui I galli pur restando celti, vennero pesantemente influenzati dalla cultura greca e poi romana. Questo fu probabilmente la differenza principale tra Celti veri e propri e Liguri. L’universo religioso dei Galli, comunque, non era lontano da quello dei Greci (o degli Hindù indiani e degli stessi Romani), sia dal punto di vista estetico che sociale, come osserva ancora Brunaux:  “Ogni popolo gallico ha i suoi dei, (…) divinità con sembianze animali, dee madri che risalgono ai tempi più antichi”, un contesto culturale che avrebbe agevolato l’adozione di credenze filosofiche elaborate come il pitagorismo (sul piano filosofico) e l’orfismo (sul piano cultuale) degli antichi Greci"

(***Bisogna ricordare anche che quale fosse la differenza tra pitagorici ed orfici non è ben chiara nemmeno agli storici, sicuramente i primi erano più urbani, mentre i secondi vivevano generalmente al di fuori delle città. Tuttavia le differenze erano sfumate e non si riesce ad attribuire certi documenti agli uni o agli altri) 

Questa corrispondenza spirituale era una cosa evidente già ai tempi dei Galli e di altri popoli celtici:

"Quello che, fin dall’Antichità, ha reso legittimo il confronto tra druidi e Pitagora sono, evidentemente, alcune credenze metafisiche. La credenza nella reincarnazione o metempsicosi occupa il primo posto"

Un gruppo di pitagorici che saluta il sole all'alba, questo dipinto in molti casi è stato utilizzato per descrivere i druidi erroneamente.

Quindi ci sono numerosi punti in comune tra le credenze dei druidi e quelle dei pitagorici (e di conseguenza con l'induismo e il buddismo che si stava sviluppando in oriente nella stessa epoca): 

Reincarnazione: Entrambi i gruppi condividevano la credenza nella reincarnazione. Dopo la morte di un individuo, la sua anima si sarebbe reincarnata in varie forme di piante e animali, seguendo un ciclo continuo, fino a quando non avrebbe ritrovato una matrice umana.

Articolo di questo blog su Druidi e Reincarnazione: LINK

Astinenza dal consumo di carne animale: Druidi e pitagorici evitavano di mangiare carne animale. Inoltre, respingevano i riti sanguinari, considerandoli una deriva inaccettabile (questo punto a noi delle radici degli alberi sembra per lo meno da verificare, per lo meno non era così per tutti).

Status privilegiato: Druidi e iniziati orfici (tra i pitagorici) occupavano una posizione privilegiata nella società. Erano i custodi della conoscenza sacra, che tenevano segreta o riservavano agli individui capaci di incarnare la loro saggezza.

Ricerca della scienza sacra: I druidi aspiravano a incarnare la scienza sacra attraverso la preghiera, la conoscenza, i rituali, la virtù, la meditazione e la comunione con gli elementi e gli esseri. Il loro status era simile a quello dei bardi, i poeti sacri che svolgevano un ruolo essenziale nella civiltà celtica."

Una raffigurazione antica di Pitagora e il bizzarro divieto di mangiare le fave.

NEODRUIDISMO e pitagorismo. La rinascita druidica oggi è una corrente spirituale troppo eterogenea per essere descritta, che va dai druidi massoni formatisi nel '700, alle streghe druidi, ai cyber-druidi, ai druidi cristiani fino ad arrivare  agli erranti solitari dei boschi. Tuttavia, specialmente con il declino dell'influenza cristiana dal dopoguerra in poi in questo movimento, si sono recuperati documenti storici antici e quindi la credenza nella metempsicosi ha ripreso il suo posto tra le credenze druidiche. Anche il vegetarianismo, pur non essendo un dogma, è praticato da un largo numero di praticanti druidi come forma di rispetto verso gli altri animali e la natura.

Il Druidismo pitagorico oggi è una piccola nicchia di quello che è il neo-druidismo, si richiama direttamente all'antichità ed è forse un po' appartato e relegato principalmente a seguaci solitari. Tuttavia la sua influenza è ancora evidente sul movimento.

FONTI CLASSICHE:

Che ci fosse una relazione tra Druidi e dottrine pitagoriche (e orfiche) è testimoniato dalle fonti classiche che hanno sicuramente molto più importanza storica di tanti libri odierni:

Diodoro Siculo, contemporaneo dei Druidi scrisse: "La dottrina pitagorica prevale tra i Galli, e insegna che le anime degli uomini sono immortali e che dopo un certo numero di anni tornano a vivere, quando un’anima si incarna in un altro corpo." (Historiare V, 28, 6)

Anche Ammiano Marcellino riporta che i druidi seguissero la dottrina Pitagorica e nel Rerum Gestarum XV, 9, 8: "I druidi, infine, uomini di maggior talento, si riunivano in sodalizi sotto il segno della dottrina pitagorica, eletti ad indagare le questioni occulte e profonde; sprezzanti verso le cose terrene, pensavano che le anime fossero immortali."


I Genii Cucullati, misteriosi personaggi raffigurati sempre incappucciati del periodo Gallo-Romano. Probabilmente legati al dio Telesforo, anch'essi sarebbero il frutto del sincretismo greco-celtico delle popolazioni Galate dell'odierna Turchia.   

mercoledì 14 aprile 2021

Druidi e reincarnazione.

Post originariamente apparso sulla pagina del Gruppo Druidico di Alessandria del 01/03/2014

https://druidismoalessandria.blogspot.com/2014/02/druidi-e-reincarnazione.html

 “A voi solo è dato sapere la verità sugli dei e sulle divinità del cielo... Vostra dimora sono le macchie più riposte delle foreste più remote. Voi insegnate che le anime non cadono nelle silenti sedi dell’erebo o nei pallidi regni del sotterraneo Dite, ma che lo spirito passa a reggere altre membra in un altro mondo: la morte, se è vero ciò che insegnate, è il punto intermedio di una lunga esistenza”.

Lucano Pharsalia I, 450-458


A parte qualche scrittore moderno come Jean Markale che si dice contrario al fatto che i Druidi credessero nella reincarnazione, probabilmente a causa del fatto che essa fosse inaccettabile per il contesto cristiano in cui viveva, direi che la "metempsicosi" come andrebbe chiamata veramente, sia una di quelle credenze sulle quali si fondano le nostre conoscienze sui Druidi. Esistono infatti tutta una serie di testimonianze antiche dirette o di poco successive (e quindi le più autorevoli) sul fatto che i celti pensassero che sarebbero tornati sulla terra dopo la morte come uomini, come animali o addirittura come alberi o oggetti. Del resto gli autori classici ci fanno notare più volte come il credo druidico fosse vicino alla dottrina Pitagorica e oggi sappiamo quante fossero le similitudini con i bramini dell'india.

Prima di tutto ricordiamo Giulio Cesare che è la fonte diretta principale per quanto riguarda la società celtica d'oltralpe e con i Druidi ebbe contatti lunghi e diretti: fu infatti amico personale di Diviziaco (Divitiac o Diviciac) Druido della tribù degli Edui e che nel De bello gallico VI, 14 scrive:

"In primo luogo i Druidi vogliono persuadere che l'anima non muore, ma dopo la morte passa in altri: questo dovrebbe essere soprattutto uno sprone al valore, visto che il timore della morte viene abbandonato".

Diodoro Siculo, anch'egli contemporaneo dei Druidi scrive nel suo Historiare V, 28, 6:

"La dottrina pitagorica prevale tra i Galli, e insegna che le anime degli uomini sono immortali e che dopo un certo numero di anni tornano a vivere, quando un’anima si incarna in un altro corpo."

Abbiamo poi Strabone che nel Geographica (IV, 4, 197, 4) dice:

"Comunque non solo i druidi, ma anche altri, ritengono che le anime degli uomini, e l’universo, siano incorruttibili, sebbene il fuoco e l’acqua prevarranno prima o poi su di loro".

Ammiano Marcellino torna sulla dottrina Pitagorica e nel Rerum Gestarum XV, 9, 8 dice:

"I druidi, infine, uomini di maggior talento, si riunivano in sodalizi sotto il segno della dottrina pitagorica, eletti ad indagare le questioni occulte e profonde; sprezzanti verso le cose terrene, pensavano che le anime fossero immortali."

Ma non è finita. Pomponio Mela nel De Situ Orbis III, 2, 18-19 torna sulla critica ai druidi che impongono ai guerrieri la loro dottrina, dal suo punto di vista incredibile, dicendo:

"Uno dei loro precetti è stato reso di pubblico, evidentemente per spingere la popolazione al combattimento. Che le anime sono immortali e che esiste una seconda vita nel regno dell’Oltretomba. Questa è la ragione per cui bruciano e seppelliscono con i loro morti le cose di cui avevano bisogno da vivi. Una volta rimandavano alla seconda vita anche la conclusione degli affari e la riscossione dei crediti. E vi era anche chi si gettava spontaneamente sulle pire dei propri defunti, per dividere con loro la nuova vita."

La concezione di Karma e reincarnazione per i Druidi dell'OBOD.


E ancora Lucano nel Farsalia I, 450-58 scrive ancora più chiaramente:

"Secondo quanto voi sostenete, le ombre non scendono nelle silenziose sedi dell’Erebo e nei pallidi domini del profondo Dite: il medesimo spirito governa il nostro corpo in un altro mondo; se voi esprimete cose di cui siete ben sicuri, la morte rappresenta il punto mediano di una lunga vita"

Passiamo adesso ad alcune testimonianze mitologiche, la prima delle quali ci viene dai Greci che ci parlano dalle popolazioni celtiche nostrane, i Liguri. Il mito di Cicnu si perde nella notte dei tempi, ma Esiodo tra il VII e il VIII secolo a.C. lo colloca tra gli Iperborei, sul fiume Eridana (identificato oggi con il Po). Verso il III secolo invece Cicnu viene definitivamente attestato nel mito come Re dei Liguri. Pausania a tel proposito ci racconta:

«La notte prima che Platone diventasse suo discepolo, Socrate vide in sogno un cigno volargli nel grembo; l'uccello chiamato cigno ha fama di doti musicali. Si narra infatti che Cicno, un musico, regnasse sui Liguri al di là dell'Eridano, oltre la terra dei Celti, e dicono che, dopo morto, per volere di Apollo egli sia stato trasformato in uccello.»
(Pausania, 1, 30, 3.[7])


Interessante anche che in questo mito i Liguri venissero messi più a Nord dei Celti, probabilmente per il fatto che i greci chiamavano Celti (un po' come facciamo ancora noi oggi) le popolazioni transalpine che vivevano nell'attuale Emilia-Romagna. Potrebbe essere anche dovuto al fatto che i primi celti con cui i greci vennero in contatto erano i Liguri dell'area di Marsiglia (che furono i primi ad essere chiamati Keltoi!) mentre quelli che vivevano nelle aree Piemontesi più a nord, li incontrarono più tardi.

Proseguendo con il mito, finiamo con il libro di Taliesin, poeta gallese vissuto tra il 533 a il 599 circa, ma messo per iscritto forse secoli dopo tra i cui versi troviamo:

“Ho vissuto attraverso la Vita in molte forme, 
più di quante io possa realmente ricordare. 
Sono stato uomo e bestia, mare e cielo.

Ho rivestito una moltitudine di aspetti 
prima di acquisire questa mia forma, 
Sono morto e rinato molte volte, me ne ricordo chiaramente. 

Sono stato goccia di pioggia nell'aria, 
sono stato una stella splendente, 
sono stato parola fra le lettere 
sono stato luce della lampada, per un anno e mezzo. 

Sono stato strada, sono stato aquila, 
Sono stato l'effervescenza della birra. 
Nell'acquazzone sono stato goccia. 
spada nella mano. 
corda dell'arpa degli incantesimi, […] nove anni. 
Nell'acqua sono stato la schiuma; 
ferro di cavallo nel fuoco, albero fra gli arbusti 
Non vi è nulla di cui non sia stato parte".

LINK:
Druidismo e Pitagorismo da BIBRAX http://www.bibrax.org/celti_druidismo/druidismo_pitagorismo.htm
OBOD Reincarnation and Karma (eng) http://www.druidry.org/library/miscellaneous/reincarnation-and-karma