domenica 2 novembre 2025

Un Buddha nell'Egitto romano.

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Nel 2022 ci fu una scoperta archeologica davvero interessante in Egitto che venne divulgata nel 2023 e di cui si è parlato forse troppo poco. Per chi, come me, è affascinato dalle origini indoeuropee e dagli scambi culturali tra oriente e occidente, questa è una di quelle notizie che si aspetta sempre di leggere. Durante gli scavi nell'antica città portuale di Berenike, antico porto egiziano sul Mar Rosso, una spedizione Polacca-Americana, portò alla luce una statua di Siddhartha Gautama (Buddha) trovata in un contesto egiziano del periodo romano.

La statua in marmo alta circa 71 cm che raffigura il Buddha in piedi, con una mano che regge parte della vesta, un fiore di loto accanto (o base simile) e un’aureola raggiata attorno alla testa. Il contesto è un quello di un tempio romano-egiziano (dedicato alla dea Iside) ma ci sono alcuni elementi che rendono questa scoperta molto più interessante di quello che potrebbe essere, già molto notevole, quella di una statua buddista in ambito Egiziano.

Prima di tutto La datazione proposta è quella del periodo romano, 90–140 d.C. circa e la scultura è considerata «la più occidentale» tra le statue buddhiste note in quel periodo. Ma non si tratta semplicemente di una statua importata dall'oriente, infatti il marmo in cui è stata scolpita la raffigurazione del Buddha, proveniva dall’area del Mediterraneo orientale (Anatolia o sud di Istanbul) e alcuni ricercatori ritengono possibile che sia stata lavorata ad Alessandria o — meno probabilmente ma non escluso — localmente a Berenike o forse ancora addirittura nella zona della cava, che all'epoca era Grecia. La statua infatti presenta il tipico stile indo-ellenistico presente nella statuaria buddista dei regni greco-indiani (Regno del Gandhara, in quello che oggi è occupato da Afganistan e Pakistan) e sappiamo che in quei regni Greci in Oriente ci furono anche regnanti di religione buddista. 


In oltre negli stessi livelli di scavo sono state scoperte delle iscrizioni in sanscrito, alcuni rilievi con divinità in stile indiano e monete interpretabili come segni evidenti di frequentazione orientale in loco.


 La scoperta ha fatto subito ipotizzare la possibile presenza di una comunità monastica buddista nell'Egitto dei primi secoli dopo Cristo e quindi un contatto diretto con il mondo prima ellenico e poi romano. Sicuramente la statua era stata scolpita in area "occidentale" da artigiani che usavano uno stile ellenistico e che quindi in questo caso siamo di fronte a qualcosa di molto più interessante di un semplice scambio commerciale, doveva esserci una presenza buddista in area mediterranea. In oltre si pensa che non tutto quello che potrebbe essere stato scoperto in questa area sia stato reso pubblico e che nei secoli altre evidenze possano state essere vittime di iconoclastia. Detto questo, il contesto è quello di un tempio dedicato ad Iside e quindi non ci sono evidenze di una reale presenza monacale ampia e duratura. Tuttavia questa scoperta è veramente importante e fa pensare alle testimonianze che parlavano di Gimnosofisti indiani nell'Egitto di epoca ellenistica, arrivati dopo le spedizioni di Alessandro Magno ed affascinante pensare anche a possibili influenze tra religioni greche (si pensi a Orfici e Pitagorici ma anche a certe idee presenti in Egitto) e indiane.


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