Foto "psichedelica" fatta poco dopo l'inaugurazione del sito |
I menhir di Cavaglià
Si tratta di un sito molto interessante, ma allo stesso tempo triste per la sua storia durante il '900. Ma andiamo per ordine: forse si tratta del più grande insieme di menhir e pietre megalitiche che si è riusciti a conservare fino ad oggi in terra piemontese e in Italia, qualcuno lo chiama cromlech erroneamente. Riscoperti nei primi anni 2000 dall'appassionato studioso di Torino, Luca Lenzi, erano stati rimossi violentemente con le ruspe e ammassati, durante lo spianamento del sito e la costruzione della nuova area residenziale. Molti sono stati distrutti per sempre come il sito stesso, ormai irriconoscibile e impossibile da essere ricostruito anche solo in modo teorico. Viene da pensare a come, nel nostro paese, siti antichi di questo tipo siano stati e vengano ancora dimenticati e cosa sia andato perduto nel corso degli anni.
La cosa positiva è che in una situzione come questa, per altro analoga a molte altre, per una volta si sia riusciti a conservare una parte dei menhir, riposizionarli nel verso giusto e a conservarli. Gli studiosi hanno cercato di riformare l'insieme rifacendosi a foto e segni scoperti su alcuni di essi, croci e coppelle, in alcune di esse la presenza di calcare indica la verticalità e il livello della terra da cui affioravano i megaliti. Una minima parte ovviamente, erano stati ammucchiati con l'utilizzo di ruspe, alcuni sotterrati, altri distrutti con la dinamite già nei secoli precedenti. La loro posizione originale è andata persa per sempre, ma anche il luogo stesso, completamente stravolto. I testimoni dicono che fino agli anni '60 i menhir fossero allineati vicino ad un laghetto che si trovava in quella zona. Sappiamo anche che già nei secoli scorsi molte di queste enormi pietre vennero distrutte per vari motivi. Si usava la dinamite per fare spazio alle vigne, altri venivano fatti a pezzi per farne materiale da costruzione. In oltre ricordiamoci sempre, che come già detto altre volte, queste pietre erano oggetto di culto pagano nella religiosità popolare quasi impossibile da debellare. Contro di esso si scagliarono papi, sinodi, vescovi. Esse vengono condanna nel 398 a Cartagine, nel 452 ad Arles, nel 567 a Tours, nel 681 a Toledo e nel 827 a Parigi. Nel 1858 George Sand ci dice che venivano chiamate "Pietre Sciocche" e che quando le guardie cantonali le incontravano le distruggevano.
Impossibile datare con precisione la pietra. Potrebbero essere state erette nel neolitico come nella prima età del ferro. L'ipotesi più probabile è che esse fossero legate alla civiltà palafitticola di Viverone, una cultura proto-celtica autoctona che ci ha lasciato tombe e oggetti di incredibile lavoro come le spade di Bronzo che risalgono al 1500 a.c. circa. Si pensa che l'allineamento avrebbe potuto esse ben più imponente e che si fosse esteso nella direzione del lago di Viverone a poca distanza, che fosse insomma un sito sacro di una certa importanza.
Nel parco giochi, a poche decine di metri dal cerchio principale, si possono ancora vedere, affiorare dalla terra alcuni monoliti nella loro posizione originaria, anche se in cattive condizioni (moltidi essi sono caduti). Tecnicamente i menhir sono di pietra diversa, il materiale è differente, non possiamo sapere se si trattasse di pietre erette in epoche differenti o cosa vista la quasi completa distruzione del sito originario.
Si tratta di un sito molto interessante, ma allo stesso tempo triste per la sua storia durante il '900. Ma andiamo per ordine: forse si tratta del più grande insieme di menhir e pietre megalitiche che si è riusciti a conservare fino ad oggi in terra piemontese e in Italia, qualcuno lo chiama cromlech erroneamente. Riscoperti nei primi anni 2000 dall'appassionato studioso di Torino, Luca Lenzi, erano stati rimossi violentemente con le ruspe e ammassati, durante lo spianamento del sito e la costruzione della nuova area residenziale. Molti sono stati distrutti per sempre come il sito stesso, ormai irriconoscibile e impossibile da essere ricostruito anche solo in modo teorico. Viene da pensare a come, nel nostro paese, siti antichi di questo tipo siano stati e vengano ancora dimenticati e cosa sia andato perduto nel corso degli anni.
foto d'epoca trovate da Mario Roggero |
La cosa positiva è che in una situzione come questa, per altro analoga a molte altre, per una volta si sia riusciti a conservare una parte dei menhir, riposizionarli nel verso giusto e a conservarli. Gli studiosi hanno cercato di riformare l'insieme rifacendosi a foto e segni scoperti su alcuni di essi, croci e coppelle, in alcune di esse la presenza di calcare indica la verticalità e il livello della terra da cui affioravano i megaliti. Una minima parte ovviamente, erano stati ammucchiati con l'utilizzo di ruspe, alcuni sotterrati, altri distrutti con la dinamite già nei secoli precedenti. La loro posizione originale è andata persa per sempre, ma anche il luogo stesso, completamente stravolto. I testimoni dicono che fino agli anni '60 i menhir fossero allineati vicino ad un laghetto che si trovava in quella zona. Sappiamo anche che già nei secoli scorsi molte di queste enormi pietre vennero distrutte per vari motivi. Si usava la dinamite per fare spazio alle vigne, altri venivano fatti a pezzi per farne materiale da costruzione. In oltre ricordiamoci sempre, che come già detto altre volte, queste pietre erano oggetto di culto pagano nella religiosità popolare quasi impossibile da debellare. Contro di esso si scagliarono papi, sinodi, vescovi. Esse vengono condanna nel 398 a Cartagine, nel 452 ad Arles, nel 567 a Tours, nel 681 a Toledo e nel 827 a Parigi. Nel 1858 George Sand ci dice che venivano chiamate "Pietre Sciocche" e che quando le guardie cantonali le incontravano le distruggevano.
Turisti in visita, si notano le dimensioni dei menhir |
Spade scoperte a viverone 1500 a.c. media età del bronzo. |
Nel parco giochi, a poche decine di metri dal cerchio principale, si possono ancora vedere, affiorare dalla terra alcuni monoliti nella loro posizione originaria, anche se in cattive condizioni (moltidi essi sono caduti). Tecnicamente i menhir sono di pietra diversa, il materiale è differente, non possiamo sapere se si trattasse di pietre erette in epoche differenti o cosa vista la quasi completa distruzione del sito originario.
Una delle pietre del gruppo a parte nel parco giochi. Queste dovrebbero essere nella loro posizione originale. |
Esistono altri resti, purtroppo però molto è andato perduto con la costruzione degli edifici in zona.
Per raggiungerli: Uscire a Santhia e proseguire per Biella, ve li troverete di fronte quando passate per la rotonda uscendo da Cavaglià.
LINKS:
http://ontanomagico.altervista.org/menhircavaglia.htm
http://www.panoramio.com/photo/8147461
(interessantissimo intervento dello scopritore Luca Lenzi)
http://www.sacrobosco.org/speciale.htm (Altre foto d'epoca)
http://www.themodernantiquarian.com/site/11610/menhirs_di_cavagli_biella.html (pagina su TMA)
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Altre foto d'epoca di proprietà di Marco Roggero.
Per raggiungerli: Uscire a Santhia e proseguire per Biella, ve li troverete di fronte quando passate per la rotonda uscendo da Cavaglià.
LINKS:
http://ontanomagico.altervista.org/menhircavaglia.htm
http://www.panoramio.com/photo/8147461
(interessantissimo intervento dello scopritore Luca Lenzi)
http://www.sacrobosco.org/speciale.htm (Altre foto d'epoca)
http://www.themodernantiquarian.com/site/11610/menhirs_di_cavagli_biella.html (pagina su TMA)
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Altre foto d'epoca di proprietà di Marco Roggero.
è incredibile come riusciamo a bistrattare le cose meravigliose che abbiamo nel nostro paese, guarda caso sempre in favore dell'edilizia e della cementificazione !! ciao
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