domenica 28 novembre 2010

IL MASCONE DI ALESSANDRIA.


Sono anni che vorrei scrivere due parole su questo argomento.
Come si sa dalle nostre parti (in Piemonte), soprattutto nelle Langhe e nel Monferrato, le streghe venivano chiamate Masche. Le masche incarnavano sia la figura tipica della persona che vive fuori dalla società portatrice di poteri magici, sia oscuri spiriti dei boschi e della natura, ricordo di antiche divinità tipiche di molte aree dell'Europa. Per cercare di capire meglio cosa siano le masche l'unica cosa da fare è leggere un pò di racconti e legende locali, ma su questo argomento tornerò in futuro. Un libro essenziale per questo è: "MASCHE" di Donato Bosca e Bruno Murialdo (Priuli & Verlucca).


Al riguardo di questa storia, purtroppo, non ho trovato nessun'altra testimonianza scritta. Quando però negli ultimi anni mi sono imbattutto in alcune testimonianze simili mi sono tornate alla memoria varie parti di una storia che mio nonno mi aveva raccontato più volte quando da piccolo mi portava in bicicletta per Alessandria e per alcune stradine di campagna appena fuori dalla città. "Mi ricordo ancora bene un pezzo di una frase in dialetto che mi disse: "...u iera un mascòn cul fava la fisica..." che voleva dire: "...c'era un mascone che faceva la fisica...". Fino a pochi anni fa non avevo ben chiaro cosa volesse dire fare la fisica e men che meno cos'era veramente un mascone. Nel resto della storia si parlava di temporali, si soprattutto di temporali. Mio nonno raccontava che c'era questo signore il quale viveva o almeno si aggirava tra i bastioni, che fino al dopoguerra circondavano il centro della città di Alessandria e che faceva delle magie, almeno questo era quello che capivo io. Faceva dei fuochi, disponeva dei rami e cose del genere. Mio nonno è morto quasi dieci anni fa e purtroppo non posso più chiedergli niente.

I luoghi in cui viveva questo personaggio non esistono più da almeno mezzo secolo. Infatti i bastioni erano le mura di cinta della città che si trovavano esattamente dove ora c'è la circonvallazione che circonda il centro, l'urbanizzazione non si era ancora espansa al di fuori ed esistevano delle zone selvagge con dei boschetti dei prati e dei corsi d'acqua. Esistono ancora dei bastioni che circondano la Cittadella (foto sopra) e guardandoli mi sono fatto un idea di come dovevano essere quelle zone della città fino al secondo dopoguerra. Per tornare al nostro Mascone: ricordo la descrizione come di un vecchio o una specie di barbone, con la barba e dei vestiti strani e che ogni tanto qualcuno lo vedeva fare queste cose (quei riti direi ora). Non mi ricordo se mio nonno l'abbia mai chiamato mago o sregone, io lo vedevo un pò così. Anni dopo ho letto che i "masconi" non erano altro che masche di sesso machile e che "fare la fisica" in breve voleva appunto dire fare magie, fatture e riti vari. Questa storia mi è cara per vari motiv e probabilmente ha influenzato il mio immaginario durante l'infanzia. La presenza delle masche quindi, non era limitata alle zone collinari e montuose della nostra regione, ma probabilmente l'urbanizzazione e l'industrializzazione ne hanno cancellato più velocemente le tracce.

Sono alla ricerca di altre testimonianze!

Nessun commento:

Posta un commento